Testo e foto: redazione TiDPress
I conti di Roero che danno il nome al territorio piemontese che comprende, unico in Italia, una DOCG con due varietà autoctone, l’Arneis e il Nebbiolo, hanno dominato questa terra dal tardo medioevo fino al Settecento. L’evento “Roero Days” che si è svolto a Roma curato dal Consorzio di Tutela del Roero è stato la vetrina ideale per immergersi in questa realtà vinicola e apprezzare appieno la qualità dei vini. I 50 produttori presenti hanno offerto in degustazione 300 vini con due verticali dedicate al Roero Bianco e al Roero Rosso. Una bella mostra fotografica ha dato modo al pubblico di scoprire, attraverso i cinquanta scatti esposti, tutto il fascino del territorio del Roero che dal 2014 è stato incluso nella lista dei Paesaggi Culturali Patrimonio dell’Unesco.
Tra i produttori, ecco l’eleganza dei vini “Monchiero Carbone” come il Nebbiolo 100% “Printi” Roero Riserva che sprigiona sentori di lampone e mora e mostra un brillante colore rubino. L’intensità di colore è più tenue per il Roero DOCG “Srü”, un vino ricco di profumi primari con tannini gentili e vellutati. Il Roero “Testun” della cantina “RiDaRoca” è affinato in botti piccole per 36 mesi e per altri 12 mesi in botti d’acciaio. È un vino che amalgama acidità e potenza alcolica e si abbina bene con primi piatti strutturati e piatti di carne. Il produttore “Carlo Casetta” ha presentato tra gli altri l’Arneis giallo paglierino con riflessi verdolini “Bel”, un nome che evoca la bellezza del territorio con un gusto fresco ed elegante.