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Nel nuovo Museo della Scienza di Trento (Muse) nel vuoto tra il lucernario e il piano interrato se ne sta, apparentemente in bilico, un asino, simbolo dell’incredulità popolare. L’asino nella sua nuova dimensione sospesa non è però da solo. A fargli compagnia, tra gli altri, due stambecchi impegnati in una lotta, un cinghiale, un cervo, una pecora. Per tutti vale il discorso del sapersi adattare alle situazioni. Quelle volute dall’uomo che per catturare lo stupore dei visitatori nel contenitore progettato da Renzo Piano, li hanno messi nella condizione di “coloro che son sospesi”. Il Muse non è però solo un effetto speciale. Oltre alle linee pulite della sua architettura che dialoga alla perfezione con le montagne che le fanno da sfondo, permette ai visitatori di fare un viaggio nel territorio scoprendone tra l’altro origini, problematiche, salvaguardia e futuro.
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