Francoforte (Tidpress) – Forte di una vocazione internazionale e (inter)culturale, la metropoli tedesca delle banche ha creato negli anni 1980-1990 lungo il fiume Meno non solo il “Museumsufer” (La Riva dei Musei), un insieme eccezionale di 13 musei (cinema, architettura, etnologia, artigianato artistico, comunicazioni, pittura, ecc.), e in più il Museo storico e il Museo di cultura ebraica, ma ha ricostruito, come centro di musica e di congressi, anche “la più bella rovina della Germania”, cioè la Alte Oper, colpita dalle bombe nel 1944. Dal 1951 in poi le manifestazioni operistiche hanno luogo nella (Nuova) Opera, posta sul Willy-Brandt-Platz, accanto allo schauspielfrankfurt, il teatro comunale di Francoforte. Continuano in queste sale le storiche tradizioni melodrammatiche della città con artisti e registi di fama mondiale, facendo della metropoli sul Meno un centro culturale di grandissimo prestigio.
V.Pirrotta/ foto S.Amato |
Processione Finale/ foto S. Amato |
Lo schauspielfrankfurt è stato scelto come sede del Festival 2006 dell’Unione dei Teatri d’Europa (v. l’articolo del 10/04/06) con, tra l’altro, uno spettacolo in lingua italiana: “La Sagra del Signore della nave”. Il 27 / 28 aprile Vincenzo Pirrotta, attore e allo stesso tempo regista e scrittore, ha eseguito con la compagnia del Teatro di Roma questo dramma emozionante, intimamente provocante, ma quasi dimenticato di Luigi Pirandello. Integrando audacemente con nuove scene di propria fattura l’opera pirandelliana, rappresentata per la prima volta nel 1925 per l’inaugurazione del Teatro d’Arte di Roma, e tramutando a volte il testo italiano originale in un ‘cuntu’ siciliano, Pirotta ha rafforzato le spinte blasfeme della “Sagra”. In questo modo egli è riuscito con soltanto 13 interpreti – Pirandello aveva previsto più di 60 attori – a rappresentare il cattolicesimo pagano, le ossessioni religiose e la bestialità tribale del mondo (siciliano). Sul palcoscenico i personaggi proferiscono esclamazioni esaltate e si spostano, accompagnati da canti e musiche stridenti, con mosse e salti grotteschi come le figure della Commedia dell’Arte. La regia di Pirotta come pure i costumi e la scenografia di Giuseppina Maurizi sono un sommario di vecchie tradizioni teatrali italiane e del teatro sperimentale contemporaneo.
Durante la “Sagra” si celebra il culto della statua del Cristo della Nave con l’abbattimento di un maiale, svelando così la coesistenza di due culture religiose, per Pirandello soltanto in parte contraddittorie, quella cristiana e quella pagana. Paradossale sembra il rito liturgico di scannare un maiale, l’animale vile, per commemorare con quest’immolazione il sacrificio di Cristo crocefisso. Quanto atroce è la teodicea introduttiva, un’aggiunta di Pirotta! Torturato dal fervore devoto e altrettanto da sfiducie metafisiche, il prete bestemmia (in siciliano!) contro l’orrendo corpo macchiato di sangue del Gesú Cristo, recuperato miracolosamente, come si dice, dopo un naufragio.
Il dibattito principale pieno di sofisticherie gira intorno alla questione: Chi è superiore, il maiale o l’Uomo? Per l’allevatore Lavaccara il porco “battezzato” col nome Nicola è superiore perché si sacrifica per nutrire l’Uomo – come il Cristo si sacrificó per la salvezza dell’umanità. Il “professó”, invece, un umanista idealista simile all’Autodittata del romanzo “La Nausée” di Sartre, sostiene la superiorità intellettuale dell’Uomo, animale nobile, perché mangia per ingrassare, ma non per essere macellato. Altri ragionamenti spinosi riguardano il grado di “moralità” delle azioni rispettive: il porco mangia ingenuamente senza sapere che sarà ucciso da chi gli dà furbescamente da mangiare, con lo scopo di divorarlo un giorno. È dunque la “sensibilità” il “particulare” dell’Uomo, come pretende il Pedagogo? Il finale del dramma arriva come un colpo di fulmine: il suono delle campane “provoca” una processione religiosa con la testa del porco come vessillo (anche questa una ideazione di Pirotta). Tutti seguono il simulacro idolatra, sottomettendosi alle consuete cerimonie religiose.
Lunghi applausi del pubblico hanno terminato l’imponente rappresentazione dopo la quale Vicenzo Pirotta ha invitato gli spettatori a un ‘seminario’ d’arte drammatica, per approfondire la “sicilianità” dello spettacolo e discutere con loro sulla posizione di Pirandello riguardo al fascismo e al cristianesimo. Un giovane attore, nel ruolo dell’unico davvero credente, ripeté il ‘cuntu’ del ritrovamento della croce nel mare, declamando in modo arcaico, da epopea omerica, il testo, con ritmi e gridi variatissimi. L’evidente entusiasmo del pubblico nei confronti della “Sagra del Signore della Nave” ha dimostrato, ancora una volta, la vitalità delle tradizioni teatrali di Francoforte.
Info:
Alte Oper: www.alteoper.de
Neue) Oper: www.oper-frankfurt.de
Teatro comunale: www.schauspiel-frankfurt.de
09.05.2006