Redazione TiDPress
La lunga tournée della commedia “L’erba del vicino è sempre più verde” scritta e diretta da Carlo Buccirosso dopo Roma sta calcando (e calcherà) la scena di molti teatri in tutta Italia per terminare a Milano al Teatro Manzoni (dal 2 al 14 maggio 2023). La storia di Mario Martusciello, un funzionario di banca che ha scelto di vivere in un piccolo appartamento per allontanarsi da una moglie troppo ingombrante, intreccia situazioni drammatiche a quelle comiche con una leggerezza che ricorda la grande tradizione del teatro napoletano e coinvolge appieno gli spettatori.
Il sipario si apre su un moderno loft con un letto posizionato su un piano rialzato, delle grandi vetrate e una porta d’ingresso che permette ai vari personaggi di entrare in scena. La vicenda è un giallo con sfaccettature psicologiche terreno di riflessione. Perché il protagonista è così coinvolto dall’amicizia con il suo vicino di casa? La vita degli altri è veramente come ci appare a volte e cioè meglio della nostra? E ancora: come affrontare la propria insoddisfazione? Meglio soli o in compagnia? Il loft di Mario è parecchio affollato e le debolezze del protagonista che nella prima scena appare in un evidente stato di angoscia creano subito un forte legame con il pubblico. Così, quando Mario è ironico o autoironico si ride volentieri e quando è assalito dai problemi o è invischiato in situazioni ingestibili si sta con il fiato sospeso. Il tempo passa in fretta, la tavolozza dei colori delle emozioni umane è sapientemente usata da Buccirosso per dare le giuste pennellate e raccontare gelosia, fascino, doppiezza e tradimento, ma anche leggerezza e ironia. La sua interpretazione come quella degli altri protagonisti è intensa ma allo stesso momento equilibrata ed è soprattutto una conferma: il teatro napoletano è uno strumento formidabile per raccontare l’animo umano, si adatta alla contemporaneità ed emoziona perché narra vicende di persone comuni in un mondo che spesso normale non è, anche se a volte soltanto dentro di noi. Ma uscire dal nostro io e provare nuove strade che appartengano solo a noi – e non ai nostri “vicini” – resta una delle cose più difficili da fare.
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