Testo e foto: Lisa Mittelberger
Solkan – Nel piccolo e colorato mercato di Nova Gorica la donna che vende le mele mi spiega sorridendo che sono biologiche. Ne acquisto un po’ e le metto in borsa come spuntino durante la gita che sto per fare nel Collio sloveno, il Brda, un territorio celebre per i sui vini. C’è un’atmosfera particolare in Slovenia, un misto di piacevolezza, di contatto con la natura e di tranquillità che mi fa sentire bene. Il confine con l’Italia è a poche centinaia di metri da qui. Raggiungo Solkan, un paesino-propaggine di Nova Gorica e attraverso il ponte sull’Isonzo. Sotto di me un attrezzato kajak center promette emozioni a contatto con l’acqua del fiume che anche dall’alto ha riflessi degni di una pietra preziosa. La strada mi porta per un brevissimo tratto di nuovo in Italia, ma me accorgo solo perché vedo il cartello che indica la fine del territorio italiano. Mi spiegheranno più tardi che sono solo poche centinaia di metri. Procedo tra curve e salite lungo le pendici del Monte Sabotino. In basso le colline ricoperte di vigneti, uliveti, frutteti e boschetti del Brda, il Collio Sloveno. Uno scrigno di colori d’autunno.
La mia destinazione mi appare all’improvviso sulla cima di una collina. Smartno è un paesino che sembra uscito dalla fantasia di un’illustratore di libri di fiabe. Il terremoto che ha colpito il Friuli nel 1976 si è fatto sentire in modo devastante anche qui e per molti anni San Martino, in sloveno Smartno, è rimasto mezzo distrutto e semi-abbandonato. Negli ultimi anni il paese è rinato, grazie a un progetto di recupero e all’entusiasmo di una nuova generazione di abitanti. La quasi totalità delle case, la chiesa, le porte e le mura sono state restaurate e il benvenuto lo dà il loro intonaco candido sul quale si affacciano finestre che sprizzano serenità.
Il muro della Casa Marica, ristorante e bed & breakfast, ha una sporgenza sormontata da un comignolo, tipica delle case di campagna della zona. Lì un tempo si trovava la cucina, la camera più importante. Sbircio nelle sale del ristorante e scopro una semplice eleganza che non mi aspettavo. Alcuni commensali sono ancora seduti ai tavoli all’esterno, anche se è già pomeriggio, ma il posto è talmente gradevole che è facile capire perché. Le stradine sono molto tranquille e vivaci allo stesso tempo. Addossati al muro di una casa ci sono dei giocattoli colorati e la piccola confusione che creano ha un qualcosa di artistico. Faccio pochi passi e mi imbatto in una caffetteria che è anche spazio espositivo. Il padrone di casa siede davanti al pc e mi invita a guardarmi tranquillamente intorno. L’ambiente sembra progettato da un architetto. Ammiro anche la disposizione delle piante sul minuscolo balcone. Presto arriva l’invito ad assaggiare una torta al cioccolato (una ricetta originale della padrona di casa) alla quale si aggiunge un goccio d’olio profumato all’arancio. Non ha caso il locale si chiama Oljčni Bar, bar delle olive.
Di olio da queste parti se ne produce molto e non resisto a gustarlo anche su una fetta di pane casareccio che profuma di casa e di buono. Sulla stessa stradina si trovano anche altri due negozi tutti e due deliziosi. In uno si vendono collane, orecchini e altri oggetti in ceramica, nell’altro, Nona Luisa, la proprietaria prepara personalmente saponi, essenze e vini aromatizzati La gita è stata un’inaspettata risorsa per lo shopping. Lascio il paese. La luce di uno spettacolare tramonto si riflette su San Martino e sui vigneti del Brda.