Testo e foto: Elvira D’Ippoliti
Sulla bella Haidplatz la gente del posto è seduta al caffè “Goldenes Kreuz” (Croce d’oro) e fa colazione all’aperto. Il sole splende e la città si prende cura di sé. Con il lavoro accurato di uno spazzino che raccoglie con puntigliosità ogni pezzetto di carta inavvertitamente caduto sul selciato, dove un tempo hanno camminato imperatori, principi ed ambasciatori del Sacro Romano Impero della nazione germanica. Perché Ratisbona, in tedesco Regensburg, fu dal 1663 sede permanente delle diete imperiali. La piazza è racchiusa tra palazzi medievali e, fissando lo sguardo su una di queste costruzioni, si nota che la parte più alta è leggermente inclinata all’interno. Le strade medievali erano molto strette e i pericoli d’incendio molto grandi. Inclinando la parte superiore di un palazzo verso l’interno, si tentava di proteggere le case vicine, in caso di crolli.
Ratisbona è riuscita a mantenere fino ad oggi gran parte del suo aspetto originale. Per farlo godere a tutti, dal 2006 il suo centro storico fa parte del Patrimonio dell’umanità protetto dall’Unesco. Un riconoscimento di cui andare fieri, ma che il carattere bavarese tende a sdrammatizzare.
Di tutt’altro genere, ma sempre sotterranea, è la visita ai ruderi di una casa di mercanti ebrei sotto la Neupfarrplatzt. Ebrei e cristiani convivevano in modo pacifico. La sinagoga si trovava proprio davanti all’odierna Neupfarrkirche, ma poi l’equilibrio si spezzò nel momento in cui la floridezza dei suoi mercati cittadini si esaurì (inizio XVI secolo). Il quartiere ebraico fu dato alle fiamme e la sinagoga rasa al suolo.
Per stringere di più il legame con la città si deve tornare al fiume, che era la via principale per trasportare le merci che rendevano ricca Ratisbona. Come il sale depositato in edifici a ridosso del fiume. O le foglie trasformate in tabacco da fiuto in una fabbrica nel centro della città. Oggi è un museo che occupa solo una parte del complesso architettonico risalente al XII Secolo. Lo spazio restante è un normale condominio: a Ratisbona si è abituati a rispettare e a convivere con il passato.
Il ponte che attraversa il Danubio porta molto bene i suoi quasi novecento anni. Sull’altra sponda e lungo il fiume è possibile riposarsi nelle giornate di sole sdraiati su un prato. E poi, nel tardo pomeriggio, si può salire sulla Brückturm, la torre di fronte al ponte che oltre ad ospitare il più piccolo museo della città che ne testimonia le fasi di costruzione, è la postazione ideale per guardare il panorama di Ratisbona, che tranquilla, ma piena di vitalità si prepara per la sera, e accogliere il suo invito a scoprirla di nuovo il giorno successivo.