Dresda (TidPress) – I lavori di restauro nel cortile del Residenzschloss di Dresda mostrano i primi, importanti, risultati. Due delle quattro torri e parte della facciata brillano nel nuovo look bianco e grigio. La tecnica dello sgraffito rende l’intonaco del palazzo simile a un merletto dove si fondono ghirlande, figure, scritte e ghirigori. Le finestre delle torri posizionate in assetto diagonale in corrispondenza della scala a chiocciola, rendono l’insieme fiabesco. Su Dresda splende il sole e alcune nubi paffute contribuiscono a dare pennellate di magica creatività. Prima di salire sulla terrazza panoramica mi fermo a guardare quel trionfo del bello e mi accorgo che l’arte a Dresda è nell’aria. Un pulviscolo dorato che si inala con ogni respiro. E’ stato il gusto dei Duchi di Sassonia a rendere bella la città, ma è la volontà dei suoi abitanti di oggi a preservarne e rinnovarne l’armonia. L’artigianato e l’arte si rincorrono in questa città come in un balletto senza fine che coinvolge i visitatori in maniera discreta e irresistibile. Dall’alto Dresda è splendida: tetti rosso mattone, statue, campanili e pinnacoli e ancora la cupola della Frauenkirche, la solida ed elegante realtà della Semperoper, le ampie piazze viste dalla prospettiva di un volo d’uccello. Per riposare lo sguardo basta fissare il fiume: un limpido concentrato di naturale semplicità senza tempo né, in apparenza, confini che passa accanto a tanta complessa architettura in rispettoso silenzio.
La Residenza dalla terrazza dello Zwinger |
Veduta a volo d’uccello sulla Semperoper |
L’interno del Residenzschloss (Castello della Residenza) è un insieme di sale ricolme di tesori. Le due “volte verdi” (Grünes Gewölbe), quella storica e quella nuova, sono un tale concentrato di oggetti preziosi che dalla visita si rischia di uscire leggermente storditi. Nel “Neues Grünes Gewölbe” sono rimasta a lungo abbagliata da un monumentale servizio da caffè in oro e porcellana che con la sua mole ingombrante e la precaria posizione di tazzine e caffettiera a tutto poteva servire meno che a gustare un caffè. La straordinaria miniatura della corte del Gran Mogol Aureng Zeb è un’ulteriore prova della bravura degli artigiani che seguivano le indicazioni dei duchi e poi re sassoni e creavano capolavori. Si ha l’impressione di osservare il bozzetto di una rappresentazione teatrale, ma le figure e le strutture sono in oro e pietre preziose. Se Augusto il Forte potesse visitare la Türckische Cammer (camera turca), allestita sempre nel Residenzschloss ne sarebbe entusiasta. La sua passione per l’Impero Ottomano è qui esposta con effetti scenici degni di un eccellente direttore della fotografia. Le bardature per i cavalli, le armi, le vesti e una grande tenda che si immagina smossa dal vento di mare, si conquistano la ribalta attraverso un abile gioco di luci che nasconde l’architettura delle sale e lascia galoppare la fantasia in groppa a evanescenti cavalcature provenienti dal passato.
Esco dal Residenzschloss ancora in preda all’emozione e fatti pochi passi mi lascio conquistare dall’architettura barocca dello Zwinger. Salgo le scale verso la terrazza che abbraccia il cortile reale e comincio un silenzioso dialogo con le tante statue che lo abbelliscono. Questi cittadini di pietra hanno molto da raccontare e non è difficile entrare in contatto con loro: gli unici requisiti per farlo sono la pazienza e il rispetto. Proprio sotto ai miei piedi si estende la Gemäldegalerie Alte Meister, la pinacoteca d’arte antica e qui mi ritrovo a fissare lo sguardo un po’ stupito della Madonna Sistina di Raffaello. I visitatori le si affollano intorno e lei con il suo bimbo in braccio, sembra troppo giovane e semplice per portare su di sé la responsabilità di essere un capolavoro e soprattutto la rappresentazione della madre del Salvatore. I due angioletti ai suoi piedi, divenuti in una logica di marketing più famosi di lei, non hanno perduto con la celebrità il loro aspetto un po’ monello e sdrammatizzano l’atmosfera densa di significati. Il resto della pinacoteca è un viaggio tra capolavori che ha il potere di sbalzare il visitatore in quella dimensione irreale che solo i grandi musei sanno creare. A riportarmi a Dresda sono le vedute della città dipinte da Bernardo Bellotto che segue lo stile del famoso zio Giovanni Antonio Canal detto “Canaletto” ed arricchisce i suoi quadri di scene di vita quotidiana .
