Testo e foto: Elvira D’Ippoliti
Trento – Nel centro storico si arriva all’improvviso. Si svolta l’angolo di una strada con edifici moderni e ci si ritrova in un mondo di palazzi eleganti con le facciate ornate da raffinati affreschi. Poi, in un crescendo di emozioni, si cominciano a osservare i particolari. Saltano agli occhi le tante logge e i balconi. Una sosta nella centrale Piazza Duomo offre una chiave di lettura. Bei caffè e ristoranti invitano a fermarsi e a guardarsi intorno dimenticando il tempo. Il Museo Diocesano è ospitato all’interno del Palazzo Pretorio e ha le caratteristiche di un piccolo castello, mentre nel Duomo dalla facciata lineare sui cui si apre un gigantesco rosone, si confrontano gotico e romanico. La fontana del Nettuno e la Via Belenzani con i suoi palazzi dipinti contribuiscono in modo raffinato alla scenografia.
Il Castello del Buonconsiglio sorprende già dall’esterno per il candore e la mole delle sue mura. Passeggiando nel giardino, affascinante anche d’inverno,ci si dimentica ben presto della sua architettura massiccia. La visita, rigorosamente guidata, alla Torre Aquila comincia dalla loggia “del Romanino”. Si aspetta l’orario della visita ammirando gli affreschi del soffitto e lasciando riposare lo sguardo sul verde dell’erba del bellissimo cortile su cui, tanto per non smentire il carattere della città, si affaccia un sontuoso balcone. Per arrivare alla torre si passa in uno stretto passaggio. Attraverso le feritoie si scorge la città che è costretta a farsi da parte solo nella stanza affrescata. “Il ciclo dei mesi” è splendido e emozionante. Una sorta di storia a fumetti in cui ogni pennellata è aggraziata e esplicativa al tempo stesso. La voce che proviene dall’audioguida spiega come interpretare gli affreschi: i nobili sono i protagonisti, ritratti sempre in primo piano, e la mancanza di prospettiva nei dipinti fa apparire i contadini e gli artigiani – alacremente impegnati nel lavoro – come delle presenze ingombranti. I particolari da ammirare sono tantissimi, tanto che viene voglia di allontanare la guida dall’orecchio e immergersi in silenzio in quel fantastico racconto che trasporta chi lo osserva direttamente nella vita quotidiana della fine del ‘300. Dame, cavalieri, animali, feste, raccolti: tutto è illustrato nell’arco degli undici mesi (marzo è andato perduto) e nel momento in cui si deve uscire, già si sa che si tornerà per osservare quel muto spettacolo sempre più affascinati del suo candore.
Un inverno a Trento di seicento anni fa, freddo e nevoso, è rappresentato nell’affresco dedicato a gennaio: sotto le torri e le mura del Castello del Buonconsiglio, un gruppo di dame e cavalieri si “affrontano” sul manto bianco. Una dama e una sua giovane amica lanciano con foga palle di neve contro due cavalieri che sembrano indecisi se reagire all’ “attacco” con gli stessi mezzi oppure rispondere in maniera diversa. Lontani, nei boschi, i contadini si dedicano alla caccia, completamente estranei a queste schermaglie ludiche e sentimentali.
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