Terre d'Europa

Montefalco tra paesaggio, storia, arte e spiritualità

La bellezza della cittadina si fa racconto di un borgo italiano. La valle Umbra si distende ai piedi di Montefalco come un mare placido, accarezzato dal vento

Montefalco tra paesaggio, storia, arte e spiritualità

Testo: Marino Pagano

Raccontiamo spesso il fascino senza tempo dei borghi dell’Italia interna, una narrazione che ci conduce soprattutto nel cuore pulsante del Sud, tra terre di struggente bellezza e antiche contraddizioni. Qui, la poesia sembra camminare fianco a fianco con la difficoltà, il fulgore si mescola con l’abbandono e la storia parla attraverso mura consunte e silenzi eloquenti. Ma questa volta alziamo lo sguardo, volgendo i nostri passi verso un altro cuore d’Italia, altrettanto vibrante e palpitante: l’Umbria. Una regione che, se priva del mare, ne inventa uno suo, fatto di orizzonti colmi di bellezze senza fine, capaci di sfidare il tempo, la geografia e persino l’immaginazione. Siamo a Montefalco, un luogo che non si limita a essere un borgo, ma si erge come una perla incastonata tra le verdi colline umbre, un gioiello che la provincia di Perugia custodisce gelosamente. Qui, l’arte, la storia e la natura non si incontrano soltanto, ma danzano insieme in un’armonia che pare orchestrata da mani divine. Montefalco è un nome che riecheggia nei secoli: basti pensare alle pennellate immortali di Benozzo Gozzoli, che qui ha lasciato un segno indelebile, o ai versi evocativi di Gabriele D’Annunzio, che in queste terre ha trovato ispirazione. Non a caso, questo borgo porta con fierezza l’appellativo di “Ringhiera dell’Umbria”, un nome che evoca la sua posizione elevata, da cui lo sguardo abbraccia panorami infiniti, spalancandosi sulla vasta pianura di Foligno e poi su tutta la valle umbra.

Montefalco, foto Enrica Baciocchi

Da Montefalco si possono scorgere, come figure in una tela dipinta con sapienza, le sagome di Spello, Assisi e, quando il cielo è limpido, perfino Perugia. La valle Umbra si distende ai suoi piedi come un mare placido, accarezzato dal vento, mentre il borgo si erge su un poggio sinuoso con l’eleganza di una regina che pare sfidare il cielo stesso. Ma non è soltanto la sua posizione a renderlo unico. Il cuore pulsante di Montefalco è la sua piazza principale, un autentico teatro a cielo aperto, un salotto di pietra e storia che si anima di vita e cultura. Durante l’estate, questo luogo si trasforma: i suoi locali offrono i sapori più autentici della cucina umbra, mentre eventi di ogni genere – concerti, spettacoli teatrali, manifestazioni artistiche – rendono la piazza il crocevia perfetto tra il passato e il presente. Al centro, il maestoso Palazzo del Comune si erge come una sentinella del tempo. Questo capolavoro rinascimentale, un tempo Palazzo del Popolo, accoglie con il suo colonnato elegante e una torre campanaria che sembra dialogare con il cielo. La piazza stessa, con la sua forma perfettamente circolare, incarna un ideale di armonia e bellezza: al centro, chiunque vi si trovi si sente come un re in un regno di meraviglia, circondato da panorami e scorci che rapiscono lo sguardo e l’anima. Ma Montefalco non è solo la sua piazza.

Montefalco, foto Fiorello Primi

Perdersi tra i suoi vicoli è come entrare in un labirinto di meraviglie: ogni angolo cela una sorpresa, ogni strada è un viaggio nel tempo. Tra le gemme più preziose, ancora sulla piazza, troviamo la cappella di Santa Maria de Platea (un nome che è un luogo, come si vede), decorata con i dipinti di Francesco Melanzio, pittore locale del Quattrocento, e il tempio di Santa Lucia, una piccola e incantevole chiesa del XII secolo che custodisce una bellezza discreta e segreta. E poi c’è l’ormai celebre chiesa-museo di San Francesco, che raccoglie i capolavori di Benozzo Gozzoli e del Perugino, trasformando il borgo in un autentico santuario dell’arte rinascimentale. La spiritualità è parte integrante di Montefalco. Le sue mura medievali, risalenti al Trecento, raccontano di un passato fatto di difese e conquiste, ma anche di una fede che permea ogni pietra. Questo è il luogo che ha dato i natali a Chiara della Croce, patrona della città, una monaca agostiniana vissuta tra il XIII e il XIV secolo, la cui figura mistica ha lasciato un segno indelebile nella storia religiosa dell’Umbria e non solo. Il monastero a lei dedicato è un’oasi di pace, i cui affreschi – studiati con passione da critici come Roberto Longhi – parlano di devozione e bellezza. Altrettanto suggestivo è il convento francescano di San Fortunato, dedicato all’altro patrono di Montefalco, un luogo dove la fede si intreccia con l’arte in un connubio perfetto.

Panorama sulla valle Spoletana, foto Marino Pagano

Come non parlare, poi, dei sapori di questa terra? Montefalco, infatti, è balsamo per l’anima ma anche per il palato. Il Sagrantino, vino pregiato e fiore all’occhiello della tradizione enologica umbra, è il simbolo liquido di queste colline. Ogni sorso racconta una storia, ogni profumo evoca le lunghe giornate di sole, le vigne curate con amore, il legame profondo tra l’uomo e la sua terra. E allora, Montefalco è un viaggio nella storia, un’immersione nella bellezza, un dialogo tra l’uomo e la natura, tra l’arte e la fede. Questa terra permette a chi vi giunge di assaporare, in ogni dettaglio, l’eternità e l’entità della sua poesia. Montefalco rappresenta davvero un punto di equilibrio tra storia, cultura e paesaggio, un esempio emblematico di come i borghi italiani possano coniugare tradizione e attrattività turistica. La sua capacità di offrire un’esperienza completa – dalla bellezza artistica al valore enogastronomico – ne fa una meta ideale per chi cerca autenticità e qualità in un contesto ancora profondamente legato alle radici più antiche del territorio.

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