Testo e foto: Elvira D’Ippoliti
Zurigo – I riflessi del fiume Limmat si specchiano sulle finestre dei palazzi della riva destra. Il passaggio di un tram della linea 4 (quella che corre lungo il fiume nella città storica) aggiungono alcune pennellate di blu chiaro ai quadri involontari e in movimento incorniciati dai telai delle finestre. La città si mostra in tutta la sua bellezza al sole e promette una nel segno del divertimento a contatto con l’acqua.
La postazione privilegiata da cui osservare questo biglietto da visita, composto da una danza di luci riflesse, è il Lindenhof, un piccolo parco cittadino situato su un’altura, vicino alla quale sono stati ritrovati dei reperti archeologici risalenti alle terme romane. L’acqua è sin dalle sue origini il Leitmotiv della città. La combinazione tra un grande lago, le cime delle Alpi sullo sfondo, i verdi prati digradanti fino alle rive, l’acqua vivace del fiume che esce dal lago e con un moto d’indipendenza attraversa la città, creano a Zurigo un’atmosfera speciale che in estate si apprezza ancora di più.
Sul Lindenhof ci si incontra anche per giocare a bocce: un cane osserva lanciare sul terreno quelle sfere pesanti e corre da una parte all’altra stringendo tra i denti una palla di gomma, come se volesse posizionarla tra le bocce e assicurarsi la partita. Questa piccola scena di vita quotidiana è arricchita dalla presenza di cittadini e turisti che si siedono sul muretto affacciato sul fiume a guardarne le acque (e i riflessi), da altri che passeggiano in mezzo ai tigli (gli alberi che danno il nome al parco) o da chi guarda la fontana che rappresenta una donna a ricordo di quelle che, simulando un numero di difensori inesistenti, riuscirono a respingere l’attacco del duca Albrecht I Asburgo nel 1291. Da qui, oltre che una visita della città, può cominciare anche la scoperta di un percorso fatto di fontane, rappresentanti terrene del regno d’acqua che governa con dolcezza la città.
Le fontane sono cantastorie di pietra e acqua, che a volte raccontano vite di cittadini illustri, contornati dai simboli del loro agire, oppure, come nel caso della fontana di Augusto Giacometti nella loggia sopra il cortile interno dell’Università, sono simboli a se stanti. Nel mosaico realizzato nel 1914 si vedono le figure di due donne che in una posa gentile innaffiano dei fiori. La fontana è stata donata all’università dalle mogli dei professori e osservando il luminoso cortile dove gli studenti si siedono a studiare in silenzio, si ha l’impressione che l’acqua di Zurigo sia in grado anche di trasmettere cultura e conoscenza e di far sbocciare il sapere.
Provare per credere: da circa 1200 fontane cittadine sgorga acqua potabile e armandosi di apposito bicchiere si possono condurre fantasiosi esperimenti: bevendo l’acqua della fontana sul Lindenhof si diventa un pizzico più furbi? O dissetarsi da quella che si trova sul Münzplatz, la cui statua rappresenta la Temperanza, renderà più pazienti? Un elemento sul quale è impossibile dubitare è la qualità dell’acqua potabile di Zurigo che è ricavata in gran parte dalla purezza del lago.
