Kassel (TidPress) – L’arte può aiutarci a trovare l’essenziale in un mondo dominato dal superfluo? La risposta bisogna trovarla da soli, a fatica, visitando le opere sparse in varie sedi di Kassel, dove si svolge fino al 23 settembre Documenta numero 12, una delle più autorevoli manifestazioni d’arte del mondo.
Le didascalie con autore, titolo e data sono scarne. Pochi i nomi noti di questa Documenta. A differenza della Biennale di Venezia a Kassel sono quasi assenti i personaggi del mercato internazionale, i ricchi sponsor che offrono feste e gadget.
La mondanità è assente. La visita dei Documenta ha un senso solo se si è disposti a pensare oltre che a guardare.
Giardini dell’Orangerie Tanaka Atsuko, Work, 1955 |
Ai Weiwei Template, 2007 |
Prima domanda: la modernità è la nostra antichità? Le risposte arrivano dall’Est Europa e dal Sud America.
Raccontano “le vite degli altri oltre il Muro”, quando Jiri Kovanda sfidava i passanti con lavori di disperata vitalità nella Praga depressa degli anni Settanta. Oppure la paura del bulgaro Nedko Solakov, informatore della polizia segreta, raccontata con 99 disegni in inchiostro bianco e nero.
Seconda domanda. Possiamo essere politici senza le ideologie? Sicuramente è politico il fotogiornalismo di Guy Tillim che documenta con la cura dell’artista la campagna elettorale in Congo, dove la parola democrazia si trasforma in una divinità magica, tra ritualità tribali e violenze. Sono politici i video dell’indiano Amar Kanwar che rappresenta sia la bellezza del paesaggio sia l’orrore nei racconti delle vittime degli stupri etnici.
Le storie degli individui s’intrecciano con la Storia., dall’India alle favelas del Brasile, dall’Europa prima dell’89 all’Asia di oggi. La globalizzazione è l’occasione in cui si può costruire un nuovo umanesimo planetario.
Info:
www.kassel-tourist.de
www.documenta.de
16.08.2007