(TidPress)- Quasi un anno fa siamo arrivati in Tunisia con l’obiettivo di iniziare una nuova serie di racconti di viaggio,“Terre Vicine”, dedicata ai paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. Dopo un giorno ci siamo accorti che le pagine delle guide turistiche erano infarcite di inutili consigli e di stereotipi sulla popolazione locale. Lo sviluppo scolastico, culturale, psicologico della nuova generazione tunisina era avvenuto ad un ritmo così veloce che i media occidentali non erano riusciti a stargli dietro.
Le strade ed i caffé delle città grandi e piccole erano letteralmente invasi da frotte di ragazze e ragazzi poliglotti, spiritosi, aperti, sorridenti, disponibili e gentili in maniera disinteressata nei confronti degli ospiti stranieri, ma anche, costretti loro malgrado a star senza far niente. Il ritratto dell’anziano dittatore, i capelli neri come la pece e la mano destra ipocritamente posata sul cuore, pendeva da ogni parete, utile solo a se stesso ed al suo clan. Qualcosa poteva succedere ed è finalmente successo nel gennaio di quest’anno con la cacciata di Ben Ali.
Tunisi: i giardini della Kasbah |
La Medina di Tunisi |
Il 17 marzo del 2011 in Italia festeggiamo il 150° Anniversario dell’Unità. In queste settimane che precedono la festa nazionale si parla in continuazione del pericolo di “un’invasione” dalla Tunisia, dalla Libia e dall’Egitto e quasi si ignora il nostro passato e presente di paese mediterraneo che dialoga e collabora con l’altra sponda.
La porta marittima della Tunisia è La Goulette, dove un quartiere si chiama la “Piccola Sicilia”. Risale al 1865, quando Sadok, il Bey di Tunisi, donò alcuni terreni paludosi alla famiglia italiana Fasciotti. “Piccola Sicilia” esprime anche oggi l’antico legame: il desiderio di accoglienza dei tunisini e di scoperta degli italiani. Accanto al minareto svetta alla stessa altezza il campanile di una chiesa.
Tutti desideriamo che le rivoluzioni arabe siano vincenti. Il tempo degli accordi con i dittatori che pretendevano di rappresentare le loro nazioni è finito. L’Europa si deve ora confrontare con le aspettative di questi popoli giovani,dinamici, positivi, tendenzialmente laici.
Negli ultimi 150 anni non sono mai esistite condizioni tanto favorevoli come quelle di oggi, pur in una situazione ancora ancora fluida. Mai le Terre Vicine delle due sponde potessero sono state in epoca moderna potenzialmente così vicine.
Il Mediterraneo è diventato più stretto e non dobbiamo averne paura.
Al contrario, non vediamo l’ora di riprendere i nostri itinerari, sempre coinvolti nella vita quotidiana delle persone,attraverso le medine senza tempo, i villaggi bianco-blu della costa ed il deserto, fonte di pace, di tranquillità e non di angoscia.
Informazioni utili:
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Tunisi: un caffé della Medina |
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