Terre d'Europa

Berlino: la storia del cinema tedesco nel Filmmuseum

Alessandra Riva



 Dal cinema muto a “Jurassic Park”, i bauli di Marlene Dietrich, film di propaganda nazionalsocialista rinchiusi in cassetti dai molteplici significati.

Berlino (Tid-press) – In Potsdamer Platz, il cuore avveniristico della capitale tedesca nella ex zona est, si alza il modernissimo edificio chiamato Sony Center, che, oltre a numerosi locali, cinema multisala, negozi, ospita la Filmhaus in cui al secondo e terzo piano ha sede il Filmmuseum.

Per esperti del cinema o semplici turisti, una visita al Museo del Film di Berlino è un’esperienza interessante per conoscere l’evoluzione del cinema tedesco in un ambiente suggestivo e futuristico, dove l’architettura delle varie sale acquista anche un significato simbolico in relazione al momento della storia del film che vi si trova illustrato.

Si entra al piano terra e poi si sale con un velocissimo ascensore di vetro al terzo piano dell’edificio per iniziare la visita dell’esposizione permanente.

Per raggiungere la prima sala in cui si ha un approccio col cinema muto, le prime macchine da presa e l’evoluzione del film fino alla Prima Guerra Mondiale, si deve attraversare un ingresso che, grazie a un gioco di specchi, è apparentemente sospeso nel vuoto, tanto che può dare un senso di vertigine e inquietare molti turisti.

Si passa poi alle sale dedicate al film degli anni Venti, allestite con le tipiche colonne su cui venivano pubblicizzati gli spettacoli cinematografici. Viene dato spazio all’opera espressionista “Caligari” di Wiene, di cui si possono guardare spezzoni su un grande schermo e un modello della sua scenografia, e al cinema della Repubblica di Weimar, rappresentato da nomi di registi importanti come Friedrich Wilhelm Murnau e Fritz Lang. Proprio al lunghissimo capolavoro di Lang “Metropolis” è dedicato uno spazio particolare: un “ponte” dal quale si vedono numerosi televisori installati nelle pareti che trasmettono, alternate, varie scene del film.

Da esso si scende nel “Transatlantico”. Questa parte dell’esposizione permanente è così chiamata in quanto vi si trova presentata l’emigrazione del film tedesco a Hollywood. Qui è anche curioso dare un’occhiata a un piccolo esempio della quantità di bagagli che la famosa Marlene Dietrich portava con sé. Gli specchi che ne aumentano il numero vogliono solo rendere ancora più realistica la scena, poiché l’artista possedeva centinaia di bauli.

Questo dettaglio collega alle sale dedicate all’importantissima attrice. Nel museo sono esposti suoi oggetti personali, documenti, fotografie, costumi…

E dopo aver ripercorso la vita e la carriera di Merlene Dietrich, il visitatore si confronterà con il cinema del periodo nazionalsocialista. Dapprima potrà osservare scene del film propagandistico “Olympia” (1936-38) della regista Leni Riefenstahl e un modello dello stadio olimpico di Berlino in cui sono posizionate le macchine da presa secondo la disposizione di quando il film fu girato. Poi rifletterà sul significato dei cassetti di metallo scuro della sala seguente: in essi sono contenuti video, copioni e documenti relativi a molti film di quegli anni. Questa insolita esposizione vuole ricordare la censura e i divieti imposti dal Nazionalsocialismo, un archivio e anche un obitorio in cui è sepolta un’epoca così buia della storia tedesca.

Dopo la guerra, molti attori e registi di rilievo fuggiti negli Stati Uniti ritornarono in Germania. Il Filmmuseum documenta anche questo capitolo della storia del cinema con documenti testimonianti il loro esilio e rimpatrio.

Infine, vengono mostrati spezzoni, fotografie, locandine dei più importanti film degli anni 1945-2000 e dei loro protagonisti, dalla “Principessa Sissi” a “Lola rennt”.

Il museo non trascura neanche le tecniche di realizzazione di personaggi mitologici e di fantasia fino alle più moderne tecniche della fantascienza. Nell’ultima parte dell’esposizione si possono osservare tra l’altro la ricostruzione del combattimento tra scheletri di “Giasone e gli Argonauti”, l’astronave degli alieni in “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, modelli di creature mostruose come i “Gremlins” e la struttura di un dinosauro del film “Jurassic Park” di Steven Spielberg.

INFO:
Filmmuseum Berlin im Filmhaus am Potsdamer Platz (Sony Center)
Potsdamer Str. 2
D – 10785 Berlin (Tiergarten)
Tel.: +49 30 300903-0
E-mail: info@filmmuseum-berlin.de
Entrata: 6,00 Euro (ridotto 4,00 Euro)
Orario: martedì – domenica: 10.00 – 18.00 h; giovedì: 10.00 – 20.00 h; lunedì chiuso.

www.filmmuseum-berlin.de

21.10.2005

Ingresso del Filmmuseum
A. Riva

Incontri ravvicinati…
A. Riva
Condividi su:

Riproduzione riservata © Copyright TidPress per Terre d’Europa.