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Il Quartiere Latino: “savoir-faire” francese e intimi giardini

Le cupole di Parigi dalla mansarda dell’Hotel Saint-Paul Rive Gauche. La palpabile vitalità del quartiere tra stradine, bistro, negozi con i prodotti del "savoir-faire" francese e piccoli giardini

Il Quartiere Latino: “savoir-faire” francese e intimi giardini

Testo e foto: Elvira D’Ippoliti

1-Quartiere-Latino-Elvira-Dippoliti (1)Parigi – Dalle finestre della mansarda dell’Hotel Saint-Paul Rive Gauche lo skyline di Parigi è fatto di cupole e cupolette: quelle splendide del Panthéon e della Sorbona e quella semplice in rame del suo antico osservatorio astronomico. La carta da parati della stanza e le tende alle finestre sono a grandi fiori, i mobili essenziali visto lo spazio relativamente piccolo. Poi, non appena si scende nella deliziosa hall e si esce dall’albergo si è piacevolmente coinvolti dalla vita del quartiere.
Cammino per pochi centinaia di metri in direzione del Boulevard Saint-Michel e lo attraverso. I negozi e i bistro si susseguono uno accanto all’altro a formare una palpabile vitalità. Che cambia ritmo come per incanto nel momento in cui entro nel piccolo giardino antistante Musée National du Moyen Âge. Qui tra alberi e siepi Parigi si fa piccola e ne osservo incuriosita la varia umanità. Una ragazza elegante vestita con pantaloni neri e giacchino in pelle dello steso colore siede su un muretto pensierosa. Molti altri mangiano uno spuntino, un bambino pilota tutto contento la sua automobilina telecomandata, un gruppo di ragazzi arriva attrezzato di lattina di bevande gassate e buon umore. La ragazza rimane in silenzio a fissare davanti a sé. Ci sono anche delle persone senza fissa dimora a godersi i primi raggi di sole primaverile e uno di loro a un certo punto avvicina la ragazza e comincia a parlare, ricambiato, con cordialità. Poco dopo lo stesso uomo va a stringere la mano a uno dei ragazzi. La divisione tra i cittadini dai diversi destini si svolge separata ma solo fino a un certo punto. Ho la sensazione di aver sfiorato il cuore di una città in mutamento, che forse indica un modello di convivenza futura.

Dietro al museo dedicato alla Parigi medievale un altro piccolo giardino, un’oasi di tranquillità. Poche persone intente soprattutto a leggere. Mi soffermo a guardare una statua della Lupa capitolina. La struttura di questi tranquilli piccoli giardini si somiglia: una ringhiera in ferro li delimita verso l’esterno e per entrare si apre un piccolo, basso cancello che di notte può essere chiuso. Anche le aiuole sono circondate da una recinzione: tutto è ordinato e curato e così è lasciato anche da tutti i visitatori.

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Dopo queste verdi soste entro nelle stradine del quartiere: piccole boutique, artigiani che realizzano e vendono bigiotteria e deliziosi gioiellini, articoli per la casa, antiquari anche o soprattutto, specialmente nei dintorni del Jardin du Luxembourg, di libri. Parigi è una meta quasi obbligata anche per lo shopping più originale dei prodotti del “savoir-faire” francese. Per entrare in contatto con le grandi firme ci si deve invece recare a Le Bon Marché a Rue de Sèvres. Qui le strade si sono allargate e anche il Jardin Catherin-Labouré – sempre con ringhiera che lo delimita, panchine e tranquillità – ha dimensioni più grandi. Le Bon Marché è uno di quei grandi magazzini di lusso dove è sempre gradevole girare. Accanto al maestoso edificio della moda si trova anche La Grande Epicerie de Paris, un luogo difficile da descrivere perché è talmente ricco di ogni tipo di specialità alimentare che può addirittura confondere. Comunque, con un buon rustico agli spinaci si può anche fare sosta nel Jardin Catherin-Labouré e godere del fresco vento parigino.

Nella strada che separa i due grandi magazzini si trova anche una piccola cappella costruita nel punto dove la Madonna apparve a una novizia chiedendole tra l’altro di far realizzare una medaglia miracolosa. Questo angolo di Parigi così intriso di fede, mi sorprende e mi emoziona e esco dalla cappella consapevole di aver scoperto un’ulteriore sfaccettatura della città. Mi piacerebbe rimanere in questo quartiere in cui scopro ancora minuscole piazzette tranquille e vivaci viuzze, ma il richiamo delle grandi mostre, del Louvre, della basilica du Sacré-Cœur a Montmartre e, perché no, dell’Arc de Triomphe è forte. Poco prima di arrivare alla Senna alla fine della Rue Mazarine, proprio alle spalle dell’Institut de France e la sua cupola che lo fa sembrare una chiesa trova un altro delizioso giardinetto, che decido di eleggere a mio luogo di sosta dopo i vari giri parigini: le sue panche di pietra a forma di libri aperto sono irresistibili.

Informazioni utili:
Con il Paris Museum Pass si possono visitare più di 50 musei e monumenti di Parigi: alcuni sono quelli più conosciuti del mondo, ma altri delle vere chicche nascoste. Il pass può avere validità per 2,4 o 6 giorni consecutivi.
www.parismuseumpass.fr

L’Hotel Saint-Paul Rive Gauche si trova a pochi passi dalla Sorbona e dal Jardin du Luxembourg. È un piccolo 4 stelle con una deliziosa atmosfera parigina, soprattutto nelle stanze all’ultimo piano nella mansarda
www.hotelsaintpaulparis.com

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