Terre d'Europa

Romania: la “Colonna infinita” e i monasteri dell’Oltenia

Le sculture di Constantin Brancusi a Târgu Jiu e il monastero di Horezu, Patrimonio dell’Umanità protetto dall’Unesco, ai piedi dei monti Carpazi

Romania: la “Colonna infinita” e i monasteri dell’Oltenia

Testo e foto: Paolo Gianfelici

Târgu Jiu  – In questa città dell’Oltenia, una regione nel sud della Romania, si scopre uno straordinario percorso artistico, realizzato da Constantin Brancusi, l’iniziatore della scultura d’avanguardia del Novecento e grande amico di Amedeo Modigliani.

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La tavola del silenzio

Si parte dalla riva del fiume Jiu e s’incontra “La tavola del silenzio” di travertino, circondata da dodici sedie (i mesi dell’anno) a forma di clessidra. Si prosegue lungo il viale alberato del parco pubblico, affiancato da sedili sempre a forma di clessidra e si arriva alla “Porta del bacio”. Le figure sono geometriche: cerchi, semicerchi, cilindri, parallelepipedi. Lo scultore nato in un villaggio della regione, ma vissuto tutta la vita a Parigi, evita nelle sue opere l’accessorio e rappresenta l’essenziale con i simboli del mondo contadino della sua infanzia.

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La porta del bacio

Il viaggio nel tempo e nello spazio infiniti prosegue lungo il Viale degli Eroi che attraversa i quartieri della città e una strada percorsa da carretti trainati da cavalli per arrivare, dopo più di due chilometri, in un enorme prato. Al centro, la Colonna infinita, in ghisa laminata, alta circa trenta metri. L’impatto visivo è quello di un pilastro senza fine che congiunge la terra con il cielo.
Il complesso di sculture e installazioni è stato commissionato per celebrare i caduti romeni della Prima Guerra Mondiale. Ma non c’è nessuna esaltazione dell’eroismo individuale o collettivo, come nelle altre opere dell’epoca sparse in Europa, retoriche e pletoriche. Constantin Brancusi, ritornato per l’occasione dalla Francia nella sua terra natale, ha scolpito (1937-38) nella pietra e nel metallo linee pulite ed essenziali per rappresentare la compiutezza dell’esistenza umana (la clessidra) e la realtà infinita.

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La Colonna infinita

Il viaggio senza tempo ai piedi dei Monti Carpazi prosegue andando indietro nel tempo. Il monastero di Horezu (Patrimonio dell’Umanità protetto dall’Unesco, situato ad una cinquantina di chilometri da Târgu Jiu) è circondato da colline boscose che esaltano la sensazione d’isolamento dal mondo. E’ cinto da mura alte e poderose, come quelle di una fortezza. Il principe Constantin Brâncoveanu che ne ordinò la costruzione (1688-1697) ebbe grossi problemi di difesa dai turchi che alla fine uccisero lui e i suoi quattro figli, prigionieri a Istanbul. Fu una persona molto sensibile all’arte e l’iniziatore di un nuovo stile architettonico, sintesi di elementi orientali e occidentali, che porta il suo nome.
Al centro della corte del monastero una chiesa maestosa ospita una parata di affreschi che rappresentano il Paradiso e l’Inferno. Di lato gli edifici conventuali con portici, logge e scalinate. Dappertutto suore dall’aria riservata, che da sole o in gruppetti lavorano, chiacchierano, si spostano da un punto all’altro, danno una sensazione di vita in un luogo che altrimenti sarebbe solo uno splendido museo.

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Monastero Horezu

Le camere della foresteria del monastero sono a disposizione per poche decine di euro. Il silenzio della notte è magico, interrotto dal fruscio del vento. Dalla loggia si osserva la luna alzarsi lentamente sopra le colline e le torri della chiesa.

Il viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso i monasteri della valle del fiume Olt, prosegue la mattina seguente con la visita del convento femminile “Intr-un lemn”, dal nome della cappella in legno, ricavata  (1634-35) da una sola quercia, che si trovava già qui al momento della fondazione del complesso.

 

 

 

 

 

 

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