Le nuvole sul mare
Sabato, ore 18.12. Dal suo punto di vista privilegiato sul ponte di comando della Cruise Roma, il comandante scruta l’orizzonte. Lo fa sempre prima di prendere il mare. Non sono le condizioni meteorologiche ad interessarlo. Di quelle si occupano gli strumenti di bordo. Lui cerca le nuvole. Gli piacciono quelle soffici, scontate. Quelle che sulle cartoline sembrano un abile trucco grafico. Prima di spostare il “suo mondo” guarda gli sbuffi bianchi galleggiare nel blu. Come in una sfera magica e mosse da fili invisibili, le nubi si dispongono a strati, lasciando posizionare le più snelle in avanti e riservando la seconda fila a quelle panciute. Il capitano le osserva a lungo cercando una di quelle forme scolpite nella fantasia individuale di chi guarda. Si concentra, cerca di distinguere tra i filamenti paffuti sagome di animali o oggetti comuni. Ma non vede altro che nuvole. Che restano tali, senza raccontare storie.
L’Hotel on Board nel porto di Barcellona |
La spiaggia del capoluogo della Catalogna |
Ore 22.20. Tirreno settentrionale, vento da W, forza 3, mare poco mosso, temperatura dell’acqua in superficie: 23,2° C. Procedure di carico ultimate: 2500 m/l + 200 automobili. Numero passeggeri: 1824. Calcolo rotta da punto A (Civitavecchia) 42°05′,97 N, 11°46′,32 E a punto B (Barcellona) 41° 22′ 60 N, 2° 10 ‘ 60 E effettuato. Orario partenza: 22.15.
Ore 22.30. La nave vibra. Basta una leggera pressione della mano del capitano sulla leva comando per aumentare o diminuire la potenza dei motori. Al timone un marinaio segue alla lettera le indicazioni declamate con voce sicura. “Zero five” – “Zero five, sir” – il loro è come l’intrecciarsi di un dialogo senza commenti che sposta un mondo su base acquatica con incredibile precisione. “E’ come far uscire un’automobile dal parcheggio”, ironizza il capitano una volta raggiunto il mare aperto e affidati i comandi al timone automatico.
Ore 23.10. Tra i passeggeri aumenta l’euforia. La nave si sposta lentamente, salutando con la sua sirena dal timbro baritonale il porto di Civitavecchia. E’ cominciata un’avventura, piena di emozioni e priva di rischi. “La nave è il mezzo di trasporto più sicuro del mondo”,la professionalità del capitano racchiude le parole in un guscio inattaccabile. La maggior parte dei passeggeri non entra in contatto diretto con lui, ma la sua energia riesce ad espandersi e l’affermazione sulla sicurezza si concretizza nello scorrere del tempo a bordo.
Dalle finestre panoramiche del ristorante entra solo il buio della notte. L’acqua, smossa dal passaggio della nave si trova più giù. I passeggeri familiarizzano con la Cruise Roma. Gli spazi comuni sono aperti e le cabine nicchie dove rifugiarsi a riposare. Alcune coppie si sono sedute ai tavoli del ristorante che espande la sua atmosfera ovattata al di là del suo ingresso. Nel ristorante self-service c’è più voglia di condivisione. Ci si mette brevemente in fila per scegliere la cena e lo sguardo si sofferma sugli altri avventori, cittadini per 72 ore della stessa città galleggiante. Nella sala rossa accanto, gli autisti di camion si ritrovano a parlare o a guardare la televisione. Ingrandimenti fotografici di auto e moto spezzano il rosso delle pareti. I camion dormono nel garage cullati dallo sciabordio delle onde. Il loro passaggio a bordo è un toccasana per l’ambiente e tutto l’inquinamento che avrebbero causato viaggiando dall’Italia alla Spagna è assorbito dalla Cruise Roma e dal suo incedere sicuro sull’acqua. Nel salone bar, si sorseggia un drink sui comodi divanetti di velluto marrone.
La fascia d’età più giovane di passeggeri freme aspettando che apra la discoteca sul ponte dieci che lascia nella notte la sua scia di musica a poppa.
Ore 23.56. Il capitano può andare a riposarsi. I turni per la notte sono stati stabiliti e lui si ritira in cabina. Gli tornano in mente le nuvole. Le stesse che nel pomeriggio, prima che la nave salpasse, erano rimaste per lui, come al solito, senza significato. Adesso non vede il cielo, ma prima di abbandonarsi al sonno, sorride alla certezza di assistere l’indomani al suo spettacolo personale. Che non si sarebbe svolto in cielo, ma nell’acqua.
