Testo e foto: Paolo Gianfelici
Augusta – La copia della statua dell’imperatore Augusto, il fondatore di Augusta (Augsburg in tedesco), è sulla Piazza del Municipio. L’originale del 1600 si trova nel cortile coperto del Museo Maximilian, tra due palazzi patrizi in stile rinascimentale. All’arte italiana si sono ispirati molti architetti, scultori e pittori che hanno operato ad Augusta tra il Cinquecento e il Seicento. Basta guardare le linee nette e pulite della facciata del Municipio e salire alla sfarzosa “Sala d’Oro”. Gli affreschi raffigurano otto sovrani pagani in coppia con otto sovrani cristiani. Lamine d’oro decorano il soffitto e le pareti. L’impatto visivo è impressionante. Altrettanto quello simbolico: lo sfarzo opulento del potere. Posso solo immaginare l’effetto, quando nella “Sala d’Oro” si riuniva la Dieta del Sacro Romano Impero con l’imperatore, i principi elettori e le rispettive corti.
Augusta è stata per duecento anni una città ricchissima e la sua prosperità in gran parte costruita da una famiglia, i Fugger, di banchieri e commercianti, e in particolare da Jakop Fugger (1459-1525), immortalato da Albrecht Dűrer nel celebre ritratto. Lo sguardo molto concentrato di Jakob ed i suoi lineamenti impassibili da giocatore d’azzardo si vedono ovunque, passeggiando per Augusta: dal quadro originale, conservato nella Staatsgalerie, alle sue copie e riproduzioni esposte in città, alle statue e busti. Il banchiere che prestava denaro ai papi, agli imperatori e agli stessi banchieri, come i Medici di Firenze, era anche un venditore di indulgenze, d’accordo con il pontefice romano, provocando l’indignazione di Lutero. Jakob fece costruire un’opera che avrebbe dovuto riscattarne l’immagine e che lo renderà famoso per sempre: la Fuggerei, oggi una delle maggiori attrazioni turistiche di Augusta.
E’ un quartiere della città, circondato da mura, a cui si può accedere attraverso tre porte. Durante il giorno i visitatori entrano pagando un biglietto. Dalle 22.00 alle 6.00 le porte sono chiuse. Solo gli abitanti della Fuggerei possono varcarle, pagando però una piccola multa.
Si prova una strana sensazione passeggiando tra le casette a schiera di due piani circondate da giardini molto curati. Mentre sulle stradine parallele c’è un po’ d’animazione, creata dai gruppi di turisti, il silenzio vicino alle abitazioni è totale. Mi avvicino alla facciata di una casa, un’ombra dietro la finestra tira la tendina. Nessun suono nell’aria: né di uomini, né di animali (un cartello su un cancelletto assicura che il gatto di casa è inoffensivo). La mia guida spiega che oggi nel quartiere, composto da 140 appartamenti, vivono persone indigenti di Augusta le quali, secondo la volontà del fondatore, Jakop Fugger, devono essere povere (ma per disgrazia, non per accidia), incensurate, cattoliche e recitare ogni giorno tre preghiere alla sua memoria e pagare 0,88 euro ogni anno (l’equivalente del Fiorino renano del Cinquecento). Ho visitato un appartamento: è composto da una cucina abitabile, camera da letto, soggiorno e bagno. Le stanze sono piccole e basse, costruite a misura (ridotta) degli esseri umani di mezzo millennio fa, e arredate con mobili contemporanei molto semplici.
Nella Fuggerei non esiste uno spirito comunitario. La maggior parte degli abitanti sono anziani e hanno pochi contatti tra di loro. Meno che meno con i turisti, considerati solo dei seccatori. Giro per le strade del quartiere da un’ora e non incontro un solo abitante.
Visito un altro appartamento arredato con mobili antichi e mi colpisce per la sua funzionalità, rispetto all’epoca che rappresenta. All’inizio del Cinquecento nessun povero in Europa poteva vivere in queste condizioni ottimali di igiene e confort. La Fugerei è il primo esempio al mondo di un quartiere di case popolari.
Sono state trovate delle analogie tra la Fuggerei e l’architettura delle antiche case veneziane povere. Jakob Fugger in gioventù abitò per qualche anno a Venezia, dove perfezionò la sua conoscenza sulle tecniche del commercio e si trovò a vivere in pieno Rinascimento italiano. Molti monumenti costruiti ad Augusta sono la conseguenza della sua esperienza culturale in Italia che diventò una tendenza artistica della città, anche dopo la sua scomparsa. Come il Palazzo Fugger con i suoi splendidi cortili interni e il famoso il Damenhof (il cortile delle donne), che si affaccia sulla Maximilianstrasse, una delle strade più seducenti della Germania per la bellezza delle facciate dei palazzi.
Ritorno sulla Piazza del Municipio, dopo aver percorso viali e piazze alberate, attraversato piccoli canali, simbolo di una città che fece la sua fortuna nella produzione tessile grazie all’abbondanza di acqua. La neve caduta durante la notte ha spruzzato di bianco la cupola a cipolla della torre Perlach. Salgo 261 gradini per arrivare ai 70 metri di altezza della galleria panoramica. La vista sulla città e sull’intera regione è superba. Mi propongo di rivenire qui in primavera, quando l’intensità della luce e le tonalità della natura metteranno ancora più in risalto le linee e i colori delle facciate dei palazzi e delle chiese, quando dalle tre fontane di Augusto, Ercole e Mercurio l’acqua tornerà a sgorgare.