La Casina delle Civette
Roma (E.T.News) – I giardini all’inglese di Villa Torlonia sono di colore giallo-marrone nell’estate tropicale romana del 2003, senza una goccia di acqua e con temperature fuori della norma. Per fortuna, il Ponentino che arriva dal mare muove le foglie dei tigli, dei pini marittimi, delle palme ed offre una boccata d’ossigeno ai visitatori del parco.
I luoghi da vedere qui sono due: il Casino dei Principi e la Casina delle Civette. Non è invece visitabile la gran villa neo-classica fatta costruire nei primi dell’Ottocento dal principe Giovanni Torlonia, lasciata in abbandono nell’ultimo mezzo secolo.
Entrando nel parco dall’ingresso principale sulla Via Nomentana, immagino le sfarzose feste private nelle calde serate romane di centocinquant’anni fa, i viali illuminati dalle fiaccole, l’eco delle arie da concerto. I nobili invitati erano ricevuti nelle sale affrescate del Casino dei Principi e fatti accomodare lungo la balconata che si affacciava sull’anfiteatro, per assistere agli spettacoli. Una sala è affrescata con grandi vedute del Golfo di Napoli, che appare tra le prospettive di un peristilio corinzio.
Le statue di epoca romana e neoclassiche che ornavano i giardini di Villa Torlonia sono oggi esposte nel Casino dei principi. Verso la fine del percorso una grossa sorpresa: la camera da letto di Benito Mussolini, andata perduta e ritrovata di recente in un deposito d’asta pubblica. Sono mobili di alto artigianato, in stile neo-rinascimentale genovese, intagliati in legno di noce italiano Il capo del governo fascista abitò nella Villa dal 1923 al 1943. Pagava al principe un affitto simbolico di una lira il mese.
Quando il Duce era andato a vivere a Villa Torlonia, il principe Giovanni Torlonia jr. si era trasferito da più di dieci anni nella Casina delle Civette, situata in un angolo del parco. L’edificio è un trionfo dell’eclettismo: linee classiche, medievali e molto Liberty nelle decorazioni esterne ed interne (ferro battuto, boiseries, mosaici, maioliche, dipinti murali e tante, tante vetrate). L’arte della vetrata policroma, legata a piombo, non dipinta, ha conosciuto un revival nei primi anni del Novecento. Gli artisti disegnavano i cartoni per le vetrate e gli artigiani, con incredibile perizia, le realizzavano. Nel Museo, unico nel suo genere in Italia, si può seguire tutto il percorso. Vetrate geometriche si alternano a vetrate floreali, con rose, iris, tralci d’uva, farfalle ed ovunque le civette, che abitavano il parco ed erano l’ossessione del principe.
“Dal Casino dei Principi alla Casa delle Civette sono passate solo poche decine d’anni e due generazioni della famiglia Torlonia, ma se guardiamo lo stile architettonico degli edifici e l’arredamento degli interni sembrano passati dei secoli”, commenta la dott.ssa Alberta Campitelli, direttore dei Parchi e Ville del comune di Roma, che mi ha accompagnato in quest’itinerario. Già, perché in mezzo c’è il 20 settembre 1870, la fine dello Stato Pontificio e l’annessione della città all’Italia. Accanto alla maestà neoclassica di Roma compaiono nuovi profili. Gli aristocratici si trasferiscono dai loro palazzi suntuosi in villini liberty.
Qualche decennio dopo il “proletario” Benito Mussolini sceglierà come abitazione la grandiosa dimora di un principe.
Info: www.comune.roma.it/sovraintendenza. Nei giardini della Casina delle Civette si svolge fino al 31.08.2003 il festival “Le stelle della musica”. Associazione culturale il Tempietto: www.tempietto.it e tempietto@tiscali.it
Una sala del Casino
dei Principi
Il letto di
Benito Mussolini