La magnifica bellezza e la semplicità: queste due parole definiscono a mio avviso il comune di Castiglione d’Orcia. La Val d’Orcia è una continua fonte di meraviglia. È stata dichiarata patrimonio dell’umanità dell’Unesco proprio perché l’intervento dell’uomo sulla natura l’ha resa un capolavoro. Una storia che parte da lontano ma ha in sé una caratteristica fondamentale: la volontà degli abitanti di questo territorio di creare bellezza e di preservarla. Dopo aver trascorso una rigenerante notte in una delle case di Castiglione d’Orcia trasformate in bed & breakfast vado al bar per fare colazione. È una bella mattina d’estate e il paese nella sua tranquillità è molto presente. Faccio una passeggiata verso il bar “L’Appalto” tra le stradine di Castiglione d’Orcia e subito mi si presenta lo spettacolo della valle che ammiro dal belvedere cittadino. È ancora presto e una sottile nebbia è posata sulle dolci colline, i boschetti e i filari di cipressi. Sembra che un pittore stia facendo delle prove di colore per rendere con il candore delle nubi basse ancora più affascinante l’insieme. Bianco su bianco: tra la scenografica nebbia scorgo a tratti il ricamo delle strade bianche che caratterizzano tutta la valle. Un telaio di finestra senza vetri rende ancora più attraente questo belvedere che a quest’ora è tutto per me.
Seduti ai tavolini all’aperto ci sono diverse persone. Si respira buonumore, ma di quello autentico, non filtrato dal dovere di essere felici. Nessuno guarda il telefono. Si fa colazione e si parla, intercalando il discorso con qualche bonaria presa in giro che provoca una scoppio di risa. Al banco scelgo tra allettanti cornetti e dolci che una volta addentati si rivelano, buoni e genuini. Non mi stupisco della cura con cui è tenuto il bar e della qualità dei prodotti perché ormai ho capito la filosofia di vita degli abitanti di Castiglione d’Orcia e voglio godermela insieme a loro. Il saliscendi dei vicoli mi conduce a Piazza Il Vecchietta dove si trova il palazzo comunale. Su questa piazza in pendenza e di forma triangolare con il pozzo quadrato tutto mi sembra perfetto: le facciate in pietra degli edifici, l’acciottolato del pavimento, le ombre del mattino che creano una scenografia dal cielo. Una signora con i capelli bianchi con delle scarpe da casa ai piedi esce della porta di una delle case con un annaffiatoio in mano e comincia a bagnare le piante che rallegrano la piazza da alcune ciotole in metallo. Quando si accorge che la sto guardando, mi sorride ed esclama: “Questi fiori sono del sindaco, ma non gli faccio mai mancare l’acqua”. È una frase che racconta un mondo: a Castiglione d’Orcia si vive anche da visitatori l’autenticità del luogo e si scopre soprattutto che sono gli abitanti i primi ad amarlo. Condividere ciò che si ama e si rispetta è più semplice e la sensazione che si prova nel trascorrere qualche giorno qui è proprio di essere accolti con semplicità tra gli abitanti che vivono qui volentieri.
A Castiglione d’Orcia non si tratta di fermare il tempo, ma di plasmare il presente usando sempre lo stesso stampo fatto di rispetto e di bellezza. Così la rocca costruita dalla famiglia feudale degli Aldobrandeschi di Santa Fiora nel X secolo che troneggia su Castiglione d’Orcia è stata dotata di una passerella in acciaio cor-ten che sembra arrugginito ma è in verità ricoperto da una patina che ne protegge la superficie. Il materiale si integra perfettamente con le antiche mura e il facile percorso intorno al mastio regala molte emozioni. Oltre allo stupendo paesaggio che include la vicina rocca Tentennano e i tetti di Castiglione d’Orcia, camminando sulla passerella si ammira l’abside della minuscola chiesa romanica risalente all’anno mille ritrovata durante i lavori. A un certo punto del percorso dalla passerella si può poggiare anche un piede sulle mura e provarne da vicino tutto il loro intatto fascino. Il vento che soffia sulla Val d’Orcia continua a portare il suo insegnamento di armonia e bellezza.
Elvira D’Ippoliti