Testo e foto: TiDPress
Gubbio – La visita del Palazzo dei Consoli di Gubbio regala un’esperienza unica. La facciata in conci di pietra, la gabbia di ferro per esporre alla berlina i ladri, l’Arengo dove si riunivano i cittadini nel Medioevo per discutere liberamente e deliberare, tutto fa pensare ad un mondo arcaico, ma diretto verso un progresso. La scalinata interna, ripidissima, porta a un labirinto di sale e corridoi dove è facile perdersi, i passaggi sono lunghi e stretti, gli stipiti di pietra bassi e massicci. Uomini piccoli di statura, ma agili e robusti, frequentavano questo palazzo che oggi ospita collezioni di quadri, ceramiche e custodisce le preziosissime Tavole Egubine. Sono sette tavole di bronzo scritte tra il III e il II secolo a.C. in lingua umbra, ma in caratteri, latini, umbri ed in parte etruschi. Il testo contiene regole sulle pratiche religiose del popolo umbro nell’arco del I millennio a.C. Il linguista Giacomo Devoto considera le tavole eugubine come il “più importante testo rituale di tutta l’antichità classica”. Dalla loggia del Palazzo dei Consoli lo sguardo spazia sul magnifico e dolce paesaggio della campagna.
Un bellissimo sentiero tra piante di ulivo e prati conduce al Park Hotel ai Cappuccini, un antico convento restaurato. Le linee severe del chiostro si accostano con armonia a quelle colorate e contemporanee della Spa. La 92 camere, silenziose e confortevoli, sono ricavate alcune nella parte antica del convento, sopra il chiostro, le altre in stile contemporaneo, comprese alcune suite, nella parte nuova. Molto bella e rilassante la lobby – lounge bar. Camini, quadri d’epoca, opere d’arte contemporanea firmate da Giulio Aristide Sartorio, Giuseppe Capogrossi, Arnaldo Pomodoro.
Nel ristorante (il servizio è impeccabile) si possono assaggiare i piatti tipici della cucina umbra: gustosissime la tagliatelle con il bianchetto, il tartufo nero di Gubbio, raccolto nella stagione primaverile e il polpettone di carciofi con crema di pecorino. Squisiti, a fine pasto, i tozzetti di Gubbio all’anice con mandorle e i biscottini del convento con zucchero caramellato.
Poco distante dal Park Hotel ai Cappuccini si trova la Cantina Semonte. Un edificio antico in collina circondato dai vigneti dell’azienda agricola. Le nuovissime botti in cemento sono modellate con forme da design. Sui pupitre in legno le bottiglie di spumante metodo classico a testa in giù aspettano di essere girate manualmente per il remuage. Battista, 50% di Chardonnay e 50% di Pinot Nero, è fresco ed equilibrato. Il bianco fermo Monteleto, Chardonnay in purezza, sapido, ha una nota piacevole di acidità. Poi arriva il tagliere di formaggi e salumi umbri con un ottimo accompagnamento: il rosso Cordaro. Le uve sono quelle del Dolcetto (90%), che dal Piemonte è arrivato sui colli dell’Alta Umbria dopo l’unità d’Italia, aroma di frutti rossi e con una buona acidità, equilibrata dalla morbidità del Merlot (10%).
L’aria frizzante della primavera invita a una passeggiata tra i vigneti dell’azienda agricola dopo l’apericena. Lo sfondo della vallata si è colorato di rosso. In questa parte dell’Umbria sulle pendici dell’Appennino regna il silenzio e la tranquillità ancor più di qualsiasi altro luogo di questa regione.