Terre d'Europa

Svizzera
Campionati Europei di calcio a Berna

Testo e foto: Paolo Gianfelici



 La capitale elvetica si prepara ad accogliere i tifosi nel suo armonioso insieme di storia, natura e modernità

Berna (TidPress) – Le bandiere si gonfiano e si ripiegano seguendo il ritmo del fresco vento primaverile. Alcune rappresentano l’orso, nero su sfondo giallo, che è il simbolo della città. Sulle altre tanti disegni colorati che rallegrano le facciate dei palazzi. Berna si è vestita a festa per accogliere gli ospiti che visiteranno la città in occasione dei campionati europei il cui fischio d’inizio sarà il 7 giugno – a Berna l’Italia giocherà il 9 giugno con l’Olanda.

Racchiusa nell’ansa del fiume Aare, la capitale della Svizzera ha un sottosuolo medievale e la penisola sulla quale si trova sembra essersi “incuneata” a forza, e sotto la spinta delle costruzioni che la ricoprono, nelle verdi acque del fiume. Per la verità il primo insediamento è nato sulla punta della penisola ed è il nucleo più antico della città, collegato per molto tempo con la natura che la circonda solo attraverso il piccolo ponte di pietra. Per giungere a questo cuore “intimo” di Berna, si comincia dall’altro capo della storia.

Sulla piazza della stazione squadre di operai in divisa arancione lavorano alacremente. Il loro obiettivo è di finire entro la fine di maggio la costruzione di una tettoia in plexiglas, che sotto la sua forma ondulata, permetterà di aspettare i tram e gli autobus che collegano fittamente tutta la città senza farsi sorprendere dalla pioggia.
Alexander Tschäppät, Stadtpräsident, presidente, e dunque sindaco della città, sorride all’idea che questo lavoro sia stato realizzato per gli europei. “Lo avevamo programmato già da tempo”, dice nel suo ufficio “invaso” da ogni genere di gadget di Euro 2008, magliette dei calciatori e addirittura un calcio da tavolo. Per integrare gli oltre sei chilometri di portici che già “proteggono” la città e rendono Berna il salotto per lo shopping coperto più grande d’Europa, viene da pensare.
“Siamo abituati a ospitare molte feste. Il carnevale e il mercato della cipolla, ad esempio, richiamano qui fino a centomila persone. Non ci aspettiamo grandi problemi dagli europei. Ci siamo preparati al meglio per offrire allegria, spettacoli, musica e sport. Il resto lo faranno italiani, olandesi e francesi con la loro voglia di divertirsi. Sono sicuro che Berna saprà affascinare tutti e che molti torneranno a scoprirla più da vicino”, spiega ancora il sindaco.

Giochi d’acqua sulla Piazza del Parlamento
Federale

Il Sindaco di Berna Alexander Tschäppät (a sin.)
e il caporedattore di TidPress

Dalla stazione comincia il viaggio a ritroso nel tempo. Parte prima – 14mo secolo e dintorni: la torre che fungeva da sentinella alla città non esiste più e l’ingresso nella storia è stemperato dalla presenza di negozi e grandi magazzini. La Aarbergergasse e la Neuengasse durante gli europei saranno chiuse al traffico e trasformate nelle prime due aree dedicate ai fan, le fan-zone, dove godersi la città e rifocillarsi nei tanti locali. La seconda parte, 13mo secolo, comincia poco più in là. Il fossato che divideva la città dall’esterno, come è accaduto per gli altri fossati, è stato riempito e trasformato in piazza. Sulla Bärenplatz (Piazza degli orsi) sarà montato uno dei due maxi-schermi sui quali seguire la propria passione all’ombra delle mura antiche, la cui unica traccia è la posizione degli attuali edifici. Il solo pezzo autentico è una piccola torre inglobata nel nuovo, che a Berna ha sempre un sapore antico.