In questa frizzante atmosfera acquatica una gita che viene voglia di fare è quella che in mezza giornata (se si utilizza l’autobus turistico in partenza dall’apposito parcheggio dietro la stazione centrale) porta alle Rheinfall, le cascate del Reno. Appena usciti dalla città ci si avvia lungo tranquille stradine di campagna attraversando paesini con le case con i tralicci fino a raggiungere Schaffhausen. L’autobus fa scendere i passeggeri un po’ più in alto della vallata dove scorre il fiume e percorrendo a piedi un breve tragitto in discesa non ci si aspetta di trovarsi di fronte a un fiabesco spettacolo della natura. Lo Schlössli Wörth, un antico edificio risalente al 13. secolo che serviva per il carico e lo scarico delle merci trasportate sull’acqua, si affaccia sulla parte più tranquilla del fiume. Basta però spostare lo sguardo più avanti per osservare lo scroscio dell’acqua che per tutta l’estensione del fiume si getta da una piccola altura nel letto sottostante. Il dislivello tra le due parti del fiume non è altissimo (23 metri), ma la cornice di boschi fitti e la grande potenza con cui l’acqua si riversa verso il basso tra rocce e mulinelli, contribuiscono a rendere molto affascinante l’insieme. Come in un minuscolo mare in tempesta alcune imbarcazioni si avvicinano all’unica roccia raggiungibile in maniera sicura. Le persone a bordo dei natanti si avventurano sulla roccia e da lontano sembrano temerari in balia di una natura prepotente. In verità si tratta solo di un breve tragitto panoramico. Tornando con lo sguardo verso lo Schlössli Wörth, all’inizio dell’ Ottocento trasformato in ristorante e tale è rimasto, ci si rende conto dell’attrazione di questo luogo per i turisti da tutto il mondo. A centinaia affollano il piccolo imbarco per andare a emozionarsi a contatto con l’impeto del fiume, molti mangiano (un apposito punto ristoro con cibi indiani è preso d’assalto da visitatori di quel paese), altri passeggiano lanciando sguardi affascinati alle cascate. Anche via terra è possibile avvicinarsi al fiume ribollente e percorrendo il viale che segue la curva dell’acqua ci si allontana anche dalla concentrazione più alta di turisti. Una volta raggiunto il punto di contatto visivo con le cascate ci si può soffermare a pensare alla bellissima rabbia del Reno e a immaginarlo solitario, solcato solo per necessità da persone che forse più che spettacolari le sue cascate le consideravano inquietanti.
Zurigo accoglie i visitatori al ritorno della gita con altre proposte a sfondo acquatico. Le sue terme realizzate in una ex-fabbrica di birra sono un inno al relax e una nuotata nella piscina infinity sul tetto osservando il panorama cittadino è un toccasana per il corpo e per lo spirito. L’acqua sembra non finire mai proprio come quella del Reno, ma è un acqua dolce e amica che rilassa i muscoli e fa volare i pensieri ben oltre i tetti di Zurigo.
Nel pomeriggio ci si può divertire a “scorrazzare” a bordo dei battelli che solcano le calme acque del lago. La mini crociera segue la Goldene Küste, la costa d’oro e dal balcone privilegiato e galleggiante si osservano i mille particolari di una vita a contatto con il fiume: ville con approdi privati, minuscole rimesse, ristoranti affacciati sull’acqua. Tutto a Zurigo da questa prospettiva sembra galleggiare in una serena e scintillante sfera liquida. Dall’approdo del Bürkliplatz si può cambiare mezzo e salire a bordo di un battello fluviale. Da qui si vedrà la parte buia dei ponti e le sponde vivaci del fiume, dove le persone si siedono a chiacchierare. Anche l’enorme gru portuale, installata sulla banchina del Limmat, all’altezza dello storico quartiere dei pescatori, lo Schipfe, con il suo aspetto vissuto è una sorta di monumento industriale e vista dal fiume aumenta di fascino.
La giornata volge al tramonto e gli infiniti scintillii vestono la città con l’abito da sera. Nel sottopasso che dalla stazione centrale porta all’inizio della strada più elegante di Zurigo, la Bahnhofstrasse (che finisce non a caso davanti al lago), si trova una moderna fontana fatta di acqua e luce: infinti rivoli che paiono scendere dal soffitto creano un’aggraziata tenda liquida. Le luci che la illuminano da dietro la dividono in due colori e formano la stemma di Zurigo che si compone di un quadrato diviso diagonalmente in una zona bianca e un’altra blu. Blu come il lago vicino, il fiume che l’attraversa e blu come le tante esperienze di serenità a contatto con l’acqua che è possibile vivere in questa città accogliente e scintillante.
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Da giugno a Zurigo si può anche andare per prendere il sole e fare il bagno: circa 40 strutture attrezzate permettono infatti di sdraiarsi al sole e bagnarsi nell’acqua di fiume o di lago. Questi stabilimenti si trovano sia in centro città che lungo il lago. Vivere la città anche da questo punto di vista è un’esperienza da provare.
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