Bologna (TidPress) – Solido come la tradizione e arioso come la fantasia: Palazzo Pepoli è il nuovo Museo della Storia di Bologna. La città si stringe intorno al nuovo arrivato con fare protettivo. Le Due Torri si trovano a pochi passi e Piazza Maggiore si raggiunge dopo un paio di minuti di cammino.
Taddeo Pepoli cominciò la sua costruzione nel 1344, sette anni dopo essersi impossessato della città spodestando i sostenitori di un Comune con basi popolari e trasformando Bologna in una signoria. Taddeo aveva un carattere forte e determinato e l’esterno del palazzo che volle per sé ancora ne rispecchia il rigore mentale. Varchiamo l’enorme portone d’ingresso lasciandoci alle spalle il traffico cittadino. L’atrio è come una camera di compensazione tra il presente ed il passato. L’illuminazione è soffusa e gli occhi si adattano all’armonia del luogo quasi con un sospiro di sollievo. Sulla parete dell’ingresso fa mostra di sé la riproduzione della mappa della città, affrescata in una sala vaticana nel 1575. In questa gigantografia rinascimentale Bologna si presenta nella sua struttura più autentica, con la strade a raggiera che sembrano misurate con il compasso e i tetti dorati che indicano i punti in cui si trovano le chiese.
La Via Aemilia |
Il Canale delle Moline |
La “voglia di Bologna” ci ha catturati e una volta entrati nel luminoso cortile interno, con il soffitto di vetro e acciaio e la centrale “Torre del Tempo” i cui alti pannelli di vetro custodiscono tra l’altro le scale e l’ascensore per raggiungere il primo piano, siamo pieni di aspettative che non verranno deluse.
Tre “totem” colorati e retroilluminati, posti agli angoli del cortile, catturano lo sguardo: la Felsina etrusca si trasforma in Bononia e poi nell’attuale Bologna. I nomi si rincorrono nei secoli e le parole di Dante fanno riflettere: “Forse non sbagliano quelli che sostengono che i bolognesi parlano la parlata più bella”.
Bologna è pronta a svelarsi, a compiere un gesto che nell’ottica del suo carattere, operoso e dedito agli studi, le può apparire un eccesso di vanità: parlare di sé. Della sua storia e dei suoi cittadini illustri, partendo dalla necropoli etrusca e passando per la Via Aemilia dei romani fino ad arrivare alla contemporaneità. Lungo un percorso emozionale fatto di luci, suoni, testi e immagini che parlano di imperatori, inventori, musicisti, pittori, artigiani, studiosi, guerrieri e notai in un susseguirsi di sale capaci, ognuna a modo suo, di evocare il proprio tempo, i propri eroi e le proprie debolezze.
“Palazzo Pepoli è la sintesi del genus, della stirpe, bononiae”, ci spiega Fabio Roversi-Monaco, presidente della Fondazione Carisbo, proprietaria e ideatrice del percorso museale “Genus Bononiae” che oltre a Palazzo Pepoli comprende altre sette tra edifici storici e chiese, “ma non ha nessuna intenzione di sovrapporsi o di sostituirsi ad altri musei. E’ anzi un invito a interessarsi a Bologna e ad approfondirne la conoscenza. Scegliendo di volta in volta il proprio campo di interesse. La pittura bolognese ad esempio è ampiamente sottovalutata e noi speriamo che dopo aver visitato Palazzo Pepoli si sia risvegliato l’interesse per la Pinacoteca che è importantissima”.
Ci guardiamo intorno incuriositi. Nella sala in cui ci troviamo è stata trasferita una parte dell’originale Via Aemilia trovata sotto il manto stradale della centrale e trafficata Via Rizzoli, alle spalle di Piazza Maggiore. Passato e presente si mischiano e nella ricostruzione museale ai ciottoli tondi della strada romana, segnati per sempre dal passaggio dei carri, sono abbinate delle colorate insegne di bottega che vanno dal Settecento ai primi del Novecento e pendono dal soffitto come un delicato gioco per bambini.
Al primo piano l’avventura si dipana tra pannelli trasparenti ed affreschi originali che raccontano le vicende cittadine, grandi e piccole, di un passato lontano e mano a mano più vicino.
Il potere della tecnologia si scatena nello spazio multimediale dove, sotto i piedi del visitatore, si illuminano i diversi tipi di pavimentazione stradale, sostituiti da notizie sulla città diffuse in tempo reale.
Un’emozione particolare la regala la sala dedicata alla “Città delle acque”: un tunnel ad arcate nel quale il pavimento si “anima” non appena vi si mette piede, simulando dei cerchi fluidi che danno l’impressione di camminare sull’acqua.
“Durante i 15 anni di rettorato”, ricorda ancora Roversi-Monaco, “ho sviluppato molto la parte edilizia che non era curata. Bologna è stato un centro medievale di enorme importanza. Qui è nata l’università, la città ospitava molti collegi stranieri, c’erano i canali, come quello che si scorge dalla piccola apertura sulla Via Piella: ecco, Bologna era così”.
Usciti da Palazzo Pepoli andiamo a cercare questo scorcio sul canale. La finestrella quadrata si apre sul muro di un palazzo. Si gira una minuscola maniglia e si guarda il lento scorrere del Canale delle Moline tra le case di quello che appare come un lembo segreto di città. Un tempo questo canale muoveva l’economia e faceva funzionare mulini, filatoi di seta e segherie. Adesso si ha la sensazione di fissare un accurato dipinto, realizzato con tale maestria da sembrare vero. Bologna ci sorprende e ci emoziona, ma pensando alla città con spirito razionale ci rendiamo conto che qui è avvenuto (e avviene) di tutto, in tutti i campi fondamentali delle scienze e delle arti. Bologna è un’isola di studi e di studiosi, di arti ed artisti con una caratteristica fondamentale: quella di riuscire ad essere anche accogliente e soprattutto un ottimo esempio del buon vivere.
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Informazioni utili:
Palazzo Pepoli
Museo della Storia di Bologna
Via Castiglione 8 – Bologna
Tel. 051 19936370
msb@genusbononiae.it
Sul sito www.genusbononiae.it si trovano informazioni anche sulle altre sedi museali del percorso culturale ed artistico realizzato dalla Fondazione Carisbo
30.01.2012
La Felsina etrusca |