Testo e foto: Paolo Gianfelici
Primo giorno
Ore 17.00 Una città bella e sorprendente
Arrivo in questa città del Sud della Germania in un caldo pomeriggio d’estate.
“Ma perché vai proprio a Esslingen?”, mi domandano due amici di Francoforte, prima della partenza. In effetti, questo importante centro industriale di 93.000 abitanti, a venti minuti da Stoccarda, è spesso ignorato dalle guide e dai flussi del turismo leisure.
Negli ultimi anni, però, la città ha riscoperto le proprie origini millenarie, ritornando ad abitare nei quartieri antichi restaurati, restituendo agli edifici le tipiche facciate originarie con le travi di legno a vista, dipinte. La “Deutsche Fachwerk Strasse”, la strada degli edifici a graticcio, che attraversa tutto il Paese da Amburgo alla Foresta Nera, passa per Esslingen. Camminando lungo le vie del suo centro storico ho ammirato i “Fachwerke” più belli, simmetrici e lineari di tutta la Germania.
Ore 20.00 La Festa della cipolla
Sulla Marktplatz si svolge ogni anno ad agosto la “Festa della cipolla”. Migliaia di persone gremiscono la piazza. Le persone siedono alle lunghe tavole allineate di legno rustico, sfiorando la schiena del vicino. Si mangiano i tipici piatti svevi, naturalmente con la cipolla, si bevono i vini locali.
Il sole sopra le colline coperte dai vigneti lancia i suoi ultimi raggi sui due campanili di San Dionisio. Di fronte la Kielmeyerhaus, costruita dai proprietari viticoltori alla fine del Cinquecento, con le travi a vista dipinte di rosso (il vino) e di verde (la vigna). Oggi ospita un ristorante. Mi siedo ad un tavolata e mi unisco ai festeggiamenti. Il menu è molto invitante. Assaggio i Maultaschen: ravioloni fatti in casa ripieni di carne e verdura con salsa di cipolle e per contorno la Kartoffelsalat (l’insalata di patate semplice e deliziosa). Abbino al cibo il Trollinger, il rosso dall’aroma pieno, tipico della Svevia.
Ore 22.30 Il silenzio della notte
Le città di provincia della Germania vanno a dormire presto. Le vie del centro storico sono avvolte nel silenzio. Le facciate a graticcio nella penombra sono ancora più affascinanti. Lungo la strada mi accompagna il fruscio dell’acqua dei canali. E’ più intenso o meno intenso a seconda dell’intensità della corrente, regolato da centinaia di anni per produrre l’energia. Gli antichi mulini sono oggi trasformati in generatori di elettricità.
Il mio hotel è tra due canali. Mi siedo sulla terrazza ad ammirare i riflessi delle luci della città sull’acqua. Il cielo è stellato e l’aria finalmente fresca. Un generatore nascosto da qualche parte continua a ronzare come un calabrone. Ma dopo un po’ mi abituo al rumore.
Secondo giorno
Ore 10.00 “Klein Venedig” (Piccola Venezia)
Le vetrate del Trecento della chiesa gotica di San Dionisio, espressione della ricchezza mercantile della città medievale, sono dei capolavori. Rappresentano scene del Vecchio e Nuovo Testamento e sono arrivate intatte fino ai giorni nostri. Dalla chiesa si scende, attraverso un vicolo molto stretto, a “Klein Venedig” (Piccola Venezia”). Su un canale, circondato sui tre lati da palazzi, galleggia lo scheletro di una barca, un’installazione d’arte. L’antico mulino fornisce di elettricità la vicina scuola materna. Arrivo sotto un ponte sopra il quale sbucano tre belle casette. Di acqua nemmeno l’ombra. Qui un tempo passava il Neckar che è stato deviato per carpirne l’energia.
A mezzogiorno in punto mi siedo su un sedile di pietra di fronte alla Altes Rathaus (antico municipio) dalla facciata rinascimentale. Il meccanismo che muove le lancette dell’orologio e le figure è originale del 1591. L’aquila imperiale sbatte le ali in sincronia con lo scoccare delle ore. Seguono due lunghi motivi musicali eseguiti da un carillon. Nelle vicinanze si trova Hafenmarkt, il più antico complesso di palazzi a graticcio della Germania. Ancora una volta ammiro le linee pulite dei Fachwerke che nella Svevia si chiamano Swäbischer Mann. Guardando con attenzione le strutture portanti di legno si vedono le sagome di uomini con le gambe divaricate e le braccia alzate che sostengono i piani superiori.
Ore 12,30 – 17.00 Vini e vigneti
E’ l’ora dell’aperitivo. Assaggio un bicchiere di Sekt nella Cantina Kessler, vicino alla Altes Rathaus, dove è stato prodotto, quasi duecento anni fa, il primo spumante metodo classico della Germania. Oggi le preziose bottiglie di bollicine continuano a fermentare e a invecchiare negli storici locali sotterranei. Sopra la Cantina Kessler c’è un wine bar molto fornito, dove si possono assaggiare gli ottimi bianchi (Riesling e Pinot Grigio) e rossi (Trollinger e Pinot Nero) del territorio.
Pranzo al “Roter Hirsch”, un ristorante aperto da oltre un secolo nella penisola Alte Zimmerei: Kässpätzle (pasta fatta in casa con formaggio e cipolla) e Lammkarree (Carré di agnello) con il Pinot Nero.
Dall’Agnes Brücke (Ponte Agnese), di fronte alla penisola, la città sembra un fondale di teatro.
Il pranzo è stato gustoso, ma non leggero. Sono contento di consumare un po’ di calorie affrontando la salita attraverso i vigneti sopra Esslingen. Il percorso Neckarhaldenweg inizia accanto alla Frauenkirche (Chiesa della Madonna). All’inizio sbaglio strada, ma non me ne pento: mi ritrovo in un quartiere di casette a graticcio che sembra un villaggio svevo di 200 anni fa. Ritorno indietro e imbocco il percorso giusto, vicino ad un’antica torre. Continuo a camminare in salita tra i vigneti. In basso a sinistra la città medievale. A destra i grattacieli e le industrie della Esslingen contemporanea: sono qui da un giorno, ma è la prima volta che la vedo.
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