Pordenone – Una full immersion nel Pordenonese serve a disintossicarsi dai “veleni metropolitani”. Si inizia con una passeggiata sotto i portici del capoluogo, ammirando le finestre gotiche trilobate e gli antichi affreschi sulle facciate dei palazzi d’epoca. Si consuma una cioccolata calda nel caffè d’atmosfera mitteleuropea su Corso Vittorio Emanuele e si ritrova per magia, a mezz’ora dall’arrivo in città, un effimero equilibrio con se stessi e gli altri.
Sono alla ricerca del Palazzo della Provincia, dove si svolge un convegno dedicato ai vini e cibi del territorio. Un signora interpellata per strada dà indicazioni nella gentile parlata del luogo, a cavallo tra il veneziano ed il friulano. Ma non è troppo sicura delle sue stesse informazioni (la nuova sede della Provincia è in un palazzo restaurato di recente) e mi accompagna con premura per un centinaio di metri, fino a destinazione. La città si presenta da subito gradevole ed accogliente, ma il top del bello e del buono deve ancora arrivare.
Ascolto con curiosità discorsi infarciti con nomi di piatti invitanti e di vini famosi, mentre sullo sfondo scorrono le immagini di vigneti con i colori ruggine dell’autunno e verdi uliveti distesi sui pendii delle colline. Com’è diverso il Pordenonese dalla sua immagine corrente. Si pensa di trovare una provincia invasa dagli stabilimenti dove si fabbricano mobili o elettrodomestici e si scopre un territorio che ha conservato le sue radici rurali, le sue tradizioni, i suoi racconti.
L’itinerario inizia, appunto, a “Le Favole”, l’azienda agricola dei Evio e Angelo Cadorin nella località Terra Rossa a Caneva. Grandi vigneti in collina, circondati dai boschi e con le Prealpi sullo sfondo. Il colore vivace della terra ricca di minerali, lottimo drenaggio della pietra carsica. Il luogo ideale per fare del buon vino.
La sala da pranzo si trova sopra la nuova cantina. Il paesaggio verde e mosso sembra abbracciarti, mentre sei seduto al lungo tavolo di quercia. Le carezzevoli promesse, udite il giorno prima al convegno, diventano realtà in un sorprendente crescendo. Il Friulano accompagna il prosciutto di San Daniele e le verdure grigliate. Poi viene servito un sapido Malvasia con gli gnocchi salsiccia e prezzemolo, seguiti dalle crespelle con radicchio verde e crema di Montasio.
La pitina è uno dei cibi più arcaici del Friuli ed è prodotta seguendo il disciplinare del presidio Slow Food. Sono delle polpette di carne macinata di capra, maiale e cacciagione, passate nella farina di mais e affumicate sulla mensola del fogher (focolare) e poi stagionate. Le fettine di pitina hanno un piacevole sapore intenso e un po’ selvatico, stemperato dalla confettura di Figo Moro con bacche di ginepro. Per un piatto così forte niente di meglio di un Refosco dal Peduncolo Rosso e quello Storiis è di una struttura notevole. Dulcis in fundo la Gubana, una pasta lievitata con noci ed uvetta, spruzzata con un bicchierino di grappa.
A “Le Favole” si può anche pernottare nell’antico casale, circondati dal verde della pianura. Si trova vicino a Sacile, il Giardino della Serenissima. Questa cittadina, frequentata un tempo dai patrizi veneziani durante l’estate, è un luogo originale e gradevole, dove il fiume Livenza forma due isolette. I piccoli palazzi nobiliari in stile rinascimentale con gli attracchi sul fiume, i ponti, tutto ricorda Venezia in un’edizione sobria e provinciale. E poi il verde, tanto verde. Giardini, orti, salici piangenti che si riversano sul Livenza. L’angelo girevole sul campanile del Duomo guarda la piazza, segno di cattivo tempo. Infatti piove, ma Sacile incuriosisce molto e non voglio privarmi del piacere di esplorarla. Ammirando il semplice e scolorito dipinto di un cavallo e cavaliere sulla facciata di un modesto palazzetto oppure i bellissimi affreschi del Cinquecento in corso di restauro del Palazzo Ragazzoni-Flangini-Biglia.
L’itinerario nella Pordenonese prosegue a Valvasone, un piccolo centro tagliato fuori nell’Ottocento dalle grandi linee di comunicazione stradale e ferroviario e, grazie a questo, ha conservato quasi intatta la sua fisionomia medievale. Molte strade hanno ancora il fondo fatto di ciotoli di fiume. Le mura delle case sono di pietra e di sassi. I Castello dei Conti Valvason, a pianta circolare e con il pozzo interno, ha l’aria un po’ sinistra dell’antico maniero. Il duomo, costruito in un momento di passaggio tra il romanico ed il gotico, ospita un organo del Cinquecento veneziano con le portelle dipinte da Giovanni Antonio Pordenone. L’atmosfera severa ed armoniosa del luogo è ideale per ascoltare una toccata e fuga di Bach..
Nelle vicinanze di Valvasone ha sede la grande azienda vinicola de “I Magredi”. E’ soprattutto il regno dei bianchi: dal Friulano al Pinot Grigio, dal Sauvignon Balnc allo Chardonnay. Ma anche qualche rosso come il Refosco o il Merlot con le caratteristiche di struttura leggera. I vigneti sono in pianura. Ma una pianura quella delle Grave con caratteristiche geologiche molto particolari dove i terreni ghiaiosi e sassosi offrono un habitat ideale per la coltura della vite. Le pietre trasmettono alla pianta di notte il calore che hanno accumulato di giorno. La stagione della vendemmia può così essere protratta, le uve raccolte più mature e noi deliziarci di vini friulani ricchi di sapori e profumi.
E la scoperta del Pordenonese prosegue, in un crescendo di piacevolezza e curiosità.
Informazioni utili:
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Piculit-Neri, Forgiarin, Cjanoros sono i nomi antichi e vivaci di alcuni rossi prodotti nella azienda di Bulfon, piccola, (dieci ettari di vigna), ma grande per qualità. Da più di trent’anni Emilio Bulfon svolge un lavoro di recupero di vitigni dimenticati, coltiva viti autoctone e produce vini che hanno grande successo anche sui mercati esteri. Un bianco, lo Sciaglin, era noto nelle colline dello Solinberghese già nel Quattrocento. Il Blanc di Sanzuan, fruttato e secco, è un vino che nel Settecento si consumava alle mense dei nobili in occasione delle cerimonie nunziali. 33090 Valeriano Via Roma 4 Pinzano al Tagliamento (PN) www.bulfon.it Bulfon Alloggio Agrituristico Via Sottoplovia 28 33090 Valeriano (PN) www.bulfoagriturismo.comRiproduzione riservata © Copyright TidPress