Passo Monte Croce (TidPress) – Il trenino che trasporta senza fretta i pochi passeggeri da Fortezza a S. Candido scorre su una ferrovia storica, la Vienna-Bolzano, costruita quasi un secolo e mezzo fa. Dalla capitale dell’Impero asburgico i villeggianti arrivavano nell’Alta Val Pusteria per fare escursioni e “prendere le acque”, come si diceva allora, in uno degli stabilimenti termali che oggi si osservano ai piedi delle montagne, vuoti, mastodontici, abbandonati.
Dopo un primo tratto, stretto e tortuoso, la valle si fa larga, i rilievi formano ripidi dossi e dolci pendii. Il paesaggio invernale innevato appare gradualmente, man mano che il treno avanza in salita.
Blocchi di neve ghiacciata, incastrati sui rami degli abeti, punteggiano di bianco il verde scuro dei boschi. Più in alto, i grandi prati, verdissimi in primavera, adesso splendono candidi sotto il cielo blu. Ho l’impressione di avere di fronte uno scenario arioso, tenero, idilliaco. Un luogo remoto da ammirare.
Pittoreschi paesini alpestri si susseguono fino a S. Candido con il suo poderoso campanile quadrato della Collegiata. Questa costruzione è il più importante monumento dell’arte romanica dell’Alto Adige e trae origine da un’abbazia benedettina dell’VIII secolo.
Il sentiero delle malghe |
La Malga Nemes |
Il viaggio prosegue in auto fino a Sesto (Sexten) e salendo ancora più in alto fino ai 1663 metri del Passo Monte Croce. Il manto di neve profondo mezzo metro copre prati, boschi, montagne. Solo la pietra nuda delle Dolomiti brilla di rosa sotto i raggi del sole al tramonto. Mi godo il panorama dal terrazzo di una comoda suite, all’Hotel Passo Monte Croce.
Poco dopo la luna piena sorge sopra il bosco. Provo sensazioni completamente diverse da quelle di alcune ore fa, quando vedevo l’Alta Val Pusteria come una sequenza d’immagini da cartolina, un insieme di linee e di colori sull’orizzonte, molto gradevoli ma fredde e distanti. Adesso che tutto, proprio tutto, la pista da sci deserta, gli impianti di risalita, la chiesetta tra gli abeti, i prati coperti di neve ghiacciata, è immerso in questa luce pallida, fredda, misteriosa, sento un’attrazione irresistibile ad uscire per scoprire il fascino segreto della natura alpina notturna, silenziosa ed inquietante.
Non faccio molta strada. Sono senza torcia ed i sentieri non si trovano con facilità nel buio della notte rischiarata solo dalla luna e dal cielo della neve.
Rientro dopo un’ora di cammino, con il forte desiderio di ripartire presto alla scoperta delle foreste, delle malghe, dei rifugi, lungo le piste dell’Alta Val Pusteria.
Ammetto di non essere neppure preparato ad affrontare la montagna d’inverno e di avere solo una certa confidenza con le più facili escursioni estive. Il mattino dopo, alle nove in punto, Helga Aichner, proprietaria dell’Hotel Passo Monte Croce e guida alpina, compie il miracolo. Getta uno sguardo attento sulla mia insufficiente attrezzatura, la integra immediatamente con scarponcini, ghette e racchette da neve e subito via in salita con un gruppetto d’escursionisti esperti lungo il sentiero delle malghe.
Camminare sulle ciaspole è facile, basta allargare leggermente le gambe, quando si procede, per non inciampare su se stessi. Salire e scendere su un ripido cammino ghiacciato dà una sorprendente sensazione di stabilità. Le ciaspole si fissano saldamente sulla neve ad ogni passo, senza pericolo di scivolare e cadere. La sorpresa è ancora più grande, quando scopri di “galleggiare” con le racchette sulla neve alta un metro, se esci dalla pista battuta dallo spazzaneve.
Camminare sulle ciaspole è più faticoso del semplice camminare e, di conseguenza, ci vuole un po’ d’allenamento in palestra o di jogging nel parco vicino casa. Gli itinerari durano molte ore ed è bene percorrerli con una guida esperta come Helga che li conosce bene e sa consigliarti ed incoraggiarti al momento opportuno.
Il sentiero delle malghe |
La Malga Coltrondo |
Attraversiamo un bosco fitto di conifere, saliamo per un canalone dove la temperatura è di molti gradi sotto lo zero ed arriviamo alla Malga Nemes. Capre, pecore, bovini di pelo scurissimo ed un grosso e vigile cane lupo stanno tranquillamente all’aperto, come se il freddo non li riguardasse.
Noi proseguiamo sulle racchette fuori pista, dopo avere incrociato una piccola slitta trainata da dieci bellissimi cani, smaniosi di ripartire, perché il conducente si è fermato per scambiare quattro chiacchiere con noi. Attraversiamo un altipiano e finalmente (dopo quattro ore di cammino in gran parte in salita) arriviamo alla Malga Coltrondo. Il sole è splendente e la temperatura di almeno quindici gradi.
Ci sediamo all’aperto, lungo i tavoli di legno rustico, affamati dalla lunga marcia, e mangiamo speck, salsicce e formaggi prodotti nella malga, patate fritte, strudel e tante altre squisitezze.
Le Dolomiti di Sesto di fronte a noi risplendono imponenti sotto il sole ed il cielo blu. Il posto ti riempie di euforia e di entusiasmo.
Dopo una sosta di poco più di un’ora riaggancio molto volentieri le ciaspole agli scarponcini e pregusto le emozioni della lunga discesa tra boschi e valloni.
Info:
www.suedtirol.info
www.vitalpina.info
www.passomontecroce.com
04.02.2008