Fossacesia (Tid-press) – “Andare per vedere, vedere per conoscere, conoscere per amare, amare per gioire”. L’invito di San Tommaso ha trovato largo seguito dal Medioevo a oggi. Da quando, cioè, sono iniziati i primi pellegrinaggi religiosi. E se anche ai nostri giorni il pellegrinaggio è dettato da esigenze di fede, sono invece le motivazioni culturali e ricreative che muovono il turismo religioso.
L’itinerario oggi più frequentato, che ha attirato l’attenzione del turismo religioso internazionale, è quello che collega Lanciano, Ortona, Manoppello, Orsogna, Casalbordino e Fossacesia nel territorio compreso fra Pescara, Chieti e il Parco Nazionale della Maiella.
La meta che meglio unisce il fascino devozionale alle bellezze paesaggistiche è forse l’Abbazia di San Giovanni in Venere, a Fossacesia.
Dal mare una strada a tornanti sale attraverso gli uliveti fino alla sommità della collina dove si staglia il profilo dell’imponente abbazia.
Questo gioiello dell’arte romanica si affaccia sul Golfo di Venere con le sue scogliere a picco sul mare e le piccole spiagge interrotte dai Trabocchi, i caratteristici moli per la pesca protesi sulle acque, che rendono unico questo tratto di costa adriatica, tanto amata da Gabriele D’Annunzio.
Nel complesso architettonico si fondono elementi dell’arte gotico-cistercense, testimonianza di importanti rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli. Il primo insediamento dei monaci risale al VII secolo, ma è dalla seconda metà del 1100 che l’Abate Oderisio porta l’Abbazia al massimo splendore. Ed è questa l’immagine che è giunta fino a noi.
Sulla facciata d’ingresso si apre il duecentesco portale della Luna, in candido marmo scolpito con bassorilievi del XIII secolo che narrano la vita di Giovanni Battista.
All’interno la pianta basilicale è a tre navate scandite da maestose arcate. Le grandi absidi di gusto arabeggiante sembrano ammorbidire l’austerità del complesso abbaziale mentre le absidi più piccole, che delimitano la cripta, sono ingentilite da affreschi policromi del XIII secolo.
Dalle alte finestre filtra una luce soffusa che invita alla meditazione e al silenzio. Fuori il sole d’autunno illumina il rigoglioso giardino del chiostro: palme, cespugli di rose multicolori, siepi dalle forme geometriche. Intorno, come una cornice, la galleria di ventinove trifore che delimita il chiostro
La sera un sapiente gioco di luci artistiche definisce la sagoma dell’Abbazia avvolgendola in un suggestivo bagliore di mistero. Quel mistero che dopo secoli ancora aleggia nell’universale ed eterno legame dell’uomo con il Divino.
Info:
10.12.2005
Foro Comune Fossacesia |
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