Torino (TidPress) – Oggi con l’alta velocità si arriva a Torino da Roma in quattro ore e venti minuti. In quanto tempo si copriva la stessa distanza 150 anni fa?. Quasi una settimana? Sicuramente la capitale del Regno Sabaudo e quella dello Stato Pontificio vivevano in due epoche distanti almeno un secolo. La Torino che apparve nel 1853 davanti agli occhi del patriota Carlo, ex-carabiniere pontificio al Quirinale, combattente nel Veneto, a Bologna e Roma nella Prima Guerra d’Indipendenza, difensore sulle Mura Vaticane della Repubblica Romana nel 1849, era agli antipodi della Città Eterna. Vi si respirava l’aria frizzante ed esaltante della libertà, un bene inestimabile per un giovane che ne aveva fin sopra i capelli della vita opprimente e stagnante che incombeva sopra i Sacri Palazzi romani.
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![]() Piazza San Carlo ed il “caval d’ bronz” ![]() |
Un’atmosfera stimolante all’azione Carlo trova nel Caffè Mogna, in Piazza Carlo Felice sull’angolo verso Piazza d’armi. In fondo al caffé si riunivano Carlo Farini, futuro presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia,Terenzio Mamiani ed altri patrioti, tutti originari dello Stato Romano ed esiliati. A questi si aggiungevano ufficiali, alti funzionari e nobili piemontesi. Le differenze di ceto, a Torino, non impedivano al semplice impiegato di un giornale, dove Carlo aveva trovato un lavoro, di intervenire e “di udire bellissimi sentimenti e propositi per il riscatto dell’Italia dallo straniero”.
Ogni tanto Carlo Gianfelici lasciava il fumoso caffè per andare a prendere una boccata d’aria. Era attratto dalla Piazza d’Armi per assistere alle esercitazioni, ma con l’occhio critico dell’ex-soldato volontario nei confronti dei militari di carriera: “le esercitazioni erano composte di troppi movimenti, ineseguibili in faccia all’inimico; tanto vero, che nella pacifica Piazza d’Armi accadeva sempre un qualche sbaglio; come dunque non dovevano accadere in faccia l’inimico? Per il soldato ci vuole disciplina rigorosa, obbedienza cieca e movimenti di manovra pochi e semplicissimi, e con un poco di coraggio e buona volontà si vince sempre! Tutte quelle manovre ingarbugliate in una infinità di movimenti e di comandi, sono il riparo degli asini e dei vigliacchi, la scusa dei rovesci che subiscono. Cosa accade a chi è attaccato dal nemico mentre esegue un movimento? E quindi cade la colpa sopra al soldato il quale non ha altro torto che di essere generoso, anzi generosissimo e bravo; bisogna saperlo comandare!”
Dopo qualche anno, gli avventori del Caffé Mogna passarono dalle parole ai fatti che portarono alla proclamazione dell’Unità d’Italia il 17 marzo 1861.
![]() Il paese di Venaria Reale ![]() |
![]() La Galleria Grande nella reggia Venaria Reale ![]() |
Piazza Carlo Felice ha oggi lo stesso aspetto di un secolo e mezzo fa: i palazzi con i portici, il giardino centrale recintato, i vialetti che lo attraversano in diagonale. I 150 anni sono festeggiati qui più che in qualsiasi città italiana. I colori del tricolore sono dovunque. Pendono dalle finestre e dai balconi delle strade di periferia e del centro, troneggiano nelle vetrine dei negozi, risaltano nelle scatole dei cioccolatini e sulle t-shirt. Gli stendardi azzurri, il colore nazionale italiano, con impresse le effigi dei padri fondatori d’Italia, sventolano davanti alla Stazione di Porta Nuova restaurata (la cui facciata è gemella, forse unica in Italia, delle grandi stazioni ferroviarie francesi ed europee di 150 anni fa).
Piazza San Carlo, finalmente liberata dalle macchine e dai cantieri per la costruzione di un enorme parcheggio che dalla stazione arriva a Piazza Castello, oggi è attraversata da scolaresche, passanti distratti e visitatori a cui piace godere la simmetria delle sagome degli edifici settecenteschi, con i fregi dei reggimenti in bassorilievo sulle facciate dei palazzi. Gruppi di ragazzi di molte nazionalità sostano, nel loro girovagare attraverso le città italiane e europee, sotto il “caval d’ bronz” di Emanuele Filiberto.
Sicuramente avrà fatto lo stesso anche il giovane patriota marchigiano Carlo, prima di ripartire da Torino per Londra e per Malta per arruolarsi nella Legione Angloitaliana diretta in Crimea, più tardi per partecipare alla Seconda Guerra d’Indipendenza ed infine alla spedizione dei Mille in Sicilia.
Informazioni utili:
Fare gli Italiani. 150 anni di storia nazionale
La mostra racconta la storia dell’Italia dall’Unità nazionale a oggi: non una successione di avvenimenti, ma una storia di persone. I protagonisti sono gli Italiani, considerati nella loro diversità e raccontati in tutte quelle fasi che li hanno visti unirsi in un sentimento di comune appartenenza. Queste tappe fanno parte di un percorso lungo 150 anni durante il quale “siamo diventati italiani”.
Stazione Futuro. Qui si rifà l’Italia
La mostra è un viaggio che prende avvio nel presente e che conduce a guardare l’Italia di domani, quella che saremo, e anche quella che vorremmo, attraverso le idee che già oggi sono sul territorio e che entreranno a far parte della nostra vita nei prossimi dieci anni. Perché il futuro non è utopia, idealismo o fantascienza, ma è fatto dalle tante piccole e grandi storie di chi lavora ogni giorno.
Entrambe le mostre si svolgono nelle
Officine Grandi Riparazioni
corso Castelfidardo 22, Torino
Periodo di apertura:
dal 17 marzo al 20 novembre 2011
La Venaria Reale
Piazza della Repubblica, Venaria Reale (TO).
www.lavenariareale.it
In occasione dei 150 anni dell’Unità nazionale la Reggia di Venaria diventa il palcoscenico delle eccellenze italiane nel mondo: con le tre grandi mostre sull’arte, la moda e Leonardo, l’apertura del Potager Royal e gli eventi sulla cucina, è per un anno la Reggia d’Italia.
Dal 17 marzo 2011 all’8 gennaio 2012
20.03.2011
![]() Un negozio del 1852 |
![]() Le vetrine di Via Po ![]() |