Bologna (TidPress) – I soldati dell’imperatore indossano tuniche rosse con lo stemma dell’aquila a due teste. I guelfi bolognesi proteggono il corpo con cotte di maglia di ferro. A Palazzo Pepoli, Museo della Storia di Bologna, la battaglia di Fossalta (1249) è rappresentata con dei manichini che ne mimano la violenza. Molti guerrieri sono a terra, insanguinati e sconfitti, altri fatti prigionieri e guardati a vista dai vincitori. Il figlio dell’Imperatore Federico II, il cui nome italianizzato era Enzo, fu catturato e portato a Bologna. Dove rimase imprigionato a vita in un palazzo costruito solo quattro anni prima della battaglia sull’attuale Piazza Maggiore e che porta ancora il suo nome. Se Enzo avesse potuto fare una passeggiata attraverso la Bologna di allora, avrebbe apprezzato altre architetture, diverse dalla sua prigione dorata. Come il complesso di S. Stefano, ad esempio, che si trova a pochi passi da Palazzo Pepoli. Lo sfortunato figlio dell’imperatore, nella tranquillità creata dal piccolo intrico di chiostri e chiese avrebbe forse trovato un balsamo per la sua anima.
La pace che offrono queste mura che, come vasi comunicanti, si passano un ideale testimone di fede e di riflessione, è un’esperienza gradevole da sperimentare anche adesso, per chi pur in una città dalla dimensione umana come Bologna, desidera isolarsi dal traffico.
Complesso Santo Stefano |
Piazza Santo Stefano |
Entriamo nella prima chiesa, quella del Crocefisso in un pomeriggio d’inverno. Ci lasciamo la città alle spalle e ci inoltriamo in un delizioso concentrato di silenzio e storia. Il freddo che trasudano le mura antiche induce a un grado di rispetto in più: si è quasi costretti a concentrarsi sull’essenza del luogo. Alla seconda chiesa si passa quasi per osmosi da un’uscita laterale. La chiesa del Santo Sepolcro è ancora più fredda e buia e si esce volentieri nel piccolo chiostro per stupirsi quanto qui sia assente qualsiasi tipo di rumore. Incontriamo altri visitatori che rispettando il silenzio passano da questo al successivo chiostro, per poi entrare in piccole cappelle. L’artista Gianni Turin espone le sue sette interpretazioni sulla croce del Cristo: in verità il numero delle chiese è rimasto incompiuto, ma è conosciuto come il complesso delle sette chiese. Usciamo da questa quieta esperienza rinvigoriti ma soprattutto ancora più curiosi nei confronti della città.
La piazza antistante le chiese è un esempio di architettura pulita e armoniosa, con i bei palazzi le cui finestre paiono sorridere verso l’acciottolato sottostante ed i portici che li ornano come solidi e razionali merletti. Camminiamo all’ombra dei portici e scopriamo un passaggio che collega la piazza S. Stefano alla Strada Maggiore. Nella Casa Isolani ammiriamo la capacità di rendere fruibile con caffetterie e negozi un passaggio che oltre ad offrire rifugio, mostra il suo impianto medievale con soffitti di legno e travi che lo sorreggono. L’ingresso-uscita su Strada Maggiore si distingue per le altissime travi di legno, poggiate su un basamento di muratura, che come infaticabili Atlanti sopportano il peso della parte superiore dell’intero edificio.
Con il passare delle ore, la Bologna dell’arte, della storia e delle chiese lascia lo spazio alla voglia di totale relax. Da “Colazione da Bianca” sulla stessa Via S. Stefano dove abbiamo scoperto la Casa Isolani, le temperature invernali sono sconfitte da un ottimo tè e dolci fatti in casa, custoditi come piccole opere d’arte in una vetrina dalla quale scegliere torte, biscotti o altre freschissime leccornie. I barattoli di vetro che ricordano le drogherie di una volta sono pieni di dolcetti e zuccherini colorati. I tavoli sono oasi di calore illuminati da abat-jour dalle forme stravaganti in un rilassante stile retrò.
Per l’aperitivo alla bolognese scegliamo invece l’atmosfera di un locale di cui in città si parlava già nel 1465. “L’Osteria del sole” si apre sul Vicolo Ranocchi con una porta a vetri dalla cornice anonima di metallo grigio e nessun tipo di insegna. Mentre ci domandiamo se ci troviamo o meno davanti al posto che cerchiamo, ci viene da pensare che forse si tratta di un luogo riservato agli “insider”. Un’ipotesi smentita nel momento in cui entriamo nel locale. L’accoglienza è calorosa e l’unica procedura da rispettare è quella di prenotare (si può fare anche online) perché l’osteria è sempre piena. “Siamo il ristorante più buono al mondo”, ci dicono quando chiediamo se si può mangiare qualcosa, “nel senso che qui ognuno si porta ciò che vuole da casa”. Difficile realizzarlo per un turista? Niente affatto: lo stesso Vicolo Ranocchi e le vie adiacenti sono un trionfo di botteghe alimentari dove rifornirsi di golosità.
A pochi passi dall’osteria a Via Caprarie o Via Drapperie si trovano due panifici della stessa proprietà la “Paolo Atti & Figli”. L’anno di fondazione si sposta avanti di quattrocento anni rispetto all’Osteria del Sole, ma la varietà di pane, torte salate e tortellini ha il sapore di una genuinità antica e rassicurante. Le vetrine con la merce esposta con ordine e accompagnata da semplici cartellini scritti a mano che ne tessono lo lodi sono uno spettacolo: “mozzarella in carrozza: una cosa squisita ve la litigherete” o “tagliatelle caramellate. Ricordi di gioventù”, sono solo due indicazioni che fanno venire l’acquolina in bocca. Un particolare da non trascurare: i cibi cotti acquistati da Atti si possono far riscaldare. Saranno ancora caldi quando si prenderà posto al lungo tavolo di legno dell’Osteria del Sole, dove sembra si concentri tutta Bologna o forse tutto il desiderio di condividere in semplicità una serata d’inverno assaporando insieme a un bicchiere di buon vino la comune appartenenza al genere umano.
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Informazioni utili:
Palazzo Pepoli
Museo della Storia di Bologna
Via Castiglione 8 – Bologna
Tel. 051 19936370
msb@genusbononiae.it
Sul sito www.genusbononiae.it si trovano informazioni anche sulle altre sedi museali del percorso culturale ed artistico realizzato dalla Fondazione Carisbo
Osteria del Sole
Via Ranocchi 1/b
www.osteriadelsole.it
Paolo Atti & Figli
Via Caprarie 7 – Via Drapperie 6
www.paoloatti.com
20.02.2012
L’Osteria del sole |
L’Osteria del sole |