Vienna (TidPress) – Scendendo la scala interna dell’hotel Papageno può capitarti di essere salutato con un sonoro “Grüss Gott!“. Non è una persona di servizio dell’albergo a rivolgerti la tipica, cordiale, espressione austriaca , ma un medico o un avvocato inquilino dello stesso palazzo.
Un soggiorno al Papageno è una full immersion nella vita viennese. A cominciare dal dolce profumo di torta che spazia nella hall. In un angolo, tra comodi divani e poltrone, la Streuselkuchen una sbrizzolona più morbida, aspetta di essere tagliata e assaggiata insieme al tè o caffè che gli ospiti si servono da soli quando ne hanno voglia. Le torte del Papageno, fatte in casa, cambiano tutti i giorni: il pomeriggio successivo ho trovato la Zwetschenkuchen (con le prugne).
La camera del quarto piano con le doppie finestre chiuse è tranquilla e silenziosa. Ma quando ti affacci sul minuscolo terrazzino con la ringhiera di ferro battuto, i suoni della città ti riempiono le orecchie e la vista dei tetti, dei palazzi e delle chiese, gli occhi. A cominciare dalla cuspide verde del campanile della Paulaner Kirche e dai fregi sulla facciata marrone chiara dell’edificio di un secolo fa, entrambi a pochi metri sull’altro lato della strada.

Una camera dell’Hotel Papageno

Il campanile della Paulanerkirche

Esco dall’Hotel Papageno, affacciato sulla centralissima Wiedner Hauptstraße, per visitare il famosissimo e pittoresco Naschmarkt. Sbaglio strada e vado nella direzione opposta. Dopo neanche cento metri arrivo in una graziosa piazzetta. Ha un nome importante: Piazza Mozart. Un monumento ricorda un’opera famosa del musicista: il Flauto Magico. Qui sorgeva il leggendario Freihaus-Theater auf der Wieden, dove per la prima volta fu eseguito il Singspiel con Tamino, Pamina e Papageno.

Riprendo la strada giusta e questa volta arrivo finalmente al Naschmarkt. E’ il regno della gastronomia etnica e fusion: verdure, cibi, bevande, salse e aromi da ogni angolo della terra, preparati culinari, alcuni anche bizzarri, tentano una folla curiosa e attenta.

La cupola del Palazzo della Secessione

L’ingresso del Naschmarkt

In fondo al Naschmarkt, il Palazzo della Secessione, derivato da un disegno di Klimt. Questo edificio dalle linee squadrate e rigorose, le semplici pareti intonacate di bianco e, in contrasto, la cupola sferica ricoperta con lamine d’oro, è stato il simbolo di una rivoluzione, molto contrastata, nell’arte. Forse non a caso i padri della Secessione hanno scelto di costruirlo vicino al Naschmarkt, un luogo anche un secolo fa molto vivace e popolare, lontanissimo dall’atmosfera della confinante Vienna aristocratica e borghese.
Una mostra dedicata a Klimt al Leopold Museum si apre con una gigantografia che rappresenta il mercato al tempo dei Secessionisti.

In cinque minuti a piedi rientro al Papageno per prendere un’altra fotocamera. Che meraviglia questo albergo: è comodo, accogliente, vivace e centralissimo. I luoghi dedicati a Klimt nel 150° anniversario della nascita sono nel raggio di un chilometro: il Palazzo della Secessione, la Albertina, il Leopold Museum ed anche il Belvedere è poco più lontano. E, quando si è stanchi di camminare, di fronte al portone dell’albergo c’è la fermata del tram 1 che porta all’Opera, ai giardini dell’Hofburg e, più avanti, alla Schwedenplatz e al Donau Kanal, i nuovi affascinanti luoghi della Vienna di notte.
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Hotel Papageno
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26.04.2012

Il Naschmarkt

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