L’autostrada del mare
Domenica, ore 06.10. Il capitano lascia la sua cabina. La nave scivola silenziosa sull’acqua. La caparbietà dei suoi motori è una caratteristica che lo rassicura sempre. Un po’ di brivido ogni essere umano lo prova a trovarsi circondato dall’acqua profonda.
Il panorama uniforme sul quale l’occhio si perde ha una doppia valenza: tranquillizzante e angosciante al tempo stesso. Oggi è giorno di esercitazione, pensa il capitano, mentre si avvia verso poppa. L’annuncio sarà trasmesso alle undici. Intanto, fino alle 06.30 lui ha venti minuti tutti per sé. E per il mare.
La scia che la Cruise Roma lascia sull’acqua è un trionfo di toni verde- azzurri, affiancati da creste e sbuffi bianchi che fanno apparire il mare un complicato merletto a cui migliaia di mani invisibili stanno continuamente lavorando. Un fascino arcaico e meravigliato avvolge la mente del capitano in una contemplazione silenziosa. La nave traccia la sua autostrada del mare con la prua, la solca con la sua mole e poi lascia dietro di sé un ricamo che si allunga in lontananza per poi uniformarsi con rispetto nuovamente alla forma non forma del mare. Il capitano respira l’aria del mattino e si allontana da poppa per raggiungere il ponte di comando. La visione del complicato intreccio di schiuma nella quale si mescolano storie e destini, lo accompagnerà per tutto il giorno.
Ore 11.00. “A tutti i passeggeri. Alle ore 12.00 si terrà una simulazione di emergenza in mare. I signori passeggeri sono pregati di raggiungere i punti di raccolta indicati sul proprio ponte e di seguire le indicazioni del personale”.
Ore 12.00. Sul ponte 8 l’euforia è palpabile. Il cartello verde con le quattro frecce che convergono verso il centro indicando il quadrato dello stesso colore è appeso sulla parete di fondo del corridoio principale. L’equipaggio ha già indossato elmetti e giubbotti di salvataggio. I passeggeri si mettono disordinatamente in fila per prendere a loro volta il giubbotto e farsi aiutare ad allacciarlo correttamente. I visi esprimono aspettativa per una sorta di gioco che l’equipaggio prende molto sul serio.
I passeggeri sono suddivisi in gruppo: gli uomini vicino alla scala e le donne accanto al portellone che si apre verso la fiancata della nave. La pazienza non è una virtù collettiva e dopo un po’ è difficile per l’equipaggio mantenere le fila.
“Attenzione, è il comandante che parla. Solo per esercitazione, ripeto per esercitazione: abbandonare la nave, abbandonare la nave, abbandonare la nave”. La voce amplificata dagli altoparlanti sembra appartenere a un ragazzo. Forse sono quelle parole impronunciabili per chi governa una nave ad alzare di un tono il suo timbro.
I passeggeri riconsegnano i giubbotti di salvataggio e sciamano verso il relax. Il ponte superiore è una terrazza di luce sulla quale distendersi al sole. Ci si bagna in piscina mentre il vento di mare racconta storie di creature che non conoscono la terra, ma solo la sensazione leggera di galleggiare fluidi senza pensieri. La musica che proviene dal bar è allegra e il mormorio delle onde si adegua a quello stato d’animo.
Ore 16.04. La nave mantiene un’andatura costante. Il capitano scruta l’acqua dall’estremità del ponte di comando. Lungo le fiancate della nave, altri intricati, affascinanti disegni vanno a crearsi per poi disfarsi e rinascere un’altra volta. In quei momenti a lui sembra di sentire raccontare tutte le storie del tempo e dello spazio. L’elemento primordiale ha il sopravvento e si impadronisce per lunghi istanti del suo cuore. Lì nel vortice dove c’è stato l’inizio di tutto, sogna e vede volti, animali, oggetti fantastici e di uso comune in un’allegra confusione che lo esalta e lo riempie di energia.
La città nella nebbia
Ore 16.55. La prua della nave è un cuneo bianco che anticipa il concetto stesso di viaggio, come desiderio profondo dell’essere umano di esplorare nuovi mondi dentro e fuori di sé. Alla base della vetrata proprio di fronte al posto di comando, ha trovato posto una piccola statua di Padre Pio. “Io guardo il santo ed il mare”, spiega il capitano e poi dà le direttive. Il porto di Barcellona si concretizza in lontananza forando la nebbia che lo avvolge. Il capitano riduce l’andatura. La lentezza è un tributo all’arrivo, al raggiungimento della meta.
