Testo e foto: Elvira D’Ippoliti
Locarno – La leggenda viaggia sulla solidità di un battello datato 1928. Il meccanismo che muove la ruota a pale che sospinge il Wilhelm Tell Express sulle acque del Lago dei Quattro Cantoni è custodito sotto una “teca” di vetro e sono soprattutto i bambini a fermarsi incantati ad osservare il movimento deciso e rumoroso. Il resto della nave è un via vai di passeggeri alla continua ricerca dello scorcio più suggestivo sulle montagne che osservano le acque dalla loro altitudine, infondendo al paesaggio l’aspetto a tratti luminoso e un po’ scontato, come in una cartolina; in altri punti misterioso come gli scenari di tutte le leggende che si rispettano: ammantato di nebbie per nulla disposte ad alzare il velo sui propri segreti.
I bicchieri sui tavoli del ristorante di bordo apparecchiati con candide tovaglie e abbelliti con piccole piante verdi tintinnano impazienti, mentre la “Stadt Luzern” scalda i motori prima di lasciare l’imbarcadero numero uno, proprio di fronte alla stazione ferroviaria di Lucerna. Si salpa, esattamente come da orario, alle ore 11 e 12. A mezzogiorno in punto, nella tradizione svizzera, viene servito il pranzo: un delicato petto di pollo speziato, con verdure bollite e riso. Il pasto rende il viaggio ancora più confortevole anche se non è sempre facile rimanere seduti, mentre fuori la Svizzera presenta i suoi paesaggi più incantevoli e più intrisi di storia. Respirando la brezza che scende dalle montagne per andare incontro alle acque turchine, si rivive la storia dell’indipendenza di una nazione, i cui rappresentanti dei tre primi Cantoni, Uri, Svitto e Unterwaldo, nel 1291 su un prato dal delicato nome Rütli si sono scambiati un giuramento solenne: quello di solidarietà reciproca stretti in un unico organismo, fatto sì di tante diverse realtà, ma sempre pronto a difendere la propria identità da qualsiasi tentativo di invasione esterna.
A quei tempi erano state le mire espansionistiche degli Asburgo a scatenare la reazione degli orgogliosi rappresentanti dei tre Cantoni. Osservando le figure colorate in ferro battuto poste sul tetto dell’imbarcadero di Rütli che li rappresentano, si riesce a fare un vero proprio viaggio nel tempo con l’immaginazione: il prato con l’erba verde e morbida e il gruppo di persone pronte a stringere un patto eterno, suggellato dalla stessa decisione del turbinoso vento che smuove le loro vesti e gonfia le bandiere. La colonna sonora è integrata dallo scroscio dei tanti ruscelli di acqua pura che si gettano dall’altezza delle montagne nel lago.
I discendenti di questi signori dallo spirito indomito si godono anche oggi il vento: nel punto in cui il lago crea la sua “ultima” ansa prima della meta del viaggio sul lago, Flüelen, il vento è particolarmente intenso e la superficie dell’acqua è solcata da una moltitudine di barche a vela, windsurf e kite-surfer che si librano in aria quasi a voler rivendicare con ogni balzo la loro indipendenza, “condita” con una solida dose di gioia di vivere.
Percorso ancora un tratto di lago è la figura leggendaria di Guglielmo Tell a rubare per alcuni minuti la scena allo spettacolo del paesaggio naturale. L’altoparlante di bordo annuncia la “Tellsplatte”: saltando dalla nave sulla quale era trasportato come prigioniero su questa sporgenza piatta di roccia, il leggendario, e anche fortunato, Tell riuscì a fuggire ai suoi carcerieri. La sua colpa era stata quella di non volersi sottomettere agli invasori. L’indipendenza della Svizzera è salva e il messaggio, vero o immaginario che sia, ha superato i millenni e nel suo piccolo la nazione elvetica riesce sempre a stupire per la sua grandezza.
A ricordo di questo salvataggio, si osserva dalla nave la piccola cappella affrescata. La sponda del lago “opposta” a Lucerna è ormai vicina e osservando la cartina che lo raffigura e con un po’ di immaginazione si riesce a scorgere nelle “fattezze” del Lago dei Quattro Cantoni una forma a balestra, arma prediletta da Tell. Nella Stadt Luzern se ne vede appesa una proprio sopra l’ingresso di una storica cabina a prua. L’interno ha l’aspetto antico e un po’ nostalgico dei leggendari battelli a vapore.
Il fischio del vapore annuncia l’arrivo. A Flüelen, la piccola stazione è distante solo pochi passi dall’imbarcadero e di fronte all’ingresso dell’edificio un autobus postale, che con il suo caratteristico colore giallo in Svizzera significa trasporto comodo nei più remoti paesini e non solo, aspetta paziente i passeggeri.
ll proseguimento del viaggio sul Wilhelm Tell Express è affidato a questo punto a un treno regionale che ingloba tra le altre delle carrozze di prima classe con ampi vetri panoramici, aperti sul paesaggio ancora ricco di sorprese. Si va verso sud e ben presto si viene in contatto con l’entusiasmante realtà nel trasporto ferroviario svizzero. Il treno affronta salite e gallerie con la sicurezza di chi è abituato a farlo da secoli. La galleria del San Gottardo è stata ultimata nel 1880 ed è la testimonianza di un’avventura umana che è riuscita a piegare la natura al proprio volere, senza mancarle di rispetto. Con un buona dose di lungimiranza, visto che questa tratta ferroviaria viene utilizzata giornalmente da parecchie decine di treni equipaggiati con sofisticate tecnologie, che si infilano nei tunnel scavati con perforatrici meccaniche e dinamite con estrema naturalezza. Per addolcire le rocciose pendenze sono stati costruiti dei tunnel dall’andamento elicoidale, che donano al percorso un carattere un po’ ludico. Ci si può divertire ad osservare ad esempio il cambio di prospettiva con il quale si presenta la piccola chiesa bianca di Wassen, che, tenendo presente la distanza percorsa dovrebbe trovarsi molto più distante, se non addirittura essere ormai invisibile, e che invece si è solo “abbassata” rispetto alla visuale del treno.
All’uscita dei dieci chilometri di galleria prima sognati con concretezza e poi realizzati con determinazione, ci si gode il solare paesaggio del Ticino. Il candore della chiesa di Wassen, qui è sostituito da campanili e chiese fatti di scure pietre: una piccola contraddizione che non smorza la luminosa bellezza del paesaggio, fino alle mete lacustri del viaggio del Wilhelm Tell: Lugano e Locarno.
Un’ultima richiesta di informazioni coinvolge il controllore del Wilhelm Tell Express: è un signore dalla corporatura robusta con i capelli ricci e la barba. Risponde con cortesia alla domanda e osservando l’espressione del suo viso si nota una certa somiglianza con la statua che ad Altdorf rappresenta il leggendario eroe che, sfidato sulle sue capacità, riuscì a colpire una mela posta sul capo del figlio, senza ferirlo.
Informazioni utili: www.wilhelmtellexpress.ch Per informazioni sul sistema integrato di trasporti su treno, bus e nave e prenotare lo Swiss Pass che racchiude in un unico biglietto la possibilità di usufruire di molti mezzi di trasporto, tra cui anche autobus e tram di città e l’accesso a diversi musei: www.swisstravelsystem.ch
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