CASTELLO DI SAN MICHELE
Cagliari (E.T. News) Il volto pensoso di Pietro Aretino, fissato sulla tela da Tiziano nel 1512, ci accoglie in una Cagliari tappezzata di locandine e manifesti in occasione della mostra “ Da Tiziano a de Chirico – La ricerca dell’identità”. Il ritratto del celebre intellettuale toscano è il logo di un’esposizione che, attraverso la rappresentazione del volto, si configura come un viaggio nell’anima alla ricerca delle le pieghe più profonde dell’Io.
Una mostra fortemente voluta dal suo curatore e ideatore: Vittorio Sgarbi, critico di fama nonché parlamentare italiano, che ha scelto oltre 130 opere dei più grandi maestri dal Rinascimento ad oggi. Una concentrazione così alta di grandi Maestri si è avuta anche grazie all’impegno di Enti e Istituzioni pubbliche e private che hanno concesso le loro opere: il Museo di Palazzo Venezia, Provincia di Mantova, Fondazione de Chirico e molte collezioni private.
La sede dell’ evento è il Castello di san Michele che, da uno dei colli più alti della città, ha il pregio di offrire un panorama mozza-fiato sul Golfo di Cagliari.
La mostra si preannuncia, quindi, interessante a cominciare dal sito: la piccola chiesa romanica, dedicata all’arcangelo Michele, le torri bizantine, le mura catalano – aragonesi: tutto contribuisce ad affascinare il visitatore e a predisporlo alla visita.
La roccia calcarea di Bonaria è il filo conduttore del paesaggio naturale e anche della struttura stessa del castello. Una roccia chiara, di un “giallore calcareo africano”, come scriveva Elio Vittorini negli anni Trenta, resa più abbagliante dal sole di Sardegna, interrotta qua e là da macchie di colore: oleandri dalle mille sfumature di rosa, siepi di rosmarino, cespugli di lavanda. È la lussureggiante vegetazione isolana, che affida al maestrale il suo profumo intenso.
Ancora abbagliati da tanta luce entriamo nella penombra mistica del castello.
La sala al piano terra ospita le opere dal Rinascimento al Barocco.
Avvolti nella magica atmosfera medievale i ritratti sembrano guardarci con espressione ora severa, ora tormentata, talvolta felice, più spesso malinconica.
È enigmatico e appena ironico lo sguardo del “Giovane in nero” di Lorenzo Lotto, sognante quello del “Doppio ritratto” di Giorgione, malinconico quello di Eleonora di Toledo, granduchessa di Toscana, ritratta nella sua austera nobiltà dal Bronzino.
Rare, anche se autorevoli le presenze femminili che testimoniano come i condizionamenti sociali del passato abbiano limitato la partecipazione attiva delle donne al mondo dell’arte.
Di Artemisia Gentileschi è la Cleopatra di una bellezza opulenta e sensuale nella sua rosea carnalità, mentre è Di Rosalba Carriera il “Ritratto di donna” tratteggiato con grazia svaporatamente settecentesca.
La penombra amica sembra favorire l’intimità tra i personaggi e il visitatore, quasi a voler scoprire il segreto delle reciproche identità. Così il viaggio nella “pittura dell’anima” si snoda dal Parmigianino a Tintoretto passando per l’Ottocento fino al secolo di Freud.
E allora la ricerca dell’identità scava nelle inquietudini e nei sogni, nell’ansia di vivere e nello straniamento. Temi che confluiscono nel complesso rapporto fra arte e psichiatria esplorato dalla critica in tempi recenti.
Le opere dell’Ottocento e del Novecento sono esposte al piano superiore del castello dove la luce più diretta e fredda sembra appiattire le immagini privandole di quell’ alone di mistero capace di sedurre il pubblico.
Se prima i soggetti dipinti erano intellettuali, nobili o condottieri, ora i volti appartengono alla gente comune. Così è il volto rassegnato al dolore di Santina Negri nel “Ricordo di un dolore” di Pelizza da Volpedo, intriso di follia l’autoritratto di Ligabue, fino alla pittura metafisica di de Chirico per concludere con Boccioni, Morandi, Sironi, Guttuso.
La sezione conclusiva della rassegna, “La ricerca dell’ identità – Altre solitudini” è invece collocata alla Galleria Comunale d’ Arte di Cagliari che vale, da sola, un’ attenta visita per l’esposizione permanente di opere di Balla, Boccioni, De Pisis, Morandi, Depero, Donghi, Casorati.
E’ appunto qui, fra i grandi del Novecento, che sono esposti i nove artisti viventi che concludono la mostra. Da non perdere il sardo Lino Frongia, con la sua magistrale reinterpretazione di Guercino, Andrea Martinelli con l’intensità penetrante del suo “L’uomo degli sguardi”, e il giovane altoatesino Aaron Demetz con la pacata compostezza delle sue immagini femminili scolpite nel legno della Val Gardena.
Tanti volti, specchio dell’ anima per tanti interpreti così lontani nel tempo e così diversi per stile e maturità artistica. Tutti vicini, però, nella ricerca dell’ identità dell’ uomo. Un’ identità ritrovata, forse, nel comune destino di solitudine esistenziale e di umana fragilità.
Informazioni:
DOVE : Castello di San Michele – V. Sirai , Colle di San Michele – Cagliari.
Galleria Comunale d’ Arte – Largo Giuseppe Dessì, Giardini Pubblici – Cagliari.
QUANDO : dal 21 giugno al 21 settembre 2003.
(e dal 18 ottobre 2003 al 18 gennaio 2004 a Palermo, Albergo delle Povere).
ORARIO : dal martedì al giovedì : 10.00-13.00 / 17.00-22.00; dal venerdì alla domenica:
10.00-13.00 / 17.00-24.00
INGRESSO: € 8,00 interi – € 6,00 ridotti – Gratis bambini fino a 5 anni, portatori di handicap e accompagnatori. Visite guidate : supplemento di € 2,00.
CATALOGO : SKIRA – € 28,00.
Per informazioni : Castello di San Michele Tel. / fax : 070 / 500 656.
e-mail : castellosanmichele@tiscali.it.
TIZIANO – RITRATTO DI PIETRO ARETINO
ARTEMISIA GENTILESCHI – CLEOPATRA