Firenze (Tid-press) – La bellezza salverà il mondo? Chiunque abbia elaborato dentro di sè il gusto del bello e guardi il mondo che lo circonda con sensibilità estetica, l’ipotesi di Dostoevskij non sarà nuova.
L’idea di un valore salvifico della bellezza ritorna alla mente durante il percorso della mostra dedicata a Leon Battista Alberti che, superando l’approccio visivo-sensoriale, svela tutti i risvolti intellettuali di un tema, quello della bellezza, dibattuto già nella cultura classica e ancora aperto ai nostri giorni.
La Città Ideale
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Sette diverse sezioni tematiche, alla scoperta dell’uomo capace di orientare la sensibilità estetica del suo tempo, di un intellettuale che, prima di Leonardo, incarna gli ideali universali dell’Umanesimo.
Palazzo Strozzi, uno dei più rappresentativi edifici rinascimentali di Firenze, è la sede ideale.
Nelle sale ampie e solenni le pareti scure sono scandite da fasci di luce calda e soffusa che illuminano dipinti, pannelli, sculture, disegni e ancora bacheche con medaglie, manoscritti, fiorini d’oro e oggetti antichi. Il visitatore, immerso nell’ombra, entra nell’immaginario estetico del Quattrocento permeato dal pensiero albertiano. Da un lato l’incanto e la grazia delle figure create da Filippo Lippi, Beato Angelico, la Madonna con bambino di Donatello, le Annunciazioni di Fra’ Carnevale e Biagio d’Antonio, la Calunnia di Apelle di Botticelli. Dall’ altro disegni e progetti architettonici di straordinaria armonia e proporzione matematica. Tutto sembra testimoniare quella sintesi di razionalità e bellezza che costituisce la chiave di lettura della mostra.
La ragione, esercitata al massimo livello, può produrre bellezza. Dalla teoria alla pratica, insomma, ed è così che l’artista – artigiano diviene un intellettuale capace di studiare e teorizzare la propria arte, misurarsi con la cultura del suo tempo e dialogare autorevolmente con i potenti committenti.
In questa accresciuta dignità del ruolo sociale dell’artista i trattati di Leon Battista Alberti (su pittura, architettura e scultura) hanno un’influenza fondamentale. Lo studio delle proporzioni, l’armonia ispirata a precisi principi matematici, la teoria della luce e della prospettiva: un patrimonio immenso, una scuola di pensiero in grado di influenzare la produzione artistica di un’epoca.
La sintesi dei principi universali dell’Umanesimo culmina, volutamente, al termine della mostra, con la Città ideale, proveniente dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino. E’ ispirata alle teorie architettoniche di Leon Battista Alberti, tanto che potrebbe essere sua la mano che delineò il complesso disegno architettonico sottostante il dipinto (attribuito a Luciano Laurana). Con lo sguardo entriamo nella città, rasserenati dall’armonia delle forme, dalla centralità dell’edificio circolare dalle proporzioni perfettamente equilibrate. Palazzi signorili, colori chiari, atmosfera rarefatta: è una città ordinata dalla ragione, a conclusione del camino di ricerca di bellezza e armonia. Dimenticate le brutture urbanistiche delle città moderne, la Città ideale è questa e resta indelebile nei nostri occhi quando, uscendo da Palazzo Strozzi, la bellezza degli edifici rinascimentali fiorentini, ci investe di un impatto visivo che lascia quasi senza fiato per l’incapacità di cogliere in un solo sguardo tanta perfezione di forme.
Forse la bellezza non salverà il mondo ma, certo, contribuisce alla felicità. E il dialogo con l’idea albertiana di arte e bellezza, a seicento anni dalla nascita dell’Uomo del Rinascimento, è ancora aperto.
INFO:
www.albertiefirenze.it
Fino al 23 luglio 2006 – Palazzo Strozzi, Piazza Strozzi, Firenze
Orario: tutti i giorni 9 – 20 (venerdì 9 – 23)
Info e prenotazioni: Sigma C.S.C. – tel. 055 / 246 96 00
Catalogo: Mandragora/Maschietto Editore
23.03.2006