Danzica (E.T.News) – Un forte vento spazza le nuvole e fa comparire il sole al tramonto. Le facciate di mattone delle chiese e dei palazzi brillano di una luce color rosso fuoco. Dall’undicesimo piano dell’Hotel Hevelius si osservano in lontananza le gru immobili del porto sul Mar Baltico, distante pochi chilometri. Nei cantieri navali di Danzica, oggi silenziosi ed abbandonati, è nata Solidarnosc che ha dato una spallata decisiva al comunismo in Polonia.
Questa città è dal Medio Evo un crocevia tra Est ed Ovest, Nord e Sud, tra Russia e Germania, tra Polonia e Scandinavia. Visitando il suo centro storico, attraversato dai canali Motlawa e Radunia, si respira l’atmosfera internazionale del suo passato di libera città anseatica, dove si incontravano mercanti provenienti da tutta l’Europa.
Le chiese ed i palazzi gotici del Quattordicesimo e Quindicesimo secolo sono enormi, possenti, simbolo della forza e molto austeri: il palazzo municipale, le chiese di S. Maria, S. Caterina e di S. Nicola. Sono stati costruiti nel periodo in cui i Cavalieri Teutonici furono i padroni della città.
Nel 1466 il sovrano polacco prese possesso di Danzica. Da quel momento inizia un nuovo periodo anche per l’architettura. Gli edifici più belli si trovano lungo la Via Diuga percorrendo la quale i cortei reali entravano in città. Si entra nella Via Dluga attraverso la Porta d’oro, costruita nel XVII secolo, accanto c’è il Castello di S. Giorgio.
Un altro simbolo della città, la fontana del Nettuno, con la sua originale balaustra cinquecentesca in ferro battuto, sta di fronte al più imponente edificio del quartiere, il castello di Artus, in stile rinascimentale, che fu un tempo la sede della corporazione dei mercanti.
La Via Dluga termina al Diugi Targ (Mercato Lungo), su cui furono edificate le più ricche le case patrizie. La più sontuosa è la Casa d’oro, costruita nel Seicento e rivestita di bassorilievi dorati.
Alla fine del Mercato Lungo c’è la Porta verde, attraversandola si raggiungono i moli della Motlawa, l’antico porto cittadino.
Sopot si affaccia sulle spiagge bianchissime del Mar Baltico, a solo dodici chilometri da Danzica, un tempo si chiamava Zoppot, in tedesco, ed era una località di villeggiatura frequentata dall’aristocrazia prussiana. Il Kaiser Guglielmo II, velista appassionato, aveva qui due residenze estive (gli attuali alberghi Maryla e Magnolia). Di vento qui c’è ne è tanto, ed infatti i lunghissimi sedili sul lungomare hanno degli schienali alti il doppio od il triplo del normale. Con la testa e la schiena ben protette dalle folate, osservo la distesa di sabbia candida che si allunga sulla riva di un mare agitato color grigio-blu. L’inclinazione dei raggi del sole, la forza del mare, i profumi ed il rumore delle onde e del vento, qui tutto è diverso rispetto al Mediterraneo. Non è un luogo per riposare sotto il sole, tra una natura amica, come le nostre spiagge. E’ un punto nello spazio in cui ci si deve continuamente confrontare con gli elementi, a cominciare da questo vento incessante e sferzante che ti fa lacrimare gli occhi.
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Danzica: il Municipio (foto TID-Press) |
Danzica:(foto TID-Press) |