Roma(TidPress)- Nel cuore di Trastevere a Piazza Cecilia 16, si terrà fino alla notte bianca (settembre) l’esposizione “Pause Figurative” presso la b>gallery art, book, cafè.
Si tratta di un locale molto particolare, trendy, insolito per l’Italia, dove ci si può sedere in tutta tranquillità su comode poltrone e sfogliare libri e riviste in esposizione, sorseggiare un ottimo cocktail e magari passeggiare fra l’affascinante mondo dell’arte.
La mostra nasce dalla collaborazione con la Galleria Obraz di Milano, sempre alla ricerca ed impegnata nella promozione di nuove e promettenti proposte artistiche.
H. Falcon |
R. Gavazzi, “Gorilla” |
Il curatore della mostra, Uros Gorgone, ha voluto offrire un panorama internazionale del figurativo contemporaneo, sia sotto il profilo della pittura che della fotografia. “La mia passione per l’arte-sottolinea Gorgone- è nata dai miei numerosi viaggi” ed alla domanda “cosa si aspetta dalla mostra?” ha risposto in tutta sincerità “Che ciò che piace a me piaccia anche agli altri”!
Artisti emergenti che rappresentano l’apertura ufficiale al mondo dell’arte contemporanea romana, spaziando fra la pittura classica dell’olio su tela alla fotografia digitale, percorrendo la linea di confine fra pittura e nuove tecnologie.
E’ una collettiva perché raggruppa tutti gli artisti giovani, dai 24 ai 30 anni, che nelle loro opere rappresentano il figurativo. Gli artisti sono: Valentina De Mathà, Hector Falcon, Cristiana Dependrini, Cristian Castelnuovo, Donatella Izzo, Riccardo Gavazzi, Paola Sartorio, Simone Zeni, Iva Kontic, Luca Viccaro e Kozoo.
Riccardo Gavazzi, ventiquattrenne, precisa come figurativo sia tutto ciò che non è astratto e con il suo “Gorilla” ha voluto rappresentare la forza, l’energia, la potenza. Ogni artista ha una sua percezione della vita e quella del Gavazzi è il disegno nella distribuzione dei volumi.
Valentina De Mathà, ventiseienne, sta facendo una produzione chiamata “Not I”, un paradosso della negazione dell’essere. “La liquefazione del corpo”, il suo dipinto esposto, è un autoritratto che esplode di colori, dove padroneggia come sempre il rosso, simbolo di passione e vita. In tutti i suoi lavori il messaggio è sempre il medesimo e si incardina su cinque punti essenziali: l’inquietudine, le mancanze, l’ossessione, la rabbia e l’eros. Il suo dipinto si incentra tutto sull’addome, precisa l’artista, “perché è dalle viscere che nasce tutto. I miei lavori sono viscerali perché creo la materia e poi la scavo alla ricerca del viscerale”. Nell’autoritratto ci sono brandelli che creano un corpo, come le sfaccettature della vita, macchie e schegge di colore. E’ evidente che l’opera si distacca dallo stile delle altre perché meno figurativa e più informale. All’impatto visivo occorre sensibilità ed analisi introspettiva per giungere a capirne il significato. Il suo è un espressionismo concettuale.
Donatella Izzo, con “Trasfigurazioni”, ritrae il corpo femminile muto ed esangue, divorato dal disagio esistenziale. Il critico Mimmo Di Marzio sottolinea come nella mercificazione mediatica del corpo femminile ci sia un sottile confine fra eros e morte. E’ senz’altro ciò che traspare dal dipinto della Izzo, dove non c’è al contrario della De Mathà un inno alla vita, bensì una sorta di sofferenza.
Undici proposte, undici modi di declinare la pittura in un incontro originale di tecniche e materiali, di soggetti e colori, che accompagnano il fruitore verso un incontro con l’arte per nulla scontato!
Info:
www.b-gallery.it
tel. 06-58334365
20.07.2007