Cagliari (TidPress) – Il promontorio che ci viene proposto per fare trekking ha un nome sinistro: la Sella del Diavolo. In realtà è il luogo più incantevole e panoramico per accarezzare con lo sguardo l’intero golfo. La leggendaria battaglia tra demoni ed angeli per la conquista dei cieli sopra il mare di Cagliari si concluse con il disarcionamento di Lucifero dal cavallo e la pietrificazione della sella sul promontorio.
La spiaggia di Calamosca |
Il Poetto dalla Sella del Diavolo |
Il Colle di Sant’Elia è una grande collina calcarea coperta a tratti da cespugli che s’insinua nel mare tra dirupi, bianche scogliere e grotte naturali.
Le istallazioni militari antiche (le torri pisana e spagnola, il forte piemontese) e più recenti sono molte. I divieti di accesso non si contano, anche se per fortuna sono in diminuzione. Anzi, fino a qualche anno fa questo luogo era off limits ed il trekking lo facevano i soldati al seguito dei carri armati. Il motivo dell’interesse strategico per questi luoghi, da almeno mille anni, è evidente. Da qui si controlla la rada di Cagliari. Ed anche la si ammira, allungando la visuale oltre il porto, fino agli stagni occidentali e più oltre.
Sotto c’è la spiaggetta di Calamosca. Stretta tra il Capo Sant’Elia e la Sella del Diavolo è forse il luogo più tranquillo ed appartato dell’intero golfo. Malgrado la giornata sia feriale e la primavera non ancora arrivata, alcune persone in costume da bagno entrano nell’acqua di mare.
Un facile sentiero ben segnato ci porta in alto verso la Sella del Diavolo. La pietrificazione sembra aver cosparso il colle di un tappeto calcareo. Un ciclista ne approfitta pedalandovi sopra con la mountain bike. Ci si arrampica bene anche a piedi tra lentischi e ginepri.
In alcuni tratti si cammina rasente le reti metalliche. Leggende metropolitane raccontano che sotto ai nostri piedi un’enorme grotta sotterranea ospiterebbe un sommergibile a propulsione nucleare. Qualcosa di più o meno segreto c’è. Ma forse è un semplice deposito della marina Militare.
Arrivati in cima il panorama è d’una varietà impressionante. Lo sguardo spazia sul Parco delle Saline con i canali e le lagune, sulla spiaggia del Poetto, la più amata dai cagliaritani, sulla costa orientale fino a Capo Carbonara, in fondo al golfo.
Guardando in giù, invece, la roccia precipita vertiginosamente verso il mare di un colore blu che più blu non si può. Prima dello strapiombo alcune ferule sono cresciute alte e dritte una di fianco all’altra. La guida ci mette in guardia. E’ una pianta molto velenosa e molto temuta dagli allevatori di bestiame. Se mangiata può far schiattare un bue.
Forse è l’ultimo segno della presenza di Lucifero in questo luogo paradisiaco.
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18.03.2012
In mountain bike sulla Sella del Diavolo |
Il Colle di Sant’Elia |