Passeggio in questa città-quadro lungo la riva sinistra dell’Elba e mi sento come una di quelle figure rappresentate nei dipinti del Settecento: minuscola nello scenario di ponti, chiese a castello, ma senza esserne schiacciata ma anzi molto a mio agio. Dopo una veloce visita all’interno della Frauenkirche che mi stupisce con la sua architettura interna composta da palchi diagonali che la fanno sembrare più un teatro che una chiesa, decido di andare alla scoperta della riva opposta. A Neustadt (città nuova) mi aspetta una città in formato più piccolo, con le case che paiono ricoperte da una rassicurante patina dal sapore vecchio più che antico. Mi perdo a osservare vetrine ricolme di oggetti e figurine di legno smaltato, pizzi e merletti dove l’abilità e il gusto degli artigiani si esprime anche nei giocattoli e nella semplicità dei soprammobili. Accanto all’essenzialità della lavorazione del legno si apre un negozio sorprendente: una latteria-caseificio che vende i suoi gustosi prodotti in un contesto sorprendente fatto di pareti, pavimenti e soffitti tappezzati di maioliche colorate e si fregia del titolo di “latteria più bella del mondo”.
Per concludere il pomeriggio con una gradevole passeggiata nel verde basta fare un breve balzo di tram verso la Bautzner Straße e immergersi in un parco silenzioso. Seguendo la bussola ideale del fiume si raggiungono delle ville con terrazze che si susseguono come perle di un’unica collana e che un tempo erano abitate dalla ricca borghesia. L’uso che ne è stato fatto durante il regime della Repubblica Democratica Tedesca ha lasciato in parte tracce di incuria che si stanno cancellando con restauri e abbellimenti. La vista sul fiume è comunque così bella che i lavori di restauro del ristorante “Lingnerterrassen” passano quasi inosservati. Si beve una birra mangiando wurst e insalata di patate e la sensazione di trovarsi beatamente all’interno di un quadro – anche se diverso da quelli di Bernardo Bellotto – è esaltante. I colori del tramonto trasformano il fiume in una tavolozza su cui sbizzarrire la fantasia e il passaggio di una piccola imbarcazione è quell’elemento in più che permette a ogni visitatore di creare il proprio personale capolavoro: anche se si tratta solo di una fotografia digitale. In questa magia non mi stupisce poi più di tanto scoprire la presenza di un altro locale, il “Saloppe”, dove in una fresca sera d’estate si è riunita una folla di giovani per assistere a uno spettacolo unico ed emozionante: la lettura dei versi di alcuni poeti dilettanti. Le parole venate d’emozione si spargono tra gli alberi e raggiungono il vicino fiume, che da qui non si vede, per galleggiarvi sopra e raggiungere il resto del mondo per quelle vie misteriose che solo la voce umana riesce a percorrere.
Una lunga scia di mattonelle di porcellana racconta il casato dei duchi e re di Sassonia |
L’armonia di Dresda: tetti e cupole affacciati sull’Elba |
Quando il cielo si è ormai scurito ripercorro la strada in direzione del centro ma mi fermo sempre sulla stessa riva dell’Elba. All’interno della “Äußere Neustadt” si trova un quartiere tutto dedicato al divertimento notturno. E’ un reticolato di strade da percorrere con l’unico scopo di passare da un locale all’altro per gustarne l’atmosfera, ascoltare della musica, parlare, bere, mangiare, fare incontri fino a perdersi, se lo si desidera, in quello che viene denominato il “Triangolo delle Bermude”. Qui è possibile scegliere i propri ritmi della notte e dilatare le ore fino a farle sembrare interminabili. Dresda vive qui in tutte le sfumature del suo passato, mostra un’esaltante e giovane presente e a sorpresa crea una nuova forma di arte metropolitana. Nella notturna tranquillità della “Kunsthofpassage” le facciate dei palazzi modificate dai diversi progetti artistici diventano un libro delle fiabe nel quale la magia della città-quadro raggiunge un suo diverso apice.
In una notte di pioggia si può ascoltare la musica dell’acqua che scende lungo gli enormi tubi delle grondaie del “cortile degli elementi” e scoprire che a Dresda è ancora possibile sognare a colori.
Informazioni utili:
Dresden Marketing
www.marketing.dresden.de
info@marketing.dresden.de
Sul sito www.skd.museum si trovano tutte le informazioni sulle Collezione d’Arte Statali di Dresda. Nella Volta Verde Storica sono esposti capolavori di gioielleria e oreficeria e statuette in bronzo che si possono ammirare “dal vivo” senza la barriera delle vetrine. Per questo le visite si effettuano a numero chiuso e dopo prenotazione.
La latteria Pfunds è stata fondata nel1880 www.pfunds.de
Il ristorante Lingnerterrassen www.lingnerterrassen.de è aperto tutto l’anno.
Nel Saloppe www.saloppe.de la stagione si conclude il 6 ottobre, ma la voglia di divertirsi è ancora molta.
Informazioni sul cortile dell’arte nel quartiere Äußere Neustadt: www.kunsthofpassage.de
17.09.2012
L’arte si trova anche nella semplicità |
Il graffito del cortile interno della Residenza |