Terre d'Europa

A Sansepolcro con gli occhi di Piero

Vivere la città e il territorio filtrati dal pennello di Piero della Francesca

A Sansepolcro con gli occhi di Piero

Testo e foto: Elvira D’Ippoliti

La “Resurrezione” di Piero della Francesca

Sansepolcro, la “Resurrezione” di Piero della Francesca

Monterchi: Madonna del parto

Monterchi: Madonna del parto

San Sepolcro – La notte di Sansepolcro si illumina con la “Resurrezione” di Piero della Francesca. Di fronte alla loggia del palazzo Comunale, sulla parete del Museo Civico, un cristallo chiude una porta vuota. La trasparenza permette di osservare da lontano l’affresco che rappresenta il Cristo che ha sconfitto la morte.

Di giorno la visita della città riparte dal trecentesco Palazzo dei Conservatori. Si rimane a lungo davanti alla rappresentazione del mistero che riempie di speranza la cristianità e al quale Piero della Francesca ha saputo infondere il potere di attirare gli sguardi. Quattro soldati stanchi, privi di speranza, seduti accanto alla tomba hanno gli occhi chiusi sulla vita, ignari che Nostro Signore è risorto proprio accanto a loro. Gesù, da parte sua, “emerge” in piedi dal suo sepolcro e poggia il piede sinistro, scalzo, sul marmo. La mano sinistra poggia sul ginocchio, mentre tra le dita della mano destra stringe l’asta di una bandiera. Questa la scena in grandi linee. Poi gli occhi si fermano su quelli del Cristo e si nota il suo sguardo, fisso davanti a sé, senza degnare gli uomini d’attenzione. Si è entrati nel mondo di Piero, un universo dove le persone sono rappresentate senza maschere e nei loro occhi si legge una misteriosa perplessità, che ognuno di noi riconosce come propria, soprattutto in certi momenti della vita.

Sansepolcro, la chiesa di San Francesco

Sansepolcro, la chiesa di San Francesco

Sansepolcro, la statua di Piero della Francesca

Sansepolcro, la statua di Piero della Francesca

L’alta valle del Tevere la cui sorgente è sul Monte Fumaiolo è una pianura circondata da montagne, dove i pochi alberi sono come dei superstiti che resistono in un ambiente che vuole essere spoglio. La luce, spalmata sul territorio, attutisce i colori più che esaltarli e Piero era un produttore, tra l’altro, del colore blu che ricavava da una pianta, il guado, utilizzata a quello scopo. I suoi blu tendenti al turchese o al celeste sono insieme decisi e tenui ed il paesaggio raffigurato alle spalle del Cristo risorto è quello che si incontra salendo verso l’Alpe della Luna, lungo la strada che conduce a Rimini.Piero della Francesca ha viaggiato molto. E’ stato a Firenze, Pesaro, Ancona, Rimini, Roma, Arezzo, probabilmente ad Urbino, ma è sempre tornato a Sansepolcro, che ai suoi tempi si chiamava Borgo Sansepolcro, per seguire le sorti dell’azienda di famiglia che produceva stoffe e colori, e rinnovare nella sua mente il sogno della natura che circonda la città.

Due montagne, una accanto all’altra come se si tenessero per mano, sono il filo rosso del paesaggio che Piero della Francesca doveva aver impresso nella mente come su una lastra fotografica per portarlo sempre con sé. I monti si incontrano in altri suoi dipinti ed è emozionante ripercorrere quelli che devono essere stati i suoi passi e cercare di vedere la realtà con i suoi occhi. I tornanti salgono senza sforzi su per la montagna. Il paesaggio si mostra con due facce della stessa medaglia: armonioso e selvaggio. Il sole si specchia sul lago a valle creato artificialmente dalle acque del Tevere. La luce rimbalza verso l’alto e improvvisamente le montagne sono davanti a noi, ricoperte di alberi dal fusto scuro, proprio quelli rappresentati dal pennello di Piero. Si respira un attaccamento al territorio che non ha nulla di esasperato, ma è vissuto con impegnata discrezione.

Vivere a Sansepolcro può significare portare avanti le tradizioni con orgoglio di apparteneza alla comunità.  Lo mostrano i rappresentanti degli sbandieratori che portano gli stendardi in giro per il mondo. Ne sono consapevoli anche i balestrieri che si allenano per l’annuale Palio della Balestra che a settembre riempie la città di curiosi e appassionati.

Le torri antiche di Sansepolcro sono di pietra color ocra che nelle giornate di sole si stagliano sul cielo azzurro. Nel Duomo si trova un emozionante Cristo crocefisso, in legno, con una veste elegante, bordata di oro.

Il saluto a Piero della Francesca lo diamo contemplando la sua “Madonna del Parto” un affresco che si trova a Monterchi in una struttura creata per ospitarlo. La Madonna raffigurata è molto giovane ed il ventre le si è così arrotondato da aprire le cuciture anteriori dell’abito azzurro. Ai lati due angeli tengono aperto un pesante tendaggio rosso, come se si trattasse di un palcoscenico. I suoi occhi rivolti verso il basso sono persi in una contemplazione privata che abbraccia il mondo intero. Forse lo stesso sguardo che Piero della Francesca dedicava alle architetture della sua città ed al territorio che la circonda.

Museo Civico Sansepolcro     www.museocivicosansepolcro.it

 

 

 

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