Terre d'Europa

Engelberg: neve e sport sulla montagna dell’angelo

La leggenda narra che le voci degli angeli diedero il nome al luogo dove i monaci benedettini fondarono il convento

Engelberg: neve e sport sulla montagna dell’angelo

Testo e foto: Elvira D’Ippoliti

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Engelberg  – Sarà la vicinanza con gli oltre tremila d’altezza del Monte Titlis a rendere particolarmente intenso e avvolgente il suono delle campane del Monastero di Engelberg, nell’omonima località di montagna ad un’ora di macchina da Zurigo ed a tre da Milano. Qui la “tavolozza” di attività sportive in inverno è particolarmente colorata.
Fino ad aprile, ogni giorno della settimana ad Engelberg scorre a ritmo serrato. Il lunedì si può cominciare con un assaggio di sci di fondo oppure approfondire la conoscenza dello sci e dei segreti nascosti nelle “pieghe” delle tecniche più antiche di questo sport. Per poi passare nei giorni successivi allo snowboard, alle racchette da neve, al nordic walking e a tanto altro ancora. Il tutto è illustrato su un catalogo con precisione svizzera, con indicazione di luogo e orario in cui incontrare il maestro, durata e costo del corso, e termine entro il quale ci si deve iscrivere.

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Nell’insieme, la bellezza del luogo appare un po’ violata da tante e svariate possibilità di divertimento, ma guardare i più piccoli “gettarsi” verso il fondo pista stringendo un cerchio colorato tra le mani, senza bastoncini, mantenendo l’equilibrio con il sorriso dell’infanzia, ristabilisce l’armonia. Quando nel pomeriggio si smettono sci e scarponi, ci si può rilassare davanti a una fumante tazza di tè allo “Yucatan” , il bar-ritrovo proprio davanti alla stazione che “avvolge” gli avventori nell’allegria della musica, “amplificata” dai racconti delle avventure vissute durante la giornata. Anche sugli autobus-navetta che trasportano (gratuitamente) sciatori e non si diffonde la musica, curiosamente country, “disturbata” a tratti dal fragore causato dall’impatto del “bardamento” sciistico, e soprattutto degli scarponi, con il suolo. Con il numero tre o il cinque si raggiunge in pochi minuti la stazione di partenza della “Brunni Bahn”, una cabinovia di ultima generazione (è stata inaugurata a ottobre) che nella sua “pancia” di vetro e acciaio, regala brividi di velocità e altitudine a un massimo di sessantacinque persone alla volta, raggiungendo in pochi minuti i 1606 metri del monte Ristis. La funivia è “sorretta” da un unico pilone e durante la discesa anche i più temerari rimangono un attimo con il fiato sospeso, quando come in un ascensore un po’ troppo veloce si ha per una frazione di tempo la sensazione di cadere.

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Se non si conosce il significato della parola vertigini, e se si è riusciti a guadagnare un “posto in prima fila”, dalla cabina si può anche osservare il via vai degli sciatori. A valle sono soprattutto bambini che, instancabili, mettono gli sci su un tapis roulant per poi scendere senza fermarsi un attimo. Anche di fronte alla stazione di arrivo della “Brunni” c’è un altro percorso-divertimento per bambini lo “Yeti Park”, con figure colorate e punti gioco. Per gli sciatori più esperti la “strada” verso la vetta prosegue “a bordo” di una seggiovia e, volendo, con uno ski-lift fino a 2040 metri.

Altra funivia, meno moderna, ma che lascia almeno nella prima parte, più spazio alla meditazione, è l’ovovia (a sei posti) fino al lago Trübsee (letteralmente: lago torbido) che in inverno si confonde nell’immensità del manto nevoso, ma è delimitato da paletti rossi, perché è pericoloso avventurarsi sopra. Il silenzio nella piccola cabina è assoluto e anche la compagnia degli altri passeggeri sembra “dissolversi” davanti alla maestosità del paesaggio. Il percorso è lungo e gli abeti giganti che a tratti si “scrollano” un po’ di neve dai rami, sembrano a quel modo voler salutare chi gli passa accanto racchiuso in un piccolo guscio.

