Testo e foto: Paolo Gianfelici
La punta del Campanile di Cordignano (72 metri), tra i più alti della Provincia di Treviso, indica la Foresta del Cansiglio sulla montagna. Una strada asfaltata che parte dal fondo valle la raggiunge e l’attraversa. Ma molto più emozionante è affrontare la salita sul ripido sentiero tra arbusti, pini e faggi monumentali. Nella vegetazione spuntano piccole abitazioni di pietra. Un tempo questa foresta (la seconda in Italia per grandezza) era al centro di attività legate al legno dei boschi e alla pastorizia. Dopo un percorso di tre ore (12 chilometri su un dislivello di 800 metri) si arriva al Parco dei Carbonai. Qui sono state ricostruiti i luoghi di lavoro e le abitazioni dei carbonai che trasformavano la legna dei faggi in carbone per uso domestico e industriale. Fino alla metà del secolo scorso intere famiglie abitavano qui dalla primavera all’autunno in condizioni di vita disagevoli, ma in completa integrazione nella natura: boschi senza fine abitati da cervi e daini, come nelle favole. Il Parco dei Carbonai ricrea un passato molto affascinante, ma remoto. Basta osservare la ricostruzione dei pojat, i cumuli di legna, foglie e terra che bisognava sorvegliare giorno e notte per 5 o 6 giorni, per ottenere da 30 quintali di legna solo 6 quintali di carbone. Rispetto ai consumi energetici di oggi, un lavoro del genere sarebbe solo tempo perso.
Le calorie bruciate in salita (la discesa si è svolta in pulmino) sono rapidamente ricuperate nell’Antica Trattoria da Coan a Cordigliano. Esiste da 150 anni. Il pittoresco proprietario, che sembra venire dall’epoca dei carbonai, arricchisce di olio e di pepe con un enorme macinapepe le scodelle colme di una squisita pasta e fagioli.
Le Prealpi della Provincia di Treviso offrono un’altra bellissima esperienza nel Parco “Grotte del Caglieron” nel Comune di Fregona, ai piedi della Foresta del Cansiglio. Il torrente Caglieron scende impetuoso dalla montagna tra cascate alte più di dieci metri con grandi marmitte alla base. L’acqua ha inciso una profonda forra tra le montagne. I due percorsi in sicurezza (per la discesa e la salita) lungo le pareti ravvicinate della montagna, sopra l’acqua tumultuosa del torrente, sono emozionanti.
L’estrazione a partire dal 16mo secolo dell’arenaria, che nella parlata locale è definita “pietra dolza” (pietra tenera), ha creato all’inizio del percorso delle grandi cavità a forma di grotta. Massicci pilastri inclinati, fatti ad arte all’epoca dell’estrazione, impediscono alla volta di crollare. Oggi in alcune di queste grotte sono stagionati gli squisiti formaggi locali, a base di latte vaccino o di capra. Dopo la discesa fino in fondo alla forra e la risalita verso il parcheggio è d’obbligo una fermata nel punto panoramico per assaggiare, accompagnati da un calice di Prosecco, i “formaggi di grotta” dal sapore intenso, delicato e dalla morbida pasta.
Scendendo di qualche chilometro più a valle, la natura montuosa e selvaggia si trasforma in dolci colline coperte da prati verdi, uliveti e vigneti. Attraversando in bicicletta o a piedi il Parco dell’Olivo, nel territorio del Comune di Cappella Maggiore, si scoprono lungo i sentieri antichi frantoi e aziende che offrono degustazioni d’olio guidate. Assolutamente da non perdere è la chiesa della Santissima Trinità dall’inconfondibile fascino alto medievale. L’affresco della Crocifissione sull’abside è del Cinquecento, ma contiene volti, disegni e colori delle pitture di secoli prima. Sulle Prealpi di Treviso il tempo passava più lentamente che altrove.
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