Orsi guerrieri di Berna

Enoteca in cantina

L’altro maxi-schermo sarà davanti al parlamento svizzero. La piazza antistante l’edificio terminato nel 1902 ospita una serie di “bocche” che dal pavimento eruttano dei forti getti d’acqua sincronizzati. I cittadini di Berna vivono con grande naturalezza l’ufficialità della sede del loro governo e non appena il tempo lo permette, il piazzale si trasforma in una “spiaggia” cittadina, dove sdraiarsi a godere il sole e a osservare la gioia dei bambini che, ormai zuppi, continuano a giocare a nascondino con i getti d’acqua.
La terza e ultima parte del “libro di storia” di Berna è datata 1191. La torre sentinella di quel periodo è ancora presente e fermarsi lì davanti a viso in su è quasi obbligatorio. Si osserva l’imponente orologio della Zytglogge (campana del tempo) che pochi minuti prima di ogni ora piena annuncia con un po’ di malinconica allegria, il passare del tempo. Un gallo dorato apre le ali, un burlone muove le gambe e suona una campanella mentre un carillon compie il suo giro. Ultimo atto della breve messa in scena: il rintocco della campana d’oro sulla sommità della torre. L’orologio è – ovviamente – esatto ed è ricaricato ogni mattina. Seguendo le sue indicazioni sarà impossibile arrivare in ritardo alle partite che si svolgeranno nello Stade de Suisse. Si può raggiungere a piedi (sono 3,4 km dalla stazione) e percorrendo, proprio dietro la torre dell’orologio, la Kornhausplatzt (piazza della casa del grano, casa che nella cantina ospita ora un grande ristorante) e passando sotto la fontana più misteriosa e inquietante di Berna: l’orco che mangia i bambini. Inutile chiedersi perché si sia sentita l’esigenza di rappresentare in questa fontana medievale (a Berna ce ne sono molte altre, colorate e portatrici d’acqua potabile e buon umore) un omaccione che agguanta diversi bambini, mentre le gambe di uno degli sfortunati, già mezzo inghiottito, gli escono dalla bocca: nessuno vi saprà rispondere.
La “punta” più antica della città è anche la parte più emozionante. Berna dal 1983 è patrimonio mondiale dell’umanità secondo la catalogazione dell’Unesco. “Non siamo mica un museo”, spiega però il sindaco. “Per entrare in contatto con la città basta muoversi a piedi, aprire gli occhi, parlare con le persone e avere voglia di divertirsi”. Pochi semplici suggerimenti che aprono un caleidoscopio di possibilità. E invitano a esplorare ad esempio le tante cantine che si affacciano direttamente sulla strada e che nel tempo sono state trasformate in negozi (ci si trova anche un internet point che custodisce moderne forme di comunicazione tra le sue ruvide pareti di pietra antica) e ristoranti.
Il sottosuolo di Berna è rimasto medievale e anche se la città è stata ricostruita questa parte nascosta è un elemento importante per “carpirne” l’atmosfera. Il nucleo antico termina su un ponte moderno. Il fiume scorre impetuoso molti metri più in giù e, vertigini permettendo, si osserva, sulla destra, il quartiere Mätteli e, a sinistra, il piccolo ponte che un tempo era l’unica propaggine sopra l’Aare. Lasciata alle spalle la città, si possono andare a salutare gli orsi: sono soltanto due al momento e cominciano a sentire il peso degli anni. Per ora si trovano nel vecchio fossato, circolare e un po’ limitato, ma la città sta realizzando poco lontano un parco tutto per loro: una sistemazione più adeguata per l’animale principe della città.n

Informazioni:
La terrazza panoramica del ristorante “Altes Tramdepot” offre una vista d’insieme sulla città che da qui sembra una stampa del ‘700. La birra è ottima e fatta in casa. Si mangiano specialità locali oppure fantasiosi piatti internazionali. Altes Tramdepot, Am Bärengraben, www.altestramdepot.ch
Cambiando prospettiva e per ammirare l’architettura di Berna dal basso, si può scendere al ristorante “Schwellenmätteli” che si trova su un isolotto dell’Aare. Qui si mangia accompagnati dal “musicale scroscio” della corrente del fiume. Schwellenmätteli, Dalmaziquai 11, www.schwellenmaetteli.chRenzo Piano ha interpretato il paesaggio alpino della Svizzera realizzando le tre “colline” in vetro e acciaio che compongono il “Zentrum Paul Klee”. La struttura si integra nel verde paesaggio che circonda Berna ed è museo, spazio espositivo e centro studi sull’opera del pittore svizzero. Zentrum Paul Klee, Monument im Fruchtland 3, www.zpk.org

Info su Euro 2008 a Berna: www.euro08-bern.ch
Sulla città: Bern Tourismus www.berninfo.com

21.05.2008

Il carillon della Zytglogge

La fontana dell’orco

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