Zurigo (TidPress) – A Zurigo le ore sono scandite dal duetto tra due campanili. Il Frauenmünster dà il la e St. Peter, lì accanto, risponde a tempo. Sulla riva del fiume Limmat, la città si offre, notturna, allo sguardo dei visitatori e il suono dei carillon si trasforma in una magica filastrocca che intona l’animo e apre gli occhi alla scoperta. Se si pensa a Zurigo da lontano, ci si prefigura un luogo tutto dedito agli affari, forse un po’ chic e, chissà, un tantino noioso. Poi una sera d’inverno si arriva in città, si comincia a percorrerne le strade lungo il fiume e si viene avvolti dalla sua pulsante vitalità. In lontananza si sente una musica, basta seguirla. E’ facile innamorarsi di Zurigo.
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Il Lago di Zurigo |
Primo movimento – adagio ma non troppo
L’acqua a Zurigo è viva e presente. Il fiume Limmat parte da lontano ed entra nel cuore della città. Una linfa che di notte fa da specchio a palazzi e chiese illuminati che sembrano compiacersi di tanta attenzione e di quell’effetto creato dal riflesso e dal tremolante luccichio sull’acqua che raddoppia la loro aggraziata architettura. Una passeggiata lungo il fiume è la lenta (ma non troppo) introduzione alla città. Piove, e questo non fa altro che avvicinare all’elemento principe di Zurigo.
Le strade sono animate da persone che ignorano il freddo e la pioggia. Questa città è così ricca di stimoli che non si può rimanere chiusi in casa, sembrano ripetere ad ogni passo. Si è soli, ma ci si sente in compagnia. E’ come camminare in un organismo vivente, e, soprattutto, accogliente. Il sistema nervoso sono i tram che sferragliano e s’intersecano di continuo. L’arteria principale è il fiume. Tutto vibra e tutto vive.
Usciti dalla stazione centrale ci si trova ad “affrontare” il primo ponte: luci moltiplicate nell’acqua e l’invito a scoprire le due strade, il Limmatquai ed il Bahnhofquai, che costeggiano l’acqua e su cui si affacciano negozi, caffè e edifici storici. Il freddo non si sente. Sembra quasi che a Zurigo l’acqua non porti con sé umidità. Le vetrine espongono merci lussuose e lo sguardo in un caffè conferma tanta raffinata eleganza. Il percorso è lungo e si esprime al meglio, quando ci si confronta soltanto con l’essenza della città. Impossibile ignorarla: ha il fascino vero che solo l’autentica bellezza riesce a comunicare. I ponti sfilano ordinati ed ognuno è una personale e particolare introduzione allo scorcio che si vedrà guardando verso l’altra sponda. Quello da cui si scorge il Grossmünster è punteggiato di luci che omaggiano la chiesa principale. Lì vicino, proprio a ridosso del fiume, la Wasserkirche (chiesa dell’acqua) e, un po’ più in là, il teatro dell’opera. Tutto sorride in una sera d’inverno e la musica continua lontano.
Secondo movimento – andante moderato un poco maestoso
Zurigo è storia palpabile. Sulla riva sinistra del Limmat e dietro al Grossmünster si trova il ricamo di piccole vie, la città vecchia. Di giorno o di notte è tutto uno scoprire piazzette, locali, negozi particolari e poi salire piccole salite che sfociano in uno slargo da cui si dipanano altre stradine. Alzando lo sguardo ogni facciata racconta la sua storia. I secoli si susseguono e al ricordo il cuore accelera un po’ i battiti. Si torna al presente: negozi d’arte, d’abbigliamento e tanti locali per un aperitivo, una cena o ciò che d’altro si può desiderare. Un quartiere intimo e intenso, come una canzone che non si vorrebbe mai smettere di ascoltare.
