Terre d'Europa

Bregenz: capolinea del Lago di Costanza

di Paolo Gianfelici

La flora e la fauna singolari del delta del Reno. I tramonti estivi infiniti dalla Seepromenade. Lindau, l’isoletta fuori dal tempo. Dalle tranquille acque del lago è emerso un mostro della tecnica e della guerra.


Tramonto dal Lungolago
di Bregenz

Bregenz (E.T.News) – La sponda austriaca del lago di Costanza (in tedesco Bodensee) è breve (ventisette chilometri), ma interamente accessibile. Dove andare per ammirare le prospettive più incantevoli? La Seepromenade di Bregenz è l’ideale. Si inizia il giro dal Fahnenrondell nei pressi del porto e si prosegue tra giganteschi castani lungo il terrapieno che si allunga nel lago. Da qui si osservano lunghissimi tramonti estivi, che le nuvole sopra lo specchio d’acqua rendono ricchi di forme e di colori.
Un luogo completamente diverso è la riva piana e ricoperta di sabbia grigia, dove il Reno si getta nel Bodensee formando un delta, al confine con la Svizzera. La foce del fiume racchiude una flora ed una fauna singolari.
Per osservare quanto sia grande il Lago di Costanza bisogna salire a mille metri, sopra Bregenz, con la funivia dello Pfänder. Il “Mare Svevo” è stretto, incassato tra la Germania e la Svizzera, ma si allunga a perdita d’occhio. La città tedesca da cui il lago ha preso il nome è invisibile a più di quaranta chilometri di distanza, come invisibili sono le isole di Mainau e Reichenau. I battelli che lo attraversano in lungo ed in largo sono molto lenti ed una giornata non basta per visitarlo tutto (www.bodenseeschifffahrt.at ).
In mezza giornata ho visto Friedrichshafen e l’isoletta di Lindau, interamente occupata da una cittadina tedesca in miniatura, con il faro bianco, il leone di pietra sul piedistallo e la torre medievale che ti accolgono entrando nell’imboccatura del porticciolo.

Friedrichshafen è una città di provincia, come ce ne sono centinaia di altre in Germania: linda, ordinata, quasi interamente ricostruita nello stile degli anni ‘60-’80, salvo un paio di torri medievali. L’eccellenza che merita una visita è lo Zeppelin Museum, dedicato all’era del dirigibile che ha segnato i primi tre-quattro decenni del Novecento (www.zeppelin-museum.de ).
Quando l’aeroplano era un mezzo utilizzato solo dai militari e dai temerari, i cieli della Germania erano solcati dai voli di linea degli Zeppelin, costruiti a Friedrichshafen, che collegavano le principali città tedesche. Tra il 1911 ed il 1914 una folla (quasi ventimila persone) di signore borghesi con il cappellino e di signori con la lobbia o la paglietta (come testimonia la ricca documentazione fotografica esibita nelle sale del Museo) presero un volo in dirigibile per spostarsi attraverso il paese. Poi arrivarono i bagliori sinistri della Prima Guerra Mondiale, le bombe lanciate sopra Londra dai giganteschi sigari volanti, i combattimenti con gli aerei inglesi ecc.. Dopo la Grande Guerra si ritornò all’uso civile del dirigibile per imprese straordinarie: l’esplorazione polare del Norge, partito da Ciampino al comando di Umberto Nobile, il giro del mondo nel 1929, l’inaugurazione di voli regolari da Francoforte a New York e da Francoforte in Brasile nel 1936, fino al terribile disastro del 06.05.1937 a Lakehurst, che provocò la fine dell’uso civile del dirigibile.
Nello Zeppelin Museum di Friedrichshafen tutte le grandi tappe di un’ epopea sono documentate: dalle cabine dei passeggeri dello LZ 129 Hindenburg che affrontò le trasvolate atlantiche, alle registrazioni originali delle comunicazioni da bordo a terra, ai motori racchiusi nel Backbord-Maschinengondel LZ 127, alle strutture che contenevano la gigantesca camera d’aria all’idrogeno, l’elemento infiammabile, che fu la causa dei disastri e dell’abbandono del dirigibile come mezzo di trasporto.

Il progresso tecnico-scientifico dell’umanità è fatto di successi e di insuccessi. Il dirigibile affascina perché appartiene alla seconda categoria. Resta però incomprensibile come la genialità tecnica ed imprenditoriale del conte Ferdinand von Zeppelin si sia manifestata proprio qui, sulle rive quiete ed amene di questo grande lago.


Lindau
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