Vernazza (Tidpress) – Le Cinque Terre, scriveva Guido Piovene in “Viaggio in Italia”, più di mezzo secolo fa, “conservano l’antica segretezza della costa ligure”. Le ho attraversate da un capo all’altro, lungo la stretta e tortuosa “Strada dei Santuari” il giorno di Ferragosto 2006 e confermo il giudizio. I posti tranquilli, appartati, nascosti sono ancora tanti. Le Cinque Terre sono un luogo remoto, fuori del tempo e dello spazio.
La gente affolla, ma non troppo, le località della costa.
In alto, sopra le vallate ricoperte di vigneti ed uliveti, il traffico è scarso e disciplinato dall’efficiente polizia locale. Un vento leggero inonda i sentieri lungo la montagna e trasporta i profumi di limone, ruta, mirto, alloro e rosmarino.
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Lascio l’auto lontano ed entro nel paese percorrendo a piedi una strada segnata dai muretti a secco. Il borgo di Vernazza è intimo e prezioso con i vicoli, le ripide scalinate, le logge, i porticati, i portali lavorati.
Il porticciolo è dominato dalla torre esagonale del campanile e da un palazzo dipinto di rosso ed impavesato con lenzuola candide.
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25.08.2006