Testo e foto: Silvio Di Giulio
Metsovo – Nel bel mezzo del parco nazionale del Pindo, ad osservare le vette maestose, c’è una dei luoghi più caratteristiche dell’Epiro. Siamo a 1160 metri d’altitudine, da lontano lo spettacolo è avvincente: due grandi facce si guardano immerse nel verde fitto della foresta. Sono i due volti della cittadina di Metsovo, una sdraiata sul monte Mavrovouni, l’altra sul monte Lakmos. Proprio così, l’una di fronte all’altra. Le due metà si dice abbiano un rapporto fraterno con qualche sberleffo ogni tanto, di quelli che si fanno tra fratelli. Ma la cooperazione è l’arma migliore di questo popolo che deve tutto il proprio carattere alla montagna con la quale ha saputo convivere e intelligentemente progredire.
Gli emozionanti scatti in bianco e nero, esposti nella galleria Averoff, nel centro del paese, ci danno un assaggio delle condizioni estreme nelle quali la gente di qui era abituata a vivere fino a qualche decennio fa. Sentieri impraticabili, freddo e tanta neve per svariati mesi l’anno rendevano la vita assai faticosa e difficile. In questo pezzetto di “paradiso” si respira ancora oggi la forza di quel popolo che ha preceduto l’ultima guerra.
Osservandoli ora, il silenzio e la compostezza dei vecchi signori che occupano le panchine della piazza principale, la brezza fresca che sale al tramonto e l’odore della montagna che porta con sè, sono le morbide pennellate su una tela di una mano nobile e gentile. Ne viene fuori un dipinto dai colori forti che rimandano ai simbolici elementi di Metsovo, il legno e il verde delle sue foreste, le pietre grigie delle sue montagne.
Le forme sono però tutt’altro che ruvide, rievocano la saggezza di un antico popolo di pastori di cui si ha traccia già ben 3400 anni fa e il loro rapporto così intenso con la natura che li circonda. Il risultato di questo connubio, 3400 anni più tardi, lo si vede nello spirito di attaccamento e difesa di questa terra nell’ospitalità, nell’offerta turistica, incentrata sulle risorse del luogo. Vivere di ciò che si ha, proprio come qualche millennio prima fece qualcun altro, ma con un obiettivo in più. Ed è così che avvicinandosi al corso principale, l’odore della natura si trasforma nel profumo di quello che natura crea. Grandi grigliate di carne affiancate ai formaggi tipici richiamano tutti a tavola per una cena all’aperto, scaldati da un buon vino locale: la cornice perfetta di questo emozionante quadro dal carattere forte e sincero.
Metsovo, paradiso nascosto dell’Epiro è pace, è solitudine, è il fascino della cittadina sperduta tra i monti, ma allo stesso tempo stupore per un riuscito gioiello turistico, dove l’ospite va alla scoperta della natura e trascorre parte del suo tempo con semplicità e allegria nei caffè di pietra o nei ristoranti all’aperto.
E’ un turbinio di emozioni, a volte contrastanti, che lasciano il languore del ritorno, per scoprire più tardi che effetto ci farà un nuovo incontro con questi luoghi.
Informazioni utili:
L’affascinante vista sulle montagne greche del Pindo si gode dalle camere e dalle suites dell’Hotel Grand Forest a Metsovo nella regione dell’Epiro. L’arredamento è moderno e confortevole. Passeggiate e gite in bicicletta riempiono di emozioni gli ospiti che possono gustare i piatti tipici nell’elegante ristorante e fare un bagno in piscina ammirando il panorama. In alcune suites c’è anche un caminetto: l’atmosfera perfetta per serate rilassanti è garantita.
www.grand-forest.gr
La via più battuta per raggiungere l’Epiro è quella del mare. La compagnia Minoan Lines collega Trieste e Ancona con Igoumenitsa (da Brindisi parte la Grimaldi Lines, Compagnia Capogruppo di Minoan Lines) per poi proseguire per Patrasso. Il traghetto è attrezzato come una nave da crociera (negozi, discoteca, casinò, spa, piscina all’aperto). E’ il blu marino il colore che domina nei saloni e nelle ampie cabined. Nel ristorante è possibile gustare un mix di cucina greca e internazionale. Un ottimo inizio per approcciare questa terra meravigliosa.
www.minoan.it
Ente Nazionale Ellenico del Turismo
www.visitgreece.gr