Terzo movimento – allegro con brio
Padroni della città pur nella loro obbligata scia d’acciaio, i tram sono ovunque, ma sulla Bahnhofstrasse la loro presenza richiede più attenzione e rispetto. Il loro regno è la strada, ai pedoni sono riservati i marciapiedi. I confini sono rigidi e se da un lato della lussuosa via si scorge un negozio sull’altro lato, provando l’irrefrenabile desiderio di andarne ad osservare le vetrine da vicino, prima di compiere la traversata c’è da chiedere permesso agli onnipresenti vagoni azzurri che, volenterosi e infaticabili, vi portano ovunque, ma non si fermano volentieri davanti ad un pedone poco accorto. Ciò premesso, la strada è tutta un’aprirsi agli acquisti. Abiti, orologi (siamo pur sempre in Svizzera!), gioielli, scarpe e il tutto più ricco e raffinato che si riesca ad immaginare. Rimanendo poi nelle fantasie alimentari, il cioccolato di Sprüngli e Merkur. Una volta entrati nelle boutique del cacao, scoperto in quanti modi è possibile coniugare il materiale cioccolato e quali molteplici forme può assumere, è difficile uscirne senza aver acquistato qualcosa da far sciogliere piacevolmente in bocca.
Per rimanere in zona e ricaricare le energie spese durante lo shopping un’esperienza da fare è quella di andare a mangiare in un ambiente tipico come lo “Zeughauskeller” (la cantina dell’armeria). Affollatissimo, tanto che si può essere costretti a rimanere fuori in fila prima di entrare, sui tavoli rustici, dove si mangia in compagnia d’altri commensali, sono serviti wurst di tutti i tipi accompagnati dall’insalata di patate più gustosa della città. Il vociare all’interno è assordante, ma la città è sempre pronta con la sua tranquilla efficienza ad accogliervi all’esterno per scoprire una stradina così pittoresca come la Augustinergasse che sembra essere stata costruita apposta per donare equilibrio e serenità.
Quarto movimento – scherzo
Una “dependance” della foresta pluviale si è insediata in città. Il tram si inerpica su per la panoramica strada dello Zurichberg. Ovunque case eleganti e curate, giardini e viali alberati. Poco lontano dal capolinea una “bolla” contiene un ambiente che riproduce fedelmente la foresta pluviale. Qui si è raccolta tutta l’umidità assente in città. La vegetazione è così rigogliosa che in alcuni punti non si vede più la struttura trasparente. Le urla disumane delle scimmie lemuri accompagnano i visitatori. Gli abitanti della biosfera si tengono discretamente in disparte, ma nei momenti cruciali, magari mentre si attraversa uno stretto e traballante ponticello fatto di tronchi d’albero, si fanno sentire in maniera prepotente. Chissà se al loro arrivo e prima di essere chiuse nel loro ambiente artificiale si sono godute anche solo per un attimo il panorama sulla città.
Quinto movimento – adagio molto
La Bahnhofstrasse che sprizza merce da tutti i pori finisce nella placida maestà del lago. Ciò che qui si abbraccia con lo sguardo invita la mente a riposarsi. E a continuare a meravigliarsi per quante lucenti sfaccettature è composto il diamante Zurigo. Il lago appare infinito, ma fatti pochi passi si è di nuovo in città. A scegliere senza fretta dove andare a cena. La noia è bandita e ogni locale è un micro-universo di storie. Il “Vorderen Sterne” è piccolo e sembra di essere entrati in un appartamento d’amici che ricevono volentieri. A Zurigo non ci sente mai “in visita” ma si vive insieme agli abitanti. E’ come se ad ogni turista fosse consegnata al suo arrivo una chiave della città. Da usare come meglio crede. Zurigo è schietta, non si nasconde e non delude.
Finale
I gabbiani si riuniscono sull’acqua del lago e sembrano apprezzare molto il loro piccolo “mare” circondato da montagne. Le loro strida non disturbano la sinfonia della città. Si torna al punto di partenza, al Quai lungo il fiume. La musica lontana si fa più vicina. Zurigo, sorniona, resta a guardare. Sotto un portico davanti al Grossmünster un suonatore solitario di flauto accompagna il riposo della città. La sinfonia della città continua armoniosa e accogliente.
Info:
Zurigo Turismo
Stampfenbachstrasse 52
Casella Postale
CH-8021 Zurigo
Tel. +41 44 215 40 00
www.zurigoturismo.com
15.02.2008
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Zurigo: la foresta pluviale |