I passeggeri affollano il ponte superiore. Per molti Barcellona è una meta in cui gustare una vita spensierata. La nave è democratica e discreta: trasporta viaggiatori per lavoro e per divertimento. I grattacieli del porto e del vicino villaggio olimpico sono avvolti in un fitto reticolo di nubi basse. Il capitano le guarda un attimo e pensa alla bellezza della scia di mare creata dalla sua nave. La sosta sarà breve e lui potrà presto tornare a fantasticare di mondi e creature che come lui amano specchiarsi nell’acqua e non nel cielo.
Ore 19.04. Il portellone posteriore della Cruise Roma si apre verso la terraferma. Passeggeri a piedi, automobili e camion, cominciano ad uscire dalla nave. L’intreccio dei destini si snoda e si riannoda. Sui visi dell’equipaggio che controlla le operazioni di scarico si legge la soddisfazione. La meta è raggiunta, la nave riposa i motori e l’equipaggio è e rimarrà il protagonista della creazione di un mondo galleggiante.
Ore 21.19. Barcellona è leggera e con una decisa scrollata di spalle si toglie di dosso la nebbia. Il cielo, ancora acceso di luce, risplende di blu, mentre all’orizzonte si prepara la rappresentazione del tramonto. L’alta passerella sul porto si snoda vicino ad altre navi parcheggiate sull’acqua e finisce nel terminal. Poi si è in città. Pochi passi, una piazza con al centro la statua di Cristoforo Colombo e poi la Rambla. Accogliente, rumorosa, divertente: la strada in leggera salita è priva d’istruzioni per l’uso, come tutta la città. Mangiare, pattinare, guardare le case ondulate di Gaudì, il tranquillo quartiere gotico e poi ancora bere, chiacchierare, ballare, in una sola parola vivere seguendo il battito del cuore di Barcellona o ascoltarne il respiro più riflessivo: tutto è possibile e naturale. Ogni visitatore è automaticamente un attento conoscitore della città. Per la semplice ragione che Barcellona è genuina e accogliente e si lascia interpretare in ogni modo senza sentirsi mai offesa.
Lunedì, ore 00.03. La nave ferma e silente è una pausa nella quale il capitano dorme un po’ senza appigli. Il suo mondo interiore è fatto di vibrazioni e sciabordii, che il suo cervello registra in automatico, tenendo al contempo la situazione sotto stretto controllo.
Ore 00.30. Un interminabile gruppo di giovani serbi lascia la Cruise Roma per andare all’arrembaggio della città. Il loro desiderio di divertimento si esprime negli abiti alla moda e nel trucco curato delle ragazze. I ragazzi parlano a voce alta pregustando la serata.
Ore 00.41. La Cruise Roma è un albergo rilassante che offre agli ospiti l’eccezionalità di mantenere la propria stanza cambiando ambiente circostante. Nella notte piccoli sbuffi di impazienza escono dal fumaiolo sul ponte superiore. La navi sono fatte per navigare: difficile imbrigliarle in un porto.
Una delle Owner’s Suite |
Sul ponte superiore della Cruise Roma |
Verso il punto B
Ore 22.16. La mano sulla leva comando è delicata come per fare una carezza a un uccellino. La nave si sposta, vibra di energia, artiglia il mare. Il capitano la tiene doma per farla uscire dal porto, prima di lasciare libere le briglie di cavalcare le onde. “E’ pesante la piccolina”, mormora tra un comando e l’altro. Il mare è una distesa di libertà, dove ogni autostrada si crea e si scioglie, per collegare paesi e vivere l’acqua come un elemento affascinante e puro che non accetta intrusioni, ma solo scie ricche di sbuffi e di storie create dalla fantasia del capitano.
Informazioni utili:
La compagnia di navigazione Grimaldi Lines effettua collegamenti giornalieri per Barcellona in partenza da Civitavecchia e da Livorno. Sulle due navi gemelle “Cruise Roma” e “Cruise Barcelona” è possibile anche imbarcare auto e moto. A bordo il tempo trascorre piacevolmente tra piscina, wellness center, casinò, bar e ristoranti, senza dimenticare uno spazio attrezzato per bambini. Per visitare Barcellona la nave si trasforma in hotel: tre notti a bordo (di cui due in viaggio) permettono di muoversi in città senza bagagli e godersi appieno la vacanza.
www.grimaldi-lines.com
Call center: +39 081 496444
Catalan Tourist Board
Via Montebello 27 – 20121 Milano
Tel:+39 02 87393573
www.catalunya.com
www.barcelonaturisme.com
10.07.2011
Isola dell’Asinara |
L’Autostrada del Mare |