Testo e foto: Paolo Gianfelici
Furore – Arrivo all’Hotel Bacco di notte. Un vento potente avvolge il paese, sferza ogni ostacolo che incontra, scuote porte e finestre, emette sibili. Verso le cinque, dal mare arriva la tempesta. Tuoni, lampi e fulmini tengono compagnia fino al mattino. Il toponimo del paese è proprio azzeccato!
La sala della prima colazione si apre su un grande terrazzo. Mi affaccio. Il mare ancora agitato sta sotto millecinquecento scalini e alcune centinaia di metri di roccia. Le onde sbattono con violenza sulla scogliera, entrano e escono impetuose dall’imboccatura del fiordo. La natura a Furore è realmente furiosa.
Sopra la terrazza si estende quello che alcuni definiscono “il paese che non c’è”, perché non ha una piazza e le sue case e chiese sono sparse tra la montagna, i vigneti e una rupe a strapiombo sul mare. E’ un luogo segreto e misterioso, sospeso tra il silenzio della montagna e il fragore delle onde. Un tempo riparo per chi voleva nascondersi, a poche decine di chilometri da Napoli e Salerno, oggi rifugio di che vuole vivere a contatto con l’ambiente, facendo trekking avvolto dal profumo del rosmarino sul Sentiero dell’Agave in fiore, tra fichi d’India, carrubi, lentischi. Oppure passeggiando sul Sentiero dell’Amore e poi degustando il Furore Fiorduva, un vino bianco, morbido e denso.
Le case rupestri, un tempo abitate da briganti o da semplici pastori, sono mimetizzate nella roccia tra i cespugli. Intorno, in netto contrasto con la natura selvaggia, ordinatissimi filari d’uva in orizzontale, con le radici che escono incredibilmente dai massi dei muretti a secco. Oppure vigneti in verticale, che crescono dal terreno preparato con pazienza e abilità, sostenuti dai pali di legno di castagno. Due ragazzi del luogo li stanno tagliando vicino ad un mulo che aspetta il carico da portare ancora più in alto.
Gli incontri con le persone del luogo sono l’aspetto ancora più sorprendente. Le radici arcaiche si intrecciano con l’attivismo e l’ottimismo (così raro di questi tempi!). Il sindaco di Furore (dal 1980 a oggi), Raffaele Ferraioli, è un signore silenzioso e appartato che quando si tratta di raccontare il suo paese a voce e per iscritto (ha pubblicato anche un libro) si esprime con una passione che riesce a trasmettere all’interlocutore. Pensa in maniera molto concreta al futuro degli abitanti del suo comune, alle nuove opportunità da sfruttare con il turismo del vino, che si spalma su tutti i dodici mesi dell’anno e non solo sui tre dell’estate, alla mobilità delle persone e delle merci con la costruzione di una funivia su rotaia.
Il comandante dei vigili Raffaele Porpora è una guida straordinaria alla bellezza selvaggia del territorio. Ex ufficiale di macchina nella marina mercantile, dopo aver viaggiato sulle navi in tutto il mondo, è tornato a casa attratto dalle sue radici che ama raccontare ai forestieri, accompagnandoli, quando ha tempo, nel labirinto di “petingoli”, di stradette, di scalette e scorciatoie. “Cinquant’anni fa, racconta Porpora, il territorio comunale, era una grande riserva naturale di caccia, ricchissima perché inaccessibile.
La degustazione del Fiorduva nell’Azienda Marisa Cuomo è il top della visita a Furore, perché coinvolge tutti i cinque sensi e perché questo vino bianco, uvaggio di vitigni autoctoni, è un concentrato di lavoro, di energia e di emozioni che gli abitanti di Furore donano agli ospiti. Una degustazione da fare possibilmente in compagnia di Marisa Cuomo e del marito Andrea Ferraioli, i quali racconteranno con competenza di agronomi e di enologi come si ottiene un buon vino e, questo è l’aspetto più sorprendente, come si consolida e si rende più bello il territorio. Per quello che stanno facendo sui loro terreni e per l’opera di convincimento ad imitarli sugli altri proprietari, sono diventati “ gli architetti” del paesaggio della Costa d’Amalfi a Furore.
Informazioni utili: Comune di Furore www.comune.furore.sa.it Hotel Hostaria da Bacco www.baccofurore.it Cantine Marisa Cuomo www.marisacuomo.com