Testo e foto: Paolo Gianfelici
Costanza – La statua di Impéria accoglie i visitatori al porto. E’ una cortigiana (“La belle Impéria” del racconto di Honorè di Balzac) e tiene nelle mani come due gingilli un papa e un re nudi. L’opera è dello scultore contemporaneo Peter Lenk e ricorda il Concilio di Costanza (1414-1418). La nave si accosta lentamente alla banchina e i passeggeri hanno modo di osservare la statua attentamente da tutti i lati, perché Impéria (18 tonnellate di cemento) impiega tre minuti per girare su di sé.
In questa città all’estremo sud della Germania si vive un’atmosfera molto particolare, che percepisci appena ti inoltri nelle strade del centro storico. I ritmi della vita sono molto calmi . Gli abitanti camminano tranquilli nella zona pedonale e si confondono con i turisti che arrivano qui da tutta l’ Europa, attratti dalla bellezza del lago e delle sue piccole spiaggie, dai vigneti digradanti verso le rive, dall’ isola fiorita di Mainau, dalle chiese e dagli orti dell’isola di Reichenau, Patrimonio dell’Umanità Unesco.
La città vecchia è uscita intatta dalla Seconda Guerra Mondiale, a differenza delle altre città tedesche. Costanza riuscì a salvarsi perché si finse svizzera. Proprio così, non è una fake-news. E’ tutto documentato nella sezione di storia contemporanea del Rosgarten Museum. Le case di Kreuzlingen in Svizzera erano e sono attaccate a quelle di Costanza e, per evitare di essere bombardati, gli svizzeri neutrali tennero le luci accese ogni notte per sei anni di guerra. Lo stesso fecero gli abitanti di Costanza che così evitarono la distruzione della loro città.
Appena scendo dalla nave posso ammirare l’enorme palazzo che ospitò il Conclave durante il famigerato Concilio, dove si incontrarono dignitari ecclesiastici e laici di tutta Europa e dove in quattro anni ne successero di tutti i colori (elezioni, deposizioni, dimissioni forzate di più papi, condanne ed esecuzioni sul rogo di filosofi e teologi importanti come Jan Hus). Anche la “Belle Impéria” fu molto impegnata.
Oggi il grande edifico storico ospita il ristorante Konzil e, poiché è l’ora di cena, mi siedo in riva al lago e assaggio cibi e vino a chilometro zero: un ottimo salmerino del lago grigliato con contorno di finferli, accompagnato da un calice di Muller Thurgau dei vigneti sopra le rive.
Il luogo dove si svolse il conclave che nel 1417 elesse papa Martino V è al piano di sopra. Salgo lungo una scala antica con le volte a crociera. E’ una sala enorme, completamente vuota. Oggi, su prenotazione, vi si tengono banchetti per 600 persone. Alcuni affreschi ricordano i grandi momenti storici che visse la città di Costanza. Sono incuriosito dalla didascalia di uno: Federico Barbarossa conclude il trattato di pace con i Lombardi 1183. La Pace di Costanza è la “Magna Carta” delle libertà dei Comuni italiani. Il riconoscimento imperiale della loro autonomia.
Il mio albergo si chiama Barbarossa. Percorro poche centinaia di metri e arrivo in una piazzetta. L’edificio ha molti secoli. Nell’interno enormi travi di legno a vista sostengono i solai e l’intera struttura. L’arredamento richiama la storia millenaria della città. Il giorno dopo la mia guida, uno studioso di storia locale, mi spiega che in quello stesso luogo sorgeva un altro edificio, dove nel 1183 l’Imperatore firmò la Pace con i Comuni italiani.
Costanza possiede monumenti di grande valore artistico, come la chiesa di Santo Stefano, o di grande interesse, come la Haus Rosgarten, un edificio medievale che ospita la più importante collezione d’arte della regione o la Haus zum Wolf con la facciata rococò, di fronte alla fontana dell’imperatore che allude al passato illustre della città. Ma la bellezza profonda di Costanza consiste nell’aver conservato intatta la propria antica struttura urbanistica. Una passeggiata nell’Altstadt verso il Reno fa scoprire angoli deliziosi, dove la semplicità delle linee archiettoniche di una facciata si accompagna ad una pianta rampicante in fiore, ad un cespuglio colorato, ad un semplice alberello. Osservi la vita tranquilla tra quelle stradine degli abitanti di oggi, le mamme che portano i loro bambini a spasso con il passeggino, e ti appare incredibilmente vicina alla vita degli abitanti di ieri.
La bellezza di Costanza scorre lentamente e dolcemente, come le onde del suo lago.
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