Terre d'Europa

Romania
Le pietre romane della chiesa bizantina

Testo e foto: Paolo Gianfelici



 I due leoni romani sul tetto di San Nicola a Densus sembrano avventarsi sulle greggi di pecore della campagna transilvana

Hateg (TidPress) – La torre della chiesetta di Densus spunta da lontano su un paesaggio di colline e di prati, affollato da mandrie di mucche pezzate, da greggi di pecore, caprette e cani sciolti. Appena ti avvicini al cimitero e al roseto che la circondano, te ne innamori all’istante. E’ successo a un ufficiale austriaco che nel 1775 pubblicò un libro sul “Bel Paese governato dai Romani” e, recentemente, a un ambasciatore americano a Bucarest che ha finanziato i restauri di questa chiesa dedicata a S. Nicola, tra le più belle della Romania.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Qualcuno sostiene che gli antichi romani avrebbero costruito qui un tempio dedicato a Marte. Di certo la chiesa è stata edificata con materiali di riporto proveniente dalla vicina area archeologica di Ulpia Traiana Sarmizegetusa. Le quattro colonne che sostengono la torre provengono dalle tombe di altrettanti cavalieri romani e portano incise le storie delle loro vite e delle loro morti. Lo spazio interno è molto ristretto. Dopo pochi minuti si riempie incredibilmente con i passeggeri di un bus stracolmo di donne. Non sono turiste, ma fedeli, che dopo la visita guidata di rito si mettono in fila per accendere una candela.

Ulpia Traiana Sarmizegetusa

Ulpia Traiana Sarmizegetusa

Se l’interno della chiesa è un po’ claustrofobico, come molti luoghi del culto cristiano-ortodosso, l’esterno è arioso, armonioso e hai l’impressione di passeggiare in un’area archeologica romana, mirabilmente ricomposta in nuovi moduli architettonici. Tre colonne romane sono incastonate su una parete esterna. Sul tetto due leoni di pietra sembrano voler saltare giù da un momento all’altro.
La chiesetta di Densus è un luogo stupefacente. Uno spazio così ristretto racchiude in poche pietre la civiltà millenaria dell’Europa: dall’antichità classica, al cristianesimo medievale, fino all’iconostasi dipinta nel XVIII secolo. Resterà per sempre un mistero chi sia stato il mastro locale che ha utilizzato i materiali e le tecniche antiche per innalzare una chiesa bizantina.

S.Nicola a Densus

S.Nicola a Densus

Con lo sguardo ancora colmo delle meraviglie inaspettate di Densus, mi sposto nella vicina città romana di Ulpia Traiana Sarmizegetusa , fatta costruire da Traiano tra il 106-112, dopo la definitiva vittoria sui Daci e la distruzione della loro capitale Sarmizegetuza Regia.
Il suo fascino insolito deriva dallo scenario agreste e arcaico in cui è immersa. Contadini e cavalli passano a pochi metri dall’anfiteatro in pietra e mattoni che conteneva un tempo remoto fino a cinquemila spettatori. Tre covoni di fieno spiccano vicino alle labili tracce di un tempio. Un campo di mais fa da sfondo alle pochissime colonne ancora in piedi.
La ridistribuzione della terra ai contadini dopo il 1990, attuata senza distinguere troppo tra agricoltura e archeologia, ha sdrammatizzato la solennità dei resti di questa città. Forse questo ha prodotto problemi agli archeologi, ma sicuramente non ai visitatori che anzi ne traggono vantaggio visuale. La contiguità arte-natura è uno degli aspetti più interessanti ed affascinanti della Romania e la chiave di lettura giusta per comprendere il grande valore estetico e culturale di opere poco conosciute al di fuori dei confini nazionali.

Informazioni utili:

Ente Nazionale per il Turismo in Romania
Via Torino, 95 (Galleria Esedra) – 00184 Roma
Tel. 06 4880267
www.romania.it
office@romania.it

02.10.2008


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