Testo e foto: Paolo Gianfelici
Roma – Si entra a Palazzo Colonna, aperto al pubblico solo il sabato mattina, da una porticina su Via della Pilotta, a due passi da Piazza Venezia. Niente mi fa prevedere, salendo una scala stretta e modesta, che dopo pochi istanti mi troverò immerso nella magnificenza e nel fasto. I padroni di casa sono “solamente” dei principi, ma non ho mai incontrato a Roma (salvo al Quirinale) una grandiosità così regale. Lo sfarzo della Sala Grande mette quasi in ombra la bellezza dei capolavori della pittura italiana che ospita sulle due lunghissime pareti. Lo splendore delle lesene corinzie, dei fregi di stucco dorato, delle specchiere di Venezia dipinte con putti, gli affreschi sulla volta hanno su di me un effetto abbagliante. Lancio molti sguardi ammirati sulla tavola “Venere, Cupido e satiro” del Bronzino, su “Narciso al Fonte” di Jacopo Tintoretto, proponendomi di ritornare presto a Palazzo Colonna per dedicarmi esclusivamente alla sua quadreria.
Attraverso la Sala della Colonna Bellica che ospita l’emblema della famiglia di marmo rosso antico. Esco dall’edificio e, grazie a un piccolo ponte sopra Via della Pilotta, entro nei Giardini: meraviglia delle meraviglie segrete nel cuore di Roma. Fa gli onori casa Marcantonio Colonna, uno dei protagonisti della battaglia navale di Lepanto (1571) contro i turchi. La sua statua, sempre visibile a grande distanza da quando si entra nella Sala Grande, rappresenta il comandante della flotta pontificia nelle sembianze di un imperatore romano.
Il profumo delle magnolie dà il benvenuto nel grande giardino all’italiana del Seicento, che si arrampica sulla collina del Quirinale. Le siepi di mirto e di alloro disegnano le aiuole. Una cascata d’acqua divide la scalinata e una piccola galea di peperino ricorda la storica vittoria navale di Marcantonio. Salgo al secondo terrazzamento tra statue antiche e scopro un ninfeo à rocaille e un mosaico con i simboli araldici della famiglia Colonna. Il parco visto dall’alto è ancora più scenografico. In basso Palazzo Colonna fa da quinta seminascosta dalle grandi magnolie fiorite.
Salgo fino al terzo terrazzamento, mi giro, e ricevo la sorpresa più grande. Sotto la balaustra di pietra tutta Roma è ai miei piedi. Due figure femminili di marmo bianco, avvolte nelle vesti dell’antichità, osservano attentamente il panorama che spazia dal Gianicolo alla cupola di San Pietro. Credo questa fosse la senzazione che i principi Colonna provavano da quassù: dominare la città da tutti i punti cardinali (naturalmente subito dopo il capo della chiesa cattolica, a cui diedero anche un pontefice)
Concentrato ad ammirare il paesaggio stupendo, non avevo notato la meraviglia archeologica alle mie spalle: due resti della trabeazione dell’immenso e sontuoso Tempio di Serapide, costruito dall’imperatore Caracalla e distrutto completamente per fare posto ai giardini nel 1630, utilizzando sembra anche materiale esplosivo. Sicuramente non fu una bella azione.
Ho l’impressione in questi giardini segreti di vivere in una dimensione onirica che abbraccia in un solo instante il presente e duemila anni di storia.
Palazzo Colonna, Roma www.galleriacolonna.it