Gstaad (TidPress) – Si sale a Montreux su un treno dal nome pomposo: Grande Ligne de Chemin de Fer Golden Pass Classic. Si scende dopo un’ora e mezza di viaggio nella stazione di Gstaad, una località con un’aura di celebrità. I media spesso parlano delle teste coronate e dei personaggi illustri che la frequentano. Ci si aspetta di trovare residence blindati e ville superprotette dai vigilantes. Niente di tutto questo.
Passeggiando lungo la Promenade si ha la piacevole sorpresa di incontrare un semplice, grazioso villaggio dell’Oberland Bernese: gli chalet di legno, la gente che si saluta per strada, lo sfondo spettacolare delle montagne che circondano le quattro vallate dolcemente aperte. Lungo la via principale non mancano negozi, ristoranti e gallerie d’arte, ma anche laboratori tradizionali, dove lavorano artigiani impegnati nell’intaglio del legno o nei ritagli ornamentali della carta.
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Le case, in gran parte ricostruite dopo un incendio del paese avvenuto cento anni fa, sono basse. Unica eccezione: un albergo di una dozzina di piani, le cui linee assomigliano buffamente a Neuschwanstein, il Castello di Ludwig in Baviera.
Il fiume Saane scorre vorticoso, solcando in discesa i prati che circondano il villaggio. E’ profondo: l’ideale per gli appassionati del rafting. Seguo il suo percorso su strada in salita, preceduto da Anita che vola leggera sulla bici elettrica. Anita Roth, maestra di sci, è la responsabile delle guide di Gstaad- Saaneland. E’ nata qui, ma ha trascorso molti anni della sua vita in giro per il mondo. Poi ha deciso di ritornare. Nessuno meglio di lei incarna l’essenza di questo luogo: fascino discreto, eleganza naturale, sport intenso ma non stressante, culto dell’armonia.
Entriamo nella cappella protestante, vicino a un piccolo parco giochi. Anita mi mostra orgogliosa un bellissimo tavolo di legno per le orazioni del 1736. Il piano è di granito scuro con sfumature chiare. Al centro, due grandi ovali colorati che racchiudono un orso nero ed un cigno bianco (la forza e l’amore?).
L’itinerario prosegue in salita ma con leggerezza, pedalando l’electrobike verso la montagna. Dall’alto Gstaad sembra minuscola. Un piccolo villaggio svizzero unito al resto del mondo da un unico binario ferroviario che lo racchiude in un cerchio quasi compiuto.
Andando alla stazione per la partenza, gli occhi si fermano su una citazione del celebre violinista e direttore d’orchestra Yehudi Menuhin, scritta sul cartello nr 1 del “Sentiero dei filosofi”:
“Ogni momento della nostra vita è una nuova partenza, una fine ed un inizio, un legame ed una separazione”.
Info:
Gstaad Saaneland Tourismus
www.gstaad.ch
www.guides-gstaad.ch
Menuhin Festival Gstaad (circa 40 concerti di musica classica dal 16 luglio al 4 settembre 2010)
Hublot Polo Gold Cup (19-22 agosto 2010)
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27.07.2010
Anita Roth in electrobike |
Viadotto a Gstaad |