Testo e foto: Paolo Gianfelici
Kassel – Migliaia di persone aspettano con impazienza l’arrivo dell’acqua in una città avvolta da un’insolita canicola d’agosto. I prati del Parco Wilhelmshöhe sono gialli e sulle chiome degli alberi del bosco alcune foglie sono marroni. Il sole picchia molto forte, sono quasi le 14.30, e la gente può trovare un po’ di ristoro solo bevendo dalle bottigliette rinfrescanti.
Allo scoccare della mezz’ora, l’acqua esce a cascata sotto la statua di Ercole, alta otto metri, posta su un enorme piedistallo, e scende a salti verso il bacino di Nettuno, ottocento scalini più in basso, il mio punto d’osservazione. Contemporaneamente, centinaia di persone assiepate vicino all’Ercole iniziano a scendere sulle due scalinate laterali, per accompagnare l’acqua di cascata in cascata.
Dopo qualche minuto arriva anche da noi, accolta trionfalmente da un’altra piccola folla in attesa. Mai avevo visto tanto entusiasmo, amplificato dall’eccezionale e lunga siccità in Germania, per questo elemento essenziale per la vita umana.
Adesso ho qualche minuto per guardarmi attorno. Il Parco Wilhelmshöhe è lo splendido ed estroso fondale barocco dello spettacolo: acqua, bosco e roccia. Creato da Carlo I, langravio dell’Assia, ai primi del Settecento e completato da Guglielmo IX alla fine dello stesso secolo. Nel 2013 l’Unesco ha dichiarato questo sito Patrimonio dell’Umanità.
Mentre una squadra di tre operai apre manualmente le saracinesche (utilizzando i meccanismi di 300 anni fa) per consentire all’acqua di continuare la corsa verso il basso, la folla con una certa fretta ed eccitazione si disperde tra i sentieri del bosco, per assicurarsi un posto in prima fila nella prossima tappa: le Cascate Steinhofer. L’alta parete rocciosa è ancora asciutta. Nascosto dai cespugli, vicino alla saracinesca, ritrovo uno degli operai di poco fa. Questa volta è senza i colleghi, ma accompagnato dalla fidanzata che vuole provare l’emozione di essere lei ad aprire la saracinesca. La ragazza allo scoccare dell’ora (15.05) tira la corda, ma per il contraccolpo cade per terra e fa quasi scivolare anche me. E’ solo un attimo. Corriamo tutti verso il prato per goderci lo spettacolo dell’acqua che scende tra mille riflessi tra le rocce delle Cascate Steinhofer.
Seguono altre due tappe: il ponte del Diavolo e l’acquedotto romano (una ricostruzione del Settecento). Da qui l’acqua precipita per 30 metri per guadagnare pressione e sgorgare dalla Grande Fontana, di fronte al Castello Wilhelmshöhe, con uno gigantesco zampillo alto 50 metri (ore 15.45).
Da dove viene tutta quest’acqua? I serbatoi hanno una capienza di 40.000 metri cubi ed in più c’è il vicino fiume Drusel. L’impianto idrico di 301 anni funziona e ha funzionato sempre alla perfezione. I giochi d’acqua sono stati il simbolo della potenza politica e militare del langravio Carlo I. Guglielmo IX, nato mezzo secolo dopo la morte del suo avo, era un ammiratore dei cavalieri medievali senza macchia e senza paura. Seguendo un impeto pre-romantico si fece costruire dal 1793 al 1801 un castello in stile gotico, il Lövenburg. Contiene raccolte di armi, armature, arazzi e mobili medievali. Per desiderio del committente alcune sue parti sono state edificate dall’architetto in apparente rovina. Forse già intuiva, qualche anno dopo la Rivoluzione Francese, il declino della sua dinastia e dell’aristocrazia che avevano saputo concepire palazzi e parchi splendidi, inseriti oggi nel Patrimonio dell’Umanità.
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