Terre d'Europa

L’Alto Molise d’inverno: sci di fondo ed osterie di paese

di Paolo Gianfelici

L’aria frizzante dei Monti del Matese arriva fino alla Piana dei Mulini. A Capracotta dal 21 al 24 febbraio la Continental Cup 2004. I maestri dei coltelli e delle forbici di Frosolone.

Colle d’Anchise (E.T.News) – La Piana dei Mulini è una distesa erbosa sull’ansa del fiume Biferno. Bisogna venire qua in primavera o in autunno per godersi i colori della natura, il brivido del percorso di rafting lungo diciotto chilometri o il piacere della canoa. Anche sotto il manto di neve questo pianoro è seducente con i suoi enormi alberi secolari, gli antichi mulini deve si spremevano le olive, la masseria in pietra restaurata.
Ho scelto l’agriturismo della Piana dei Mulini come base di partenza dell’escursione nell’Alto Molise per la sua posizione centrale. E’ una struttura alberghiera molto sobria, ma funzionale. Nelle camere non c’è il frigobar né il televisore. Il funzionamento dei cellulari è incerto, però si dorme divinamente su comodi letti, circondati da un meraviglioso silenzio. Sui ballatoi in pietra e nel piccolo cortile, cinto da alte mura, si respira l’aria frizzante che arriva dai Monti del Matese.

Chi viene d’inverno nell’Alto Molise, può fare due cose: praticare lo sci, in particolare quello di fondo, e gironzolare per le strade dei paesi, fermandosi nei caffè, giocando a carte, chiacchierando con la gente, degustando vini ed i cibi locali.
Nelle altre tre stagioni dell’anno si possono fare magnifiche passeggiate nei boschi, sui tratturi della transumanza, attraverso i siti archeologici delle città sannite e romane. Adesso questo è praticamente impossibile perché qui cade ogni anno, in particolare quest’inverno, più neve che in qualsiasi altra regione d’Italia, salvo in alcune zone disabitate delle Alpi.

A Capracotta (1426 metri s.l.m.), dal 21 al 24 febbraio, si disputerà la Continental Cup 2004 per lo sci di fondo. Le piste di Prato Gentile attraversano per chilometri boschi d’abeti bianchi e sono considerate le migliori e le più pittoresche d’Italia.

Civitanova del Sannio è un paesino di mille abitanti circondato dai querceti e faggeti, dove d’autunno si raccolgono funghi porcini e tartufi neri. I sanniti fondarono la città in cima alla montagna, mentre la località medievale fu costruita molto più in basso. Oggi è possibile affittare, per poche decine di euro al giorno, graziosi appartamentini ricavati all’interno di antichi edifici restaurati. Per soli cinquanta euro a notte si può dormire in quattro nella casa pretenziosa di un ex-benestante del luogo. I mobili sono dell’Ottocento ed i soffitti di legno a cassettoni.
Le cantine delle vecchie case molisane erano sempre colme di salsicce e soppressate, di caciocavallo, di caciotte e di ortaggi conservati sott’olio. Un popolo di pastori doveva avere grandi quantità di cibo conservato, sempre disponibile per i lunghi viaggi e per offrirlo agli ospiti inaspettati. Queste radici sono rimaste sulla tavola molisana d’oggi.
La Locanda degli Illustri di Civitanova del Sannio accoglie gli ospiti con un enorme buffet dove sono disposte decine di specialità dal sapore forte, semplice ed antico: pane fritto nell’uovo e pane farcito con la manteca di caciocavallo, pizza di grano duro, salumi, pastiera, ostie con noci, torta di mele, tozzetti e cantucci.

Frosolone, tremilacinquecento abitanti, mille metri d’altezza, è un paesino in cui le case nuove sono troppe e quelle antiche in pietra rimaste troppo poche. Fortunatamente sono sopravvissute alcune botteghe che producono le forbici ed i coltelli. E’ uno spettacolo visitare i laboratori ed osservare l’artigiano mentre lavora a mano le forbici. Il risultato è un prodotto che forse costa il triplo di quello industriale ma dura tutta la vita.

Concludo l’itinerario a San Pietro Avellana. Il paese è stato completamente distrutto dalla Seconda Guerra Mondiale (caso rarissimo in Italia) e ricostruito. Forse per questo gli abitanti hanno voluto allestire un interessante Museo della Civiltà e del Costume d’epoca. Le foto, gli oggetti di casa, gli abiti degli ultimi centocinquant’anni sono stipati in un grande stanzone un po’ alla rinfusa.
Vale la pena di dedicare un’ora alla ricerca del tempo perduto.
Mi sono ripromesso di tornare a San Pietro Avellana in primavera per rivedere la riserva naturale protetta dall’Unesco e l’Isola di Fonte della Luna sul fiume Sangro.
Verso sera ritorno alla Piana dei Mulini, fiancheggiando la vecchia ferrovia che arriva a Napoli. Dietro il crinale degli Appennini, il cielo è colorato con tutte le sfumature del rosa e del rosso.

Info: www.turismomatese.com
www.comunitamontanaaltomolise.it

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