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Sarà stata forse l’intensità emozionale della salita a ispirare gli ideatori dell’albergo igloo a scegliere il Trübsee, come terreno su cui innalzare le loro pareti di ghiaccio. “Iglu Hotel” è il nome di questa originale struttura che dall’esterno somiglia a un cumulo di neve con un’entrata ad arco. Il primo ambiente che s’incontra dopo aver percorso un breve corridoio e l’Iglu-Bar. Come raccomandato, all’ingresso è meglio togliersi gli occhiali da sole prima di “varcare la soglia”, perché il contrasto tra il riverbero della luce sulla neve e la relativa “oscurità” all’interno, può provocare qualche difficoltà nell’affrontare corridoi e scalini, fatti pur sempre di neve. Il bar, come tutti gli altri ambienti dell’hotel, ha la classica forma a cupola – proprio quella che i veri igloo conservano anche all’esterno. Su un bancone di ghiaccio è possibile sorseggiare bevande calde, che incredibile a dirsi, mantengono a lungo una temperatura bollente. Sulle pareti arcuate del bar sono stati “intagliati” dei freddi ma pittoreschi bassorilievi, che con motivi diversi adornano anche gli altri ambienti.
Sulle pareti del ristorante si “dipanano” tanti tendaggi fatti della stessa ghiacciata sostanza dei muri. I tavoli sono di legno rustico e a più posti, a far da sedie ci sono invece dei bassi tronchi d’albero ricoperti di pelliccia. Bene che vada, la temperatura all’interno dell’albergo, non supera lo zero e per frequentare l’Iglu Hotel è d’obbligo scegliere l’abbigliamento adatto. Che è composto da giacca e pantaloni da sci con sotto maglie e calze termiche che di notte si trasformano in “pigiama”. Quattro delle stanze possono ospitare sei persone, mentre le altre tre sono rispettivamente, e romanticamente, riservate a una coppia e dispongono, a differenza delle altre, di un gelido bagno privato. Ma il “confort” finisce qui: in tutte le stanze si dorme su un giaciglio di ghiaccio, su cui è stato poggiato un materasso isolante, in caldi e avvolgenti sacchi a pelo. Ogni stanza e “chiusa” da una tenda rossa e l’interno, rischiarato da una candela si trasforma in un magico caleidoscopio creato dal diffondersi e riflettersi della luce su onnipresenti cristalli di ghiaccio. Una notte, una sola perché lo stress del freddo c’è, trascorsa nell’Iglu Hotel è un’esperienza che porta a stretto contatto con una natura difficile e regale al tempo stesso che è quella che si “respira” in alta montagna. Per la colazione la mattina ci si trasferisce tutti in uno chalet (riscaldato) poco distante. Per chi poi non si accontenta dei 1800 metri del Trübsee, con la funivia Rotair può raggiungere il “Piccolo Titlis” (quota 3028). Qui con la moderna tecnologia si è pensato di allargare a più persone la possibilità di godere il panorama a 360 gradi facendo “semplicemente” girare la cabina su se stessa mentre “macina” la salita.

Engelberg-TiDPress (2)La leggenda narra che furono delle voci di angeli (Engel = angelo; Berg = montagna) a dare il nome al luogo in cui fu costruito nel 1120 il convento dei benedettini. Fu dall’alto del monte Hahnen che sovrasta la chiesa barocca (la quale – orgoglio svizzero? – proprio sopra l’altare maggiore “sfoggia” il quadrante di un preciso orologio), che si udirono allora questi celesti canti. Oggi, per regalare a se stessi un momento di riflessione nel monastero di Engelberg si può alloggiare. Ma qualsiasi visitatore, sciatore e non, può concedersi un’illuminante pausa mistica ascoltando i vespri cantati dai monaci alle diciotto in punto. Una volta usciti dalla chiesa ci si sentirà ancora più vicini alle vicine vette che sembrano stare lì a ricordarci sempre la vastità del cielo.Prima o poi si torna in paese: per delle passeggiate su sentieri innevati, oppure per un giro in carrozza trainata da placidi cavalli. Per “rubare” i segreti del mestiere a un mastro casaro; la Schaukäserei, proprio accanto al convento, ha costruito al suo interno un cilindro di vetro al cui interno si opera a pieno regime alla realizzazione di svariati tipi di formaggi, che è possibile degustare poi nello spazio caffetteria.

Informazioni utili:

Engelberg-Titlis Tourismus
Tourist Center – Klosterstrasse 3
www.engelberg.ch
welcome@engelberg.ch

 

 

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