Testo e foto: Richard Brütting
Les Baux-de-Provence – Da lontano si staglia all’orizzonte una strana forma di bianca pietra calcarea. A uno sguardo più attento vi si riconoscono le rovine di una fortezza nelle colline delle Alpilles in Provenza: sembrano puntare decise verso il cielo. Dopo aver cercato un parcheggio – non risulta facile nemmeno in bassa stagione – si raggiunge uno dei luoghi più belli della Francia, meta di circa un milione e mezzo di turisti all’anno: soprattutto in estate. A Les Baux le auto sono bandite. Passando davanti a ciò che rimane di palazzi pittoreschi, cortili interni e negozi nei quali è possibile acquistare ogni tipo di Santons, le famose figure provenzali per il presepe, si arriva infine alla chiesa di Saint-Vincent. Di stile romanico e in parte costruita nella roccia, la chiesa del 12. secolo e ampliata nel 1500, conserva il cenotafio della famiglia Manville, sul quale riposa la figura marmorea di una nobildonna: appare come una statua vecchia di secoli ma è risale in verità all’anno 1906.
I signori di Les Baux che furono molto potenti nel Medioevo nel 15. secolo rimasero senza eredi e la città fu annessa insieme alla Provenza al regno di Francia nel 1486. La famiglia Manville aveva reso Les Baux un importante centro del protestantesimo francese e la città fu per questo distrutta da Richelieu nel 1632. Les Baux è molto famosa anche per il Cour d’amour, la corte dell’amor cortese. Si trattava di una sorta di dibattimento durante il quale le nobildonne decidevano quale trovatore avesse dato la risposta più brillante a domande che riguardavano la sfera dei sentimenti, come il possibile amore tra coniugi e il senso delle questioni di cuore. La cultura dell’amor cortese nata in Provenza si diffuse nei paesi confinanti e creò in Germania la corrente poetica dei Minnesänger. La cultura occidentale in materia di concezione dell’amore è ancora fortemente influenzata da questa cultura.
Partendo da Les Baux e dopo una breve camminata si raggiunge l’ingresso delle Carrières de Lumières (Cave di Luce) : un grandioso mondo sotterraneo illuminato da una sequenza di immagini magiche e musicali. Una cava non più in uso è stata infatti trasformata nello splendido palcoscenico per video-installazioni.
Alle Carrières de Lumières (Cave di Luce) due grandi mostre nel 2020: “Dalì, l’enigma senza fine” e Gaudì, l’architetto dell’immaginario” www.carrieres-